sindrome post traumatica da stress

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Avete mai sentito parlare della sindrome post traumatica da stress? In quali particolari occasioni o a quali eventi è associata una manifestazione del genere in un soggetto? Quali sono i comportamenti che ci devono far sospettare di avere una sintomatologia del genere? Come dobbiamo intervenire? Come dobbiamo curarci? Quando serve l’intervento di uno psicoterapeuta?

Tutte domande giuste, alle quali cerchermo di dare una risposta precisa e il più possibile approfondita. Si manifesta successivamente a un’esperienza traumatica che vive il soggetto. In recenti ricerche, si è chiaramente dimostrato che avere un’esperienza di natura traumatica può essere una condizione comune alla popolazione.

Di quale evento traumatico stiamo parlando? Potrebbe trattarsi di un terremoto, di un incidente stradale grave nel quale ci sono stati feriti gravi o magari delle persone decedute, si potrebbe trattare di un caso di violenza fisica subito da una donna, insomma un qualsiasi evento che nella sua drammaticità, lascia un segno indelebile nella nostra psiche, al punto da tale da sviluppare una serie di sintomi ben specifici.

Quali sono i sintomi che il soggetto sviluppa

Dopo che è accaduto l’evento traumatico, il soggetto può sviluppare una serie di sintomi specifici che andiamo a vedere nel dettaglio:

  • In seguito all’accaduto, si possono sviluppare dei ricordi che rimandando sempre all’evento
  • Possiamo iniziare a sognare, creando delle situazioni specifiche che in termini di emozioni e sono sempre riconducibili all’evento che ci è accaduto
  • Possiamo soffrire di flashback durante i quali la persona colpita dall’evento traumatico vissuto, si comporta e agisce come se dovesse accadere nuovamente
  • Il soggetto vive in uno stato di allarme e di attenzione perenne, come se dovese guardarsi la spalle da situazioni potenzialmente pericolose che avverte essere presenti nella propria vita

Proprio per questo motivo, i sintomi della sindrome post traumatica da stress non vanno assolutamente sottovalutati, è importante che il soggetto colpito acquisisca il giusto grado di consapevolezza e si decida a farsi aiutare con una cura preparata da un medico specializzato in queste patologie.

Ci sono altri problemi o manifestazioni specifiche che interessano la persona colpita da questa patologia? Si, andiamoli a vedere nel dettaglio:

  • La persona inizia ad avere degli evidenti problemi se si deve concentrare
  • Riposa male, ha un sonno irregolare e agitato
  • Cerca in tutti i modi, da un punto di vista mentale di fuggire dai ricordi dell’episodio drammatico, cercando di cancellarli dalla propria mente
  • Inizia anche a manifestare dei comportamenti asociali, cercando in tutti i modi di evitare le persone che potrebbero essere in qualche modo collegate a un ricordo dell’evento
  • Si possono sviluppare delle forme di amnesia nelle quali la persona non riesce a ricordare dettagli importanti dell’evento che gli è accaduto
  • Stati psicologici di grande negatività legati a se stessi e al proprio percepito o anche legati al mondo nel quale la persona vive

Un quadro clinico complesso, legato anche ad altri stati emotivi

La persona che soffre sindrome post traumatica da stress, presenta un profilo di natura clinica piuttosto complesso, nel quale ci sono altri disturbi che può avere quali ad esempio:

  • Manifestazioni di natura depressiva
  • Può soffrire di improvvisi attacchi di panico o di ansia legati al contatto con altre persone, definita anche fobia sociale

Tempistiche di guarigione

Per quanto riguarda i tempi di guarigione relativi alle persone che soffrono di questa condizione psicoligica, in termini statistici, circa il 60 per cento delle persone che ne sono affette, possono guarire in un periodo di 12 mesi, senza dover ricorrere a uno psicoterapeuta, seguendo però una terapia di tipo farmacologico.

Esistono delle cause specifiche?

Ad oggi, non esiste un’ipotesi precisa che sia in grado di spiegare perchè ad un certo punto una persona possa manifestare uno squilibrio psicologico ed emotivo del genere. Si ipotizza che la conseguenza di un trauma psicologico molto grande, innesci nella persona una condizione di squilibrio in termini nervosi. In pratica quello che accade durante l’evento traumatico, imagini, sensazioni fisiche, emotività sviluppata, si fissano nel soggetto. In presenza di stimoli di natura interna o esterna, si ripresenta l’evento sottoforma di incubi, pensieri.

Esistono fattori di rischio che aiutano a svilupparlo?

Esistono dei fattori di rischio che presenta il soggetto ancora prima dello sviluppo dell’evento traumatico, andiamo a vedere quali:

  • Precedenti disturbi mentali come ansia o depressione
  • Una possibile predisposizione genetica per lo sviluppo di questa sindrome successiva all’evento traumatico

Esistono poi dei fattori legati al manifestarsi dell’evento stesso che vanno considerati come:

  • Quanto si percepisce di essere in pericolo di vita
  • Quanto dura l’evento
  • Il fatto che si presenti improvvisamente e non sia in alcun modo prevedibile

 Errori legati al modo di ragionare

Il soggetto che soffre di una sindrome post traumatica da stress, elabora alcuni modelli di pensiero completamente errati che porta avanti nel corso del tempo, senza magari rendersene conto. Il primo si manifesta nella convinzione che il non riuscire a superare l’evento traumatico segni per sempre la vita futura del soggetto, che non riuscirà ma tenderà sempre a fallire, in qualsiasi attività decida di impegnarsi.

Nel secondo tipo di comportamento, la soglia di pericolo che si avverte provenire dall’esterno è talmente elevata che il soggetto vive in uno stato di perenne allerta, considerando gli tutte le persone come fonti di pericolo dalle quali deve proteggersi.

Se svolge un particolare lavoro che richiede molta attenzione e magari lo stress lo porta a vivere qualche minuto di scarsa lucidità, il soggetto ritiene di avere sbagliato e che l’errore sia imperdonabile, per questo motivo non è adatto a svolgere quella particolare mansione.

Quali sono le terapie indicate?

Quale strada bisogna seguire se si soffre di un disturbo del genere? Quella farmacologica o la psicoterapia? Per fare chiarezza occorre anche dire che in fase molto acuta, l’evento traumatico che abbiamo subito, causa stati emotivi molto forti. L’ansia può avere livelli elevati, paura o terrore, insonnia molto accentuata quando si cerca di dormire. Quindi è bene oltre a valutare il supporto di uno psicoterapeuta, anche associare una terapia basata su un trattamento di natura farmacologica. Tra gli antidepressivi utilizzati per attenuare i sintomi ricordiamo la sertralina.

Per quanto riguarda l’approccio di natura psicoterapeutica, l’approccio è costituito da vari step, tutti utili per aiutare il paziente a superare in modo positivo l’evento traumatico che ha scatenato il quadro di ansia generalizzato. Si punta quindi a costruire un rapporto paziente, terapeuta basato sulla fiducia. Si utilizzano tecniche per riuscire a rilassarsi, cercando di rendere meno acute le manifestazioni legate all’evento accaduto.

Possiamo aiutare il paziente utilizzando tecniche definite di “esposizione”. In pratica insieme al paziente, si costruiscono degli approcci sicuri perchè concordati e guidati insieme allo spicoterapeuta nei quali in maniera consapevole, il paziente affronterà situazioni dalla più semplice, fino alla più complessa che possono scatenare il ricordo dell’evento traumatico vissuto.

Oltre al vissuto reale, si utilizza successivamente l’immaginazione legata ai ricordi per fare in modo tale che il paziente ripensi a quello che è capitato, alle emozioni che ha percepito, cercando nello stesso tempo di apportare delle correzioni a convinzioni sbagliate.

La “ristrutturazione cognitiva” serve per identificare gli errori di ragionamento e i modelli di pensiero sbagliati che si hanno su se stessi e sul mondo che circonda per poi correggerli. Si parla di condizioni che possono anche essere presenti precedentemente a un trauma vissuto ma che ne influezano decisamente il percepito successivo e il modo di reagire.

Si può utilizzare un approccio terapeutico che punti a identificare con precisione gli eventi traumatici che hanno condizionato la nostra vita, intervenire sul ricordo di questi, in maniera tale da rielaborarli e riorganizzarli nella memoria. Questa tecnica chiamata Emdr (tramite movimenti oculari), punta ad aiutare il paziente a riorganizzare la propria memoria, cercando di ridurre ai minim termini l’emotività collegata ad essi, e si riescano a trasformare in risorse.

Esiste poi un approccio di natura sensomotoria che aiuti il paziente a costruire uno spazio emotivo tranquillizzante dove si sente al sicuro. Una volta raggiunta questa fase, si può intervenire sull’evento traumatico.

Tempi di guarigione

Non è semplice dare una risposta specifica sui tempi di guarigione. Quello che possiamo dire è che il trattamento ha una durata variabile che dipende da quanto è intenso il disturbo legato a questa forma di stress , dalla complessità legata al quadro clinico del paziente. In ogni caso possiamo dire che il trattamento può durare alcune sedute, fino ad arrivare ad un massimo di 12 mesi.