Ectopia utero

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Quando parliamo di ectopia all’utero a cosa ci stiamo riferendo? Si tratta essenzialmente di una estroflessione. Si tratta di una condizione rara, quindi di fatto si manifesta in maniera poco frequente oppure al contrario si tratta di un fenomeno che possiamo definire comune, tende quindi a manifestarsi in un numero elevato di donne? La risposta corretta è che si tratta di un fenomeno piuttosto comune, in tal senso può riguardare un numero elevato di donne. Nel linguaggio comune viene anche definita piaghetta ma si tratta di un termine improprio. Si tratta da un punto di vista medico di una estroflessione che riguarda la zona della mucosa a livello endocervicale. Quali sono le conseguenze che si producono in questo segmento dell’organismo femminile? La presenza di questa estroflessione è di fatto la causa della scomparsa dell’epitelio che funge da strato di rivestimento del collo dell’utero.

Si tratta di una estroflessione dalle dimensioni fisse o si tratta di dimensioni variabili? La risposta corretta è che si tratta di un’estroflessione che ha dimensioni variabili e in linea di massima si può parlare di una manifestazione che non comporta in tal senso alcun grado di pericolosità.

Nonostante la sua natura benigna, nonostante non costituisca in alcun modo una condizione pericolosa che può provocare altri tipi di lesioni nel corpo della donna, l’estroflessione è vissuta dalla donna con un elevato grado di preoccupazione. Cerchiamo ora di fare un approfondimento in tal senso, per cercare di comprendere meglio la natura di questa estroflessione. Per prima cosa è bene partire dalla sua definizione, per comprendere meglio di cosa si tratta. A tutti gli effetti possiamo parlare di:

  1. Quella che impropriamente definiamo come piaghetta, a tutti gli effetti altro non è che una lesione che interessa la zona del collo dell’utero. Dove si manifesta in maniera precisa? Nella zona dell’orifizio localizzato nel segmento dell’utero, nella parte esterna. Si tratta in tal senso del tratto più adiacente all’area vaginale. Cosa accade esattamente? In pratica una porzione legata al tessuto presente nella zona del canale cervicale, tende a ingrandirsi, a vivere una fase di espansione tale da volgersi verso la parte esterna. La conseguenza è legata al fatto che questa porzione che si espande verso l’esterno tende a invadere un altro segmento specifico che è quello della vagina. Questa estroflessione nella zona esterna che dimensioni ha? Da questo punto di vista si può parlare di dimensioni non standard, possono essere in tal senso variabili.
  2. Qual’ è il corretto iter diagnostico per arrivare a determinare se nella donna è presente una condizione del genere? In realtà questa estroflessione possiamo dire che viene scoperta in maniera del tutto casuale. Nel corso di una visita ginecologica di routine, il ginecologo si accorgerà che nel corpo della donna è presente questa estroflessione.

Sintomatologia

Si tratta di una estroflessione che innesca una sintomatologia di qualche tipo nell’organismo della donna? In realtà no, si tratta di una condizione che possiamo definire del tutto innocua. Per questo motivo il suo decorso potrebbe essere del tutto asintomatico. Questo non esclude che possa in ogni caso determinare alcune condizioni che andiamo adesso a vedere nel dettaglio:

  1. L’estroflessione potrebbe innescare un maggior livello di emissione di secrezioni vaginali, condizione anche definita leucorrea
  2. L’estroflessione potrebbe innescare un maggior livello di emissione di perdite di natura ematica
  3. L’estroflessione potrebbe innescare un maggior livello di perdite ematiche tra un flusso mestruale e l’altro

Il fatto che si tratti di una estroflessione del tutto innocua, in molti casi del tutto asintomatica o che si provoca sintomi innesca delle reazioni non serie per il livello di benessere fisico e mentale della donna, non deve far sottovalutare in alcun modo la sua presenza. Infatti nonostante la sua struttura innocua, non si può escludere a priori che possa innescare:

  • Pur rappresentando una condizione del tutto benigna, non esclude che nel corso del tempo possa dare luogo a processi di natura infiammatoria
  • I processi infiammatori potrebbero nel corso del tempo dare origine a lesioni di natura cervicale sino a sfociare in lesioni che potrebbero rappresentare delle fasi precedenti a quelle tumorali

Approcci preventivi

Una volta determinato tramite visita ginecologica che la donna può avere un’estroflessione del genere nel proprio corpo, quali sono i corretti comportamenti da adottare? Per prima cosa è necessario che la donna si sottoponga in maniera ciclica e frequente, con cadenza annuale a un pap test.

Un’altra abitudine corretta se si ha nel proprio corpo un’estroflessione del genere è quella di non indossare i salvaslip. Se si intrattengono rapporti di natura sessuale con partner del tutto occasionali, sarà bene prendere delle precauzioni come quella di utilizzare un contraccettivo come il profilattico. Perchè è necessario dover adottare tutti questi tipi di accorgimenti? Perchè si tratta di variabili che in quanto tali possono innescare l’insorgenza di batteri o processi di natura infiammatoria che a loro volta potranno facilmente infiammare l’estroflessione presente nella donna.

Leucorrea

Quando parliamo di leucorrea a cosa ci stiamo riferendo? Si tratta di perdite di natura vaginale di colore biancastro. In linea di massima si può parlare di un fenomeno del tutto naturale in presenza del ciclo femminile. Le perdite poi hanno in generale una valenza positiva, infatti tendono a svolgere un ruolo protettivo e di lubrificazione al punto giusto relativo alla zona dell’apparato genitale femminile.

Possono invece rappresentare una condizione differente quando la perdita diventa molto abbondante in termini di quantità, il colore può cambiare assumendo delle tonalità gialle o verdi. La donna può anche manifestare una sintomatologia fastidiosa quale:

  1. La donna con queste secrezioni molto abbondanti potrebbe avere un fastidioso bruciore
  2. La donna con queste secrezione molto abbondanti potrebbe avere un fastidioso prurito
  3. La donna con queste secrezioni molto abbondanti potrebbe avere odori sgradevoli
  4. La donna con queste secrezioni molto abbondanti potrebbe avere delle irritazioni con un certo livello di diffusione

Processi infettivi e leucorrea

La leucorrea nella donna si potrebbe accompagnare quindi a processi di natura infettiva, vediamo quali:

  1. La donna potrebbe essere affetta da una candidosi vulvovaginale definita anche candida
  2. La donna potrebbe essere affetta da una vaginosi di natura batterica
  3. La donna potrebbe essere affetta da una forma chiamata vaginite da Thricomonas

Parliamo di candida

Quando parliamo di questo processo di natura infettiva ci riferiamo a una malattia che in linea generale è causata da un fungo chiamato Candida Albicans. Si tratta in realtà di un fungo che potrebbe essere nell’organismo della donna ma che in condizioni normali non genera alcun problema nel nostro organismo. La sua struttura è del tutto innocua in un organismo che ha il sistema immunitario che reagisce in maniera adeguata al potenziale attacco di agenti patogeni. Se invece al contrario parliamo di una persona che dopo ad esempio aver seguito una terapia con antibiotici, può avere un sistema immunitario indebolito, potrebbe proliferare all’interno dell’organismo femminile e produrre un processo di natura infiammatoria.

Quali sono le sintomatologie associate alla candidosi? Vediamole insieme:

  • La donna potrebbe andare incontro a perdite di colore biancastro
  • La donna potrebbe soffrire di prurito
  • La donna potrebbe avere una sensazione di bruciore
  • La donna potrebbe avere una sindrome dolorosa che si manifesta in caso di minzione
  • La donna potrebbe avere una sindrome dolorosa che si manifesta durante i rapporti sessuali

Il processo terapeutico che si può mettere in atto dipende ovviamente dalla specifica tipologia di processo infettivo. La terapia in tal senso potrebbe prevedere l’utilizzo di farmaci assunti in pillole in forma orale.

Trattare l’ectopia all’utero

Quali sono gli approcci di natura terapeutica che si possono mettere in campo per l’estroflessione? Se è asintomatica e non crea problemi alla donna, non saranno necessari trattamenti a parte i controlli periodici tramite visita ginecologica. Se dovesse provocare delle perdite di natura emorragica, potrà essere trattata con ovuli cicatrizzanti.

In alcuni casi si potrebbe intervenire con una procedura chiamata diatermocoagulazione che prevede una procedura ambulatoriale durante la quale con un bisturi elettrico si provvede a bruciare l’estroflessione. L’intervento dura circa 20 minuti.

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