Cerebellite

447

Quando parliamo di cerebellite, ci stiamo sostanzialmente riferendo a una patologia che si innesca a seguito di un processo di natura infiammatoria che riguarda la zona del cervelletto. Quest’area specifica del cervello inizia a non funzionare più come dovrebbe. Quali sono le possibili cause che portano un soggetto a sviluppare una patologia del genere? Vediamole insieme:

  •  Potrebbe essere la conseguenza di un processo di natura infettiva
  • Potrebbe essere la conseguenza di una vaccinazione al quale il soggetto si è sottoposto
  • Potrebbe essere la conseguenza di una perdita emorragica che riguarda la zona del cervelletto
  • Potrebbe essere la conseguenza di un ictus
  • Potrebbe essere la conseguenza di un problema legato alla mancanza di determinate vitamine

Qual’è la sintomatologia specifica che si manifesta nel soggetto che soffre di questa patologia? Vediamola insieme:

  • Il paziente potrebbe iniziare ad avere un andatura non equilibrata con un determinato grado di instabilità
  • Il paziente potrebbe avere problemi in fase di camminata con una possibilità molto elevata di inciampare
  • Il soggetto potrebbe soffre di nausea
  • Il soggetto potrebbe avere vomito
  • Il soggetto potrebbe lamentare un mal di testa
  • Il soggetto potrebbe manifestare tremori
  • Il soggetto potrebbe soffrire di vertigini

Qual’è il corretto iter diagnostico per poterla identificare? Vediamolo insieme:

  1. Per prima cosa il medico dovrà essere molto attento alla sintomatologia lamentata dal paziente analizzandola in maniera approfondita
  2. Sicuramente al paziente verrà fatta un’analisi a livello neurologico
  3. Al paziente potrebbero essere prescritti esami del sangue
  4. Al paziente potranno essere prescritti esami di natura radiologica che saranno mirati alla zona dell’encefalo
  5. Il paziente potrebbe essere sottosto a un esame chiamato elettromiografia

Processo infiammatorio a carico del cervelletto

Questo processo infiammatorio a carico del cervelleto che scatena questa patologia incide su due aree specifiche presenti in una persona:

  • Incide in maniera negativa sulla capacità di avere controllo sui propri movimenti
  • Incide in maniera negativa sulla capacità di coordinare la muscolatura volontaria

Si tratta di una patologia che è diffusa o parliamo di una malattia rara? La risposta corretta è che ci stiamo riferendo a una patologia che tende a manifestarsi in maniera piuttosto rara. Colpisce un segmento specifico di popolazione? Si in linea generale possiamo dire che tende a manifestarsi in persone molto giovani, si parla in tal senso di bambini che hanno un’età minore di dieci anni.

Quali sono le cause che possiamo identificare come maggiormente frequenti nella compara di questa patologia? Andiamo a vederle insieme:

  • Generalmente è scatenata in seguito alla comparsa di un processo di natura infettiva primario
  • Generalmente è scatenata in seguito alla comparsa di un processo di natura infettiva secondaria

Tuttavia volendo scendere maggiormente nel dettaglio di agenti infettivi responsabili di questa patologia potremmo citare:

  • Potrebbe innescarsi in soggetti che hanno l’influenza
  • Potrebbe innescarsi in soggetti che hanno l’Echovirus
  • Potrebbe innescarsi in soggetti che hanno l’Epatite A
  • Potrebbe innescarsi in soggetti che hanno il morbillo
  • Potrebbe innescarsi in soggetti che hanno la rosolia

Parliamo di vaccini

Quali potrebbero essere invece i vaccini responsabili di una problematica del genere? Vediamoli insieme:

  • Potrebbe essere la conseguenza della somministrazione del vaccino per prevenire o eliminare la rabbia
  • Potrebbe essere la conseguenza della somministrazione del vaccino per la varicella
  • Potrebbe essere la conseguenza della somministrazione del vaccino contro l’epatite b

Non si può escludere a priori ch sia la conseguenza di :

  • Una perdita emorragica nella zona del cervelletto
  • Un soggetto che ha avuto un’esposizione a sostanze quali il mercurio

Parliamo di sintomatologia

Ora affrontiamo la sintomatologia alla quale il soggetto si trova esposto se presenta questa patologia:

  • Il paziente che soffre di questa patologia potrebbe avere un’assenza totale di capacità di coordinazione tra due aree specifiche del corpo. Si parla della zona del tronco e della zona degli arti inferiori
  • Il soggetto quando cammina potrebbe avere un modo di muoversi incerto e basato sull’instabilità
  • Il soggetto quando cammina rischia di avere degli inciampi
  • Il soggetto potrebbe soffrire di tremori lungo il corpo
  • Il soggetto potrebbe lamentare un mal di testa
  • Potrebbe avere delle difficoltà quando deve mangiare
  • Potrebbe iniziare ad esprimersi in un linguaggio non chiaro

Un’altra informazione utile su questa problematica è quella legata a una fase successiva a un processo di natura infettiva. Solitamente tende a manifestarsi all’incirca dopo due settimane dall’infezione. Se si tratta di una patologia scatenata da un ictus, un evento emorragico o un processo di natura infettiva non di derivazione virale, la sintomatologia che scatena potrebbe diventare del tutto permanente. In tal senso l’approccio terapeutico si limiterà a migliorare la sintomatologia.

Ci sono sostanziali differenze nel modo in cui si manifesta questa patologia nei bambini e come si manifesta negli adulti? Si, se ci riferiamo alle cause nei ragazzi più giovani possiamo annoverare tra le cause più diffuse legate a questa patologia l’insorgenza di un processo di natura infettiva. Se invece parliamo di persone adulte, le cause maggiormente comuni in tal senso sono legate all’esposizione a sostanze come il mercurio, il piombo o la conseguenza di ictus che coinvolgono la zona del cervelletto.

Parliamo della forma grave

Se il soggetto dovesse avere una forma accentuata, il paziente potrebbe avere conseguenze più serie tra le quali:

  • Parliamo di soggetti che potrebbero sviluppare una patologia come l’idrocefalo
  • Il soggetto potrebbe sviluppare una forma di ipertensione all’interno del cranio

La patologia visto e considerato che incide sull’effettiva capacità delle persone di avere un’autonomia di natura motoria completa, potrebbe indurre nel corso del tempo stati di natura depressiva o fluttuazioni di natura umorale che di fatto incidono sul livello di qualità effettiva della vita delle persone.

Contattare il medico

Quando un soggetto deve contattare un medico? La risposta corretta è che se un soggetto dovesse manifestare sintomi quali:

  • Inizia ad avere un’andatura non corretta
  • Si accorge che camminando ha la tendenza ad inciampare
  • Inizia ad accorgersi che perde la capacità di coordinare la zona del tronco e degli arti inferiori

Iter diagnostico

Qual’è il corretto iter diagnostico al quale va sottoposto il paziente che soffre di questa patologia? Andiamo a vederlo insieme:

  1. Un fattore molto importante è la descrizione dettagliata dei sintomi che il soggetto lamenta, direttamente dal paziente o per mezzo di un genitore quando si tratta di bambini piccoli
  2. Il medico dovrà fare una valutazione molto attenta della sintomatologia lamentata ponendo in tal senso al paziente domande molto precise e specifiche. Questo approccio sarà molto utile per stabilire se il paziente recentemente ha avuto processi di natura infettiva, se sono accaduti episodi nei quali il soggetto è andato incontro a traumi nella zona del capo o se per caso si è sottoposto a vaccini specifici
  3. Sarà molto importante fare un’analisi a livello neurologico molto attenta, per capire se sono intervenuti problemi al sistema nervoso. Per questo motivo sarà importante valutare gli attuali livelli di riflessi del soggetto, la capacità di vedere, la capacità di udire suoni, la memoria del paziente
  4. Un esame come l’elettromiografia consente al medico di stabilire quale sia la capacità effettiva del sistema nervoso centrale nel controllare la muscolatura volontaria
  5. Il paziente potrebbe essere sottoposto a una risonanza magnetica nucleare della zona encefalica, volta a stabilire quale sia lo stato effettivo e se sono intervenute eventuali alterazioni
  6. La rachicentesi consente invece di effettuare un prelievo del liquido cefalorachidiano e di poterlo successivamente analizzare in un laboratorio

Processo diagnostico

Il corretto iter diagnostico prevede per prima cosa che si possano escludere tutte quelle patologie che hanno una modo di manifestarsi con una sintomatologia del tutto simile alla cerebellite. Parlando invece di approcci di natura terapeutica è essenziale come prima cosa stabilire con certezza quale sia la causa che ha innescato la problematica.

Tuttavia non basta solo stabilire quale sia la causa, si dovrà intervenire con una terapia mirata che varierà da paziente a paziente. Se i danni hanno interessato la zona del cervelletto, si dovrà intervenire con una terapia mirata a ridurre i sintomi. Se la patologia si è prodotta in seguito a un processo di natura infettiva, si dovrà attendere che l’episodio legato all’infezione si risolva con relativa sintomatologia.

Se la patologia si è innescata per una perdita emorragica che ha interessato la zona del cervelletto, si dovrà intervenire con la chirurgia per arrestare l’evento emorragico. Se la patologia si è prodotta in seguito a un ictus, sarà importante intervenire a livello farmacologico con farmaci ad azione anticoagulante. Se si tratta di un processo di natura infettiva collegata a un batterio, si procederà a somministrare antitiobici.

Se si tratta di una patologia che si è originata in seguito alla mancanza di vitamine specifiche, si procederà a dare al paziente dosi elevate relative alla vitamina o alle vitamine mancanti. Si possono adottare degli approcci di natura preventiva? La risposta corretta è che dipende da cosa è stata scatenata. Se si tratta di una patologia legata ad una infezione alla quale successivamente si manifesta la cerebellite, non ci sono approcci terapeutici che si possano mettere in campo. Se si tratta invece di una forma collegata a ictus, è possibile attuale alcuni comportamenti di natura preventiva basati su esercizio fisico, sul controllo dell’ipertensione e sul mantenimento di livelli ridotti di colesterolo.

Cavernoma celebrale