Infarto coronarie

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Quando parliamo di infarto delle coronarie  a cosa ci stiamo riferendo? Si tratta essenzialmente di un processo di necrosi che può riguardare un tessuto o un organo. Per quale motivo l’organo va in necrosi? Perché l’apporto di sangue necessario a farlo funzionare bene non è presente. In tal senso si parla allora di necrosi di una parte del cuore, causato da un processo di natura ostruttiva che riguarda una delle coronarie che contribuiscono al corretto apporto di sangue.

In quale modo un paziente potrebbe avere una problematica del genere? Come tende a manifestarsi? Si tratta di una casistica che potrebbe interessare un paziente quando si trova in uno stato di riposo assoluto oppure al contrario quando il paziente è preda di un’emozione piuttosto marcata.

Potrebbe anche manifestarsi in un soggetto che:

  • Si parla di pazienti che hanno magari fatto uno sforzo fisico piuttosto importante.

Si tratta di una problematica che tende a presentarsi con un certo livello di gradualità oppure al contrario si manifesta in maniera del tutto improvvisa? La risposta corretta è che tende a manifestarsi in maniera del tutto improvvisa con una sintomatologia che è facilmente riconoscibile.

Si tratta di una patologia rischiosa per la vita del paziente? La risposta corretta è si, se non si interviene in maniera più che tempestiva, il paziente potrebbe andare incontro al decesso.

Parliamo di complicazioni

Quali possono essere le possibili complicazioni alle quali può andare incontro un paziente? Vediamole insieme:

  • Il paziente potrebbe andare in stato di shock, una condizione molto seria nella quale i sintomi che lamenta sono:
  1. Il paziente lamenta una pressione a livello di arterie bassa;
  2. Il paziente potrebbe avere la tachicardia.

Tra le possibili complicazioni alle quali potrebbe andare incontro il paziente abbiamo:

  • Il paziente potrebbe avere un edema polmonare piuttosto marcato;
  • Il paziente potrebbe sviluppare aritmie di natura cardiaca che potrebbero anche causarne il decesso;
  • Il paziente potrebbe rischiare di avere un’ischemia in altri organi del corpo

Parliamo di cause

Parliamo ora di cause, specificando quali sono le potenziali cause in base alle quali il paziente potrebbe sviluppare una condizione patologica del genere. Quella più importante e rilevabile in molti casi è legata a un processo di occlusione che potrebbe essere parziale o completo di un’arteria coronarica. Per quale motivo si può produrre una condizione del genere? Essenzialmente è collegato alla formazione di un coagulo che si può formare su:

  • Potrebbe formarsi sulla zona della parete vascolare;
  • Potrebbe formarsi sulla zona della placca coronarica.

Un’altra casistica della quale dobbiamo parlare ma che rappresenta a tutti gli effetti un evento raro è una malformazione che coinvolge la zona delle coronarie ( si parla in tal senso di un trombo che si origina). Potrebbe trattarsi di una forma di infarto che il soggetto manifesta nel momento in cui il paziente è sottoposto a:

  • Si tratta di una forma che potrebbe esordire in seguito a uno stress molto marcato di natura emotiva;
  • Si tratta di una forma che tende a colpire in maniera predominante le donne rispetto agli uomini.

In tal senso viene anche definita come sindrome di Takotsubo. Qual’ è la particolarità di questa forma? Se al paziente viene fatto un elettrocardiogramma, si potrà notare che la sua forma è molto particolare. Infatti sembra un cestello che abitualmente utilizzano i pescatori Giapponesi.

Parliamo di sintomi

Quale risulta essere la sintomatologia specifica che manifesta una persona che soffre di una patologia del genere? Vediamo insieme i sintomi:

  • Il paziente potrebbe lamentare una sindrome dolorosa che coinvolge la zona del petto;
  • Il paziente potrebbe avere sudorazione fredda;
  • Il paziente potrebbe avere la nausea.

Come si sviluppa questa sindrome dolorosa? In fase iniziale la sindrome dolorosa nella zona del petto potrebbe manifestarsi per tempi brevi e in seguito manifestarsi in maniera più costante. Tuttavia anche in tal senso è bene fare una distinzione. Infatti se la sindrome dolorosa dovesse manifestarsi per un periodo di tempo compreso in trenta minuti si parla in tal senso di angina pectoris. Possiamo parlare in termini di sintomi di una condizione standard? No, la sintomatologia varia a seconda del soggetto e potrebbe anche manifestarsi con:

  • Il paziente potrebbe avere una percezione di stordimento;
  • Il paziente potrebbe soffrire di vertigini;
  • Il paziente potrebbe lamentare una sensazione come quella del respiro che manca.

 Parliamo di rischi

Quali possono essere le variabili di rischio che influenzano l’insorgenza di questa patologia? Vediamoli insieme:

  1. Si tratta di una problematica che è correlata all’età del soggetto e al processo di invecchiamento;
  2. Tra un paziente di sesso maschile e un paziente di sesso femminile, il secondo è maggiormente esposto a questo rischio;
  3. Si tratta di una condizione che è più probabile si manifesti in un paziente che ha nell’ambito familiare dei casi di patologie che interessano l’apparato cardiovascolare.

Si può però intervenire su fattori che ne influenzano lo sviluppo quali:

  • Modificare il proprio stile di vita eliminando il fumo e facendo regolare attività fisica;
  • Modificare il proprio regime alimentare evitando di introdurre alimenti ricchi di grassi;
  • Tenere sotto controllo la pressione della arterie, soprattutto dopo i 50 anni;
  • Tenere sotto controllo medico una patologia come il diabete.

  Processo diagnostico

Qual’ è il corretto iter diagnostico? Per prima cosa si analizzeranno attentamente i sintomi lamentati dal paziente. La conferma della diagnosi potrà avvenire tramite elettrocardiogramma. Gli esami del sangue possono essere utili per capire se sono presenti specifici enzimi definiti cardiaci emesse dalle cellule del cuore sono morte.

Un altro esame che può essere utilizzato per diagnosticare una problematica del genere è l’ecocardiogramma con Color Doppler.

Approcci terapeutici

Quali sono invece gli approcci di natura terapeutica che si possono praticare sul paziente? Per prima cosa si dovrà fare in maniera tale da intervenire sulla coronaria oggetto del processo di occlusione. In tal senso la procedura prevede l’introduzione di un catetere con palloncino posto all’estremità in grado di essere introdotto nel punto in cui c’è il restringimento della coronaria. Successivamente si interverrà con una protesi posta nella parte interna del vaso ( si chiama stent) che consente di mantenere dilatata la zona disostruita.

Se questo trattamento non è applicabile si procederà con un bypass coronarico. Questa procedura prevede tramite la chirurgia di creare un collegamento tra l’aorta e la coronaria che ha subito il restringimento utilizzando arterie alternative. 

Un’altra tipologia di trattamento per l’infarto alle coronarie, prevede la somministrazione nel paziente di farmaci definiti trombolitici che riescono a eliminare il trombo. Dopo le dimissioni al paziente verrà prescritta una terapia a base di aspirina in combinazione con un’altra tipologia di antiaggregante. I comportamenti preventivi che invece può adottare il paziente si basano essenzialmente su alcuni accorgimenti quali mantenere un peso corporeo adeguato, eliminare il fumo, fare esercizio fisico costante, non mangiare alimenti ricchi di grassi e cercare di ridurre al minimo gli eventi stressanti che possono intercorrere nella vita di una persona.

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Alessandro Baldini
Web content writer senior, specializzato nella redazione di contenuti nel settore medico, laureato in filosofia a Bologna, corso di specializzazione conseguito allo Ial Web di Udine nel content management, corso conseguito al Cfa di Milano nel 2020, sul web marketing.