Disturbo affettivo stagionale

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Se non avete mai sentito parlare del disturbo affettivo stagionale sappiate che si tratta di una patologia mentale nella quale il soggetto presenta un disturbo depressivo maggiore ma con un andamento e una ricorrenza che sono quelle stagionali. Cosa accade esattamente al soggetto che presenta queste problematiche? Ci sono periodi che possiamo definire acuti durante i quali il soggetto è caratterizzato dalla presenza di episodi di natura depressiva in particolari periodi dell’anno. Chiramente gli episodi ai quali il soggetto può andare incontro si esprimono in determinate stagioni. Tuttavia da questo punto di vista è bene fare alcune specifiche importanti ai fini di una corretta diagnosi relativa a questa problematica.

Quale il parametro di riferimento per una diagnosi corretta

Per poter diagnosticare con una certa sicurezza la presenza di un disturbo del genere, il medico specialista deve verificare la frequenza degli episodi legati all’andamento stagionale. Per meglio dire c’è un parametro di riferimento in base al quale il medico riesce a formulare in tal senso una diagnosi corretta.

  • Gli episodi depressivi che si presentano durante un determinato periodo legato a una stagione devono essere numericamente rilevanti, al punto tale da superare gli episodi di natura depressiva che un soggetto può avere non durante l’arco di una stagione ma durante tutto l’anno.

Non si può certo parlare di una sindrome del genere se gli episodi depressivi che si manifestano in un determinato soggetto sono la conseguenza di varabili di natura sociale e psicologica che sono strettamente correlati a periodi dell’anno specifici. Pensiamo in tal senso un soggetto che ha svolto un lavoro di natura stagionale e una volta terminato si è trovato nella situazione di essere disoccupato.

In tal senso si parla di lavoratori soggetti a disoccupazione stagionale proprio per il tipo di lavoro che svolgono, per le variabili ai quali sono soggette e le dinamiche stesse del lavoro.

Quando si manifesta la sindrome depressiva a carattere stagionale

In ogni caso la sintomatologia collegata alla sindrome depressiva di solito si presenta durante il periodo invernale. Quindi possiamo parlare di una sintomatologia che si manifesta in autunno, raggiunge un picco collegato alla stagione invernale per poi scemare e tendere a risolversi con l’arrivo della stagione primaverile e estiva.

Tuttavia potremmo anche tranquillamente dire che questo tipo di disturbo è veramente collegato al flusso delle stagioni. Infatti fino a questo momento abbiamo parlato di una forma che si manifesta all’inizio dell’autunno, ha il suo picco durante la fase invernale e tende a scemare durante la fase primaverile.

Tuttavia la sindrome in tal senso può avere anche un andamento che può andare al contrario, può essere l’esatto opposto di quello fino a questo momento descritto. Quindi nella forma depressiva estiva, il soggetto ha un inizio di depressione durante l’arrivo della fase primaverile, raggiunge un picco quando arriva l’estate e tende a scemare fino alla sua completa risoluzione nel periodo invernale.

Latitudine geografica

Il manuale dei disturbi psichiatrici rileva che c’è un deciso aumento nel prevalere della forma invernale di questa sindrome se varia la latitudine nella quale si manifesta. In ogni caso volendo dare un quadro maggiormente preciso da questo punto di vista e più puntuale, possiamo dire che il rischio di sviluppare questa forma è maggiormente elevato nei soggetti che sono giovani di età con una netta prevalenza di soggetti che hanno un’età che varia dai 18 anni ai 30 anni.

Colpisce maggiormente uomini o donne? In linea generale si tratta di un disturbo che tende a colpire con una netta prevalenza le donne con una percentuale che arriva a 4 volte quella degli uomini.  

Depressione endogena e disturbo stagionale

Quali sono le differenze tra la depressione endogena e questo disturbo di natura stagionale? La sintomatologia è differente. Nel disturbo stagionale il soggetto può avere sintomi quali:

  • Un soggetto potrebbe soffrire di ipersonnia in pratica avere una sonnolenza piuttosto marcata durante la fase del giorno
  • Un soggetto potrebbe soffrire di iperfagia un disturbo che porta un soggetto a consumare quantità elevate di cibo

Se invece parliamo di depressione endogena questa è caratterizzata da una serie di sintomi quali:

  • Il soggetto che presenta questa problematica soffre di insonnia
  • Il soggetto che presenta questa problematica può avere problemi di anoressia
  • Il soggetto che presenta questa problematica può avere problemi relativi alla perdita di peso

 Melrose

Nel 2015 Melrose ha fatto un’analisi puntuale e approfondita sui sintomi che riguardano la forma invernale del disturbo rilevando in tal senso una serie di specificità, tra queste abbiamo:

  • Il soggetto ha tendenzialmente un umore che tende al triste
  • Il soggetto potrebbe andare incontro a un problema di astenia che riguarda uno stato di debolezza diffuso e generalizzato

Qual’è la sintomatologia più evidente di un problema del genere? Ci sono una serie di sintomi che possiamo notare vediamo quali sono:

  • Si tratta di soggetti che possono avere un livello di tristezza piuttosto accentuato
  • Si tratta di soggetti che possono avere un certo grado di irritabilità
  • Si tratta di soggetti che possono avere stati di piano piuttosto diffusi
  • Possono manifestare problemi legati al loro livello di concentrazione
  • Sono persone che rispetto ad altre tendono a dormire in maniera più accentuata del normale
  • Tendono a isolarsi evitando di fatto di interagire a livello sociale
  •  Tendono ad avere un’alimentazione non equilibrata con una netta predominanza di carboidrati e zuccheri

Probabili cause

Ad oggi la scienza moderna ha individuato nelle possibili cause di questa forma specifica depressiva un ciclo stagionale legato ad eventi maggiormente stressanti per i pazienti. Un elemento rilevante per quello che concerne i cambiamenti stagionali è quello legato proprio al livello di sensibilità che possono avere i pazienti proprio per il cambio di stagione.

Ci sono delle varabili in tal senso di natura climatica che si possono considerare fattori rilevanti? Si da questo punto di vista possiamo avere:

  • Un fattore che potrebbe avere una certa rilevanza è quanto è lungo il giorno
  • Un altro fattore che potrebbe avere una certa rilevanza è legato alle ore effettive di sole che un soggetto prende durante il giorno
  • Un altro fattore da tenere in considerazione è quello legato ai livelli di regolazione della serotonina che nei soggetti affetti da questo disturbo è presente in minor quantità. Ricordiamo a tutti che la serotonina è un neurotrasmettitore che è direttamente collegato al livello di stabilizzazione del proprio umore.

 Approcci terapeutici nella cura della problematica

Quali sono gli approcci terapeutici validi nella cura di queste problematiche? Si parla di una terapia che viene utilizzata già da tempo e corrisponde al nome di Light Therapy. Cosa prevede questo approccio terapeutico? Il paziente dovrà essere esposto durante il giorno a una fonte luminosa di natura artificiale che abbia la caratteristica di essere pari a 10.000 lux.

Facendo poi una serie di studi e approfondimenti relativi alla Light Therapy hanno scoperto che sostanzialmente pazienti che si erano esposti per una settimana di fila avevano tratto maggiori benefici dalla terapia in sè rispetto a soggetti che invece si erano esposti per un tempo pari a due settimane.

Effetti collaterali della Light Therapy   

Questa terapia oltre ai vantaggi che può avere, presenta degli ipotetici effetti collaterali? Si andiamo a vedere quali:

  • Gli effetti collaterali comprendono un certo grado di stanchezza oculare
  • Il soggetto può avere mal di testa
  • Il soggetto può avere un certo grado di irritabilità
  • Può avere anche problemi legati al sonno con relativi disturbi

Ulteriori considerazioni

Visto e considerato che i disturbi legati a un disturbo affettivo stagionale possono essere anche collegati a una non corretta produzione della serotonina, si è visto che gli antidepressivi di seconda generazione che fungono da inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina hanno un certo grado di efficacia.

Tuttavia si potrebbe anche agire su una sorta di ristruttuazione cognitiva che preveda la sostituzione dei pensieri che durante il picco depressivo scatenano nel soggetto stati di tristezza con attività gratificanti e positive.