Dislipidemia sintomi

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Quali sono i sintomi della dislipidemia? La risposta corretta è che si parla di valori elevati di lipidi che si possono riscontrare nel flusso sanguigno, questo non coincide con la comparsa di sintomi. In alcuni casi, qualora i livelli espressi dovessero essere elevati, i grassi hanno la capacità di depositarsi in zone come la pelle e i tendini e formano in tal senso quelle che vengono dette protuberanze definite anche xantomi. In alcuni casi, i pazienti potrebbero manifestare intorno ai margini della cornea anelli di color biancastro.

Cosa potrebbe accadere per i soggetti che hanno un livello elevato di lipidi? Vediamolo insieme:

  • Si potrebbe manifestare un ingrossamento del fegato;
  • Si potrebbe manifestare un ingrossamento della milza.

Il paziente potrebbe avere delle difficoltà? Si, potrebbe andare incontro ad una sensazione di formicolio o una sensazione di bruciore che interessa la zona delle mani e la zona dei piedi. Il paziente potrebbe avere delle difficoltà quando si respira e potrebbero esserci rischi che riguardano la pancreatite.

Quali sono le problematiche che può dare la pancreatite? La risposta corretta è che potrebbe causare dei dolori a livello addominale piuttosto marcati e seri, in alcuni casi porta il paziente al decesso.

Approfondiamo la problematica

Quando si parla di dislipidemia, ci stiamo riferendo ad un livello elevato di lipidi oppure potrebbe prodursi la condizione contraria, si parla quindi di un livello di colesterolo basso. Ci possono essere dei fattori che potrebbero contribuire in tal senso a questa problematica? La risposta è si, si parla in tal senso dello stile di vita, della genetica, di disturbi quali livelli piuttosto bassi di ormoni di natura tiroidea, potrebbe essere legata a farmaci.

Quali potrebbero essere nel corso del tempo le conseguenze? Potrebbe prodursi una patologia come l’aterosclerosi, con la conseguenza dell’angina, di infarti, di ictus o di un’arterioparia a livello periferico. Cerchiamo ora di approfondire cosa sono i lipidi e come si dividono. Quelli che possiamo definire come importanti nel sangue sono:

  • Si parla in tal senso di colesterolo, si tratta di una compomente molto importante per le membrane cellulari, per le cellule cerebrali, per quelle nervose della bile. L’organismo utilizza il colesterolo per fare in modo che venga prodotta la vitamina D e una serie di ormoni tra cui gli estrogeni;
  • Parlando invece dei trigliceridi è bene sapere che hanno la capacità di poter essere utilizzati come energia per i vari processi interenti al metabolismo.

Quando parliamo di lipoproteine a cosa ci stiamo riferendo? La risposta corretta è che si tratta di particelle che proteine e non solo. Quale funzione specifica hanno? La risposta corretta è che servono a trasportare i grassi quali il colesterolo e i trigliceridi. Possiamo parlare di una categoria definibile come univoca oppure ne abbiamo di differenti tipologie? La risposta corretta è che potremmo essere in presenza di:

  1. Si parla di chilomicroni;
  2. Si parla di lipoproteine a densità elevata;
  3. Si parla di lipoproteine a densità bassa;

L’aterosclerosi per quali rischi tende a svilupparsi? La risposta corretta è che il rischio tende ad aumentare con i livelli di colesterolo. L’aterosclerosi potrebbe interessare le arterie che hanno la funzione di portare il sangue al muscolo cardiaco, si parla di quelle che portano sangue nella zona del cervello e potrebbero causare nel corso del tempo l’ictus.

Livelli alti di colesterolo cosa potrebbero provocare? La risposta corretta è che aumentano sensibilmente il rischio che nel corso del tempo possano svilupparsi patologie come l’infarto e l’ictus. Tuttavia è bene sapere che quando si parla di una patologia come l’aterosclerosi, le componenti più importanti inerenti al colesterolo sono LDL e l’HDL. Ad oggi non è stato ancora determinato se livelli di trigliceridi molto alti tendano in tal senso ad aumentare il rischio che si possa produrre l’ictus e l’infarto.

Se parliamo di livelli di trigliceridi che hanno un valore superiore ai 150 mg/dl, sono considerati in tal senso una condizione patologica. Se invece il paziente dovesse avere dei livelli molto alti di HDL, considerato in tal senso colesterolo buono, si parla in tal senso di benefici e non devono essere considerati negativi.

Parliamo di cause

Quali sono le cause che potrebbero portare alla dislipidemia? La risposta corretta è che potrebbe venire classificata come:

  1. Primaria nel caso in cui subentrino cause di natura genetica ed ereditaria;
  2. Secondaria nel caso in cui sia legata ad esempio allo stile di vita.

Nel caso della forma ereditaria è bene sapere che parlando di cause, ci si riferisce a quelle legate a mutazioni di natura genetica che inducono l’organismo di una persona a produrre una quantità molto marcata di colesterolo LDL. In alcuni casi si parla di cause che riguardano il deficit o l’eliminazione in quantità molto marcate di colesterolo definito HDL. Quando si parla di livelli di colesterolo che risultano essere elevati, si parla di pazienti che hanno displidemie di natura primaria. Queste tendono a interferire con il metabolismo e con la capacità di eliminare i grassi.

Se parliamo invece dell’iperlipidemia familiare di natura combinata è bene sapere che i livelli di colesterolo e trigliceridi potrebbero essere in tal senso piuttosto elevati. Quante persone sono interessate da una patologia del genere? Per prima cosa è bene sapere che i livelli di lipidi possono essere considerati in tal senso patologici in linea generale dopo i 30 anni.

Quando parliamo invece di una disbetalipoproteinemia di natura familiare, tendono ad aumentare i livelli di lipoproteine con una bassa densità. I depositi del grasso (definiti anche xantomi) tendono a formarsi in zone quali i gomiti, le ginocchia e la zona dei palmi delle mani.

Se parliamo di ipertrigliceridemia familiare è bene sapere che in questa forma i trigliceridi tendono ad avere valori molto elevati. Quante sono le persone interessate da questa patologia a livello percentuale? La risposta corretta è circa un uno per cento dei soggetti. Approfondiamo ora le cause legate alla dislipidemia secondaria:

  1. Una delle cause più importanti in tal senso è legato ad uno stile di vita scorretto, troppo sbilanciato su grassi saturi, colesterolo e grassi di natura idrogenata;
  2. Ulteriori cause secondarie in tal senso possono riguardare la presenza del diabete mellito, il consumo di grandi quantità di alcolici, le patologie renali croniche, ipotiroidismo, la cirrosi biliare primitiva.

Approccio diagnostico

Qual’è il corretto iter diagnostico? La risposta corretta è che si sottoporrà il paziente a degli esami del sangue che servono a misurare quelli che sono i livelli di colesterolo. L’esame verrà fatto fare al paziente a digiuno e comprende in tal senso:

  • Si parla dei livelli globali di colesterolo;
  • Si parla dei trigliceridi;
  • Si parla di colesterolo LDL;
  • Si parla di colesterolo HDL.

Ulteriori fattori di rischio in tal senso sono l’ipertensione arteriosa, il diabete.

 Approcci terapeutici

Quali sono invece gli approcci di natura terapeutica per i sintomi della dislipidemia ? Vediamoli insieme:

  1. Per prima cosa ridurre il peso;
  2. Fare esercizio fisico;
  3. Utilizzo di farmaci ipolipemizzanti;
  4. Cercare di ridurre la quantità di grassi saturi presenti nella dieta.

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Alessandro Baldini
Web content writer senior, specializzato nella redazione di contenuti nel settore medico, laureato in filosofia a Bologna, corso di specializzazione conseguito allo Ial Web di Udine nel content management, corso conseguito al Cfa di Milano nel 2020, sul web marketing.