Intolleranza al glutine : come diagnosticarla

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Sicuramente, leggendo riviste specializzate o guardando la televisione, vi sarà capitato di sentir parlare di intolleranza al glutine. Si tratta di un disturbo facilmente diagnosticabile? Oppure siamo in presenza di un problema che presenta delle sintomatologie piuttosto simili ad altre problematiche? Cosa deve fare una persona alla quale viene diagnosticato questo disturbo? Qual’è lo stile alimentare corretto che deve adottare per non rischiare di avere delle problematiche del genere?

Partiamo dal presupposto che i disturbi legati a questo tipo di problematica, coinvolgono un maggior numero di persone rispetto al passato. Proprio per questo motivo non ci si stupisce del fatto che rispetto al passato, sempre più persone, devono adottare degli accorgimenti che riguardano la propria alimentazione.

Purtroppo, se si introducono degli alimenti che contengono glutine, le persone che soffrono di questa sensibilità, possono andare incontro a una serie di disturbi di vario genere. Quali sono gli alimenti che contengono glutine? Andiamo a vederli nel dettaglio:

  1. Per prima cosa è bene specificare che il glutine è a tutti gli effetti un complesso formato da proteine che ha la caratteristica specifica di non essere solubile in un ambiente che contiene acqua. Per quanto riguada gli alimenti che hanno al loro interno glutine, per prima cosa dobbiamo parlare dei cereali
  2. Il glutine è presente nel farro
  3. E’ contenuto nel frumento
  4. Lo possiamo trovare nell’orzo
  5. Si trova anche nel segale

Comportamenti alimentari da adottare

Bisogna anche dire che piuttosto che parlare di alimenti da evitare, è bene mettersi nell’ottica di avere dei comportamenti di natura alimentare attenti e precisi, che comportanto a tutti gli effetti, un cambio di mentalità. Si tratta di uscire da determinate abitudini che fino a questo momento hanno accompagnato le nostre giornate, in termini di apporto di elementi nutritivi, per riuscire ad applicare uno stile alimentare nuovo, che tenga conto di questa problematica e ci faccia stare bene.

Rispetto al passato, è in aumento il numero di persone che soffrono di questo disturbo? Si, in un arco temporale che copre circa 25 anni, il numero di individui che soffre di questa particolare sensibilità è in netto aumento, al punto tale da rappresentare ad oggi, una parte importante della popolazione.

I sintomi dell’intolleranza sono chiari ed evidenti?

Purtroppo non è semplice diagnosticare un’intolleranza al glutine. Infatti i sintomi che il soggetto può manifestare sono piuttosto ampi e eterogenei tra di loro. Al punto tale che i sintomi manifestati, sono spesso equiparabili a un’altro tipo di patologia che è la celiachia. Si tratta in questo caso di una malattia di origine infiammatoria, permanente, scatenata sempre dall’ingestione di alimenti che contengono glutine. Si parla anche di una predisposizione di natura genetica.

Quali sintomi manifesta il soggetto che ha problemi sensibilità al glutine? Tendenzialmente si parla di problemi di natura gastrointestinale con manifestazioni specifiche quali:

  1. Il soggetto può avere problemi di diarrea
  2. Può soffrire al contrario di stipsi
  3. Può avvertire un senso diffuso di stanchezza
  4. Può avere un senso di debolezza

Quali sono le soluzioni che si hanno attualmente a disposizione, per aiutare una persona che soffre di questa intolleranza a condurre una vita normale? In realtà, non ci sono tante soluzioni, tutto si basa dall’applicazione di un rigoroso regime di natura alimentare che prevede la totale esclusione dalla propria dieta, di tutti gli alimenti che contengono glutine.

Nel momento in cui ci si sottopone a un regime alimentare rigido e attento, nel quale si eliminano tutti gli alimenti che potrebbero scatenare questa intolleranza, riusciamo a risolvere il problema in maniera definitiva? Purtroppo, non sempre la dieta è in grado di risolvere in maniera efficace tutti i sintomi che lamenta la persona che soffre di intolleranza al glutine.

Quando non scompaiono i sintomi

Può capitare che i sintomi persistano, pur adottando il regime alimentare più attento e rigoroso da parte del paziente. Perchè avviene questa cosa? In questo caso, si parla di pazienti affetti da celiachia che come abbiamo visto ha sintomi molto simili all’intolleranza, in termini statistici, una percentuale variabile che va dal 5 al 30 %, può avere delle sintomatologie che si ripresentano anche dopo un anno dall’inizio del nuovo regime alimentare. Le cause possono essere collegate a una disattenzione del soggetto, che senza rendersene conto assume degli alimenti che contengono in minina parte del glutine, oppure ci può essere la presenza di altre patologie come ad esempio l’intolleranza al lattosio.

Correlazione tra celiachia e intolleranza al lattosio

Cerchiamo adesso di capire meglio, in che modo celiachia e intolleranza al lattosio sono correlate. La prima cosa che è bene specificare è che nel soggetto, ci possono essere entrambe le patologie. Tra le cause che possiamo cercare, c’è sicuramente una sensibilità di natura genetica che porta nel corso degli anni a perdere quella naturale capacità di produrre un enzima specifico che si chiama lattasi. Qual’è la sua funzione? Aiuta a digerire nella maniera corretta il lattosio che introduciamo con gli alimenti.

Tuttavia non è necessariamente detto che questa sensibilità al lattosio, sia nell’individuo un qualcosa di cronico e irreversibile. Infatti ci può essere un problema legato al malassorbimento del glutine, una funzione che viene regolata dai villi intestinali. Parliamo di ripiegamenti verso l’esterno dell’intestino, che aiutano ad assorbire meglio gli elementi nutritivi che abbiamo introdotto nel corpo tramite il cibo.

Se è presente questa condizione, il problema legato al lattosio è una conseguenza di un non corretto funzionamento del segmento intestinale. Adottando gli opportuni accorgimenti, nel momento in cui l’intestino dovesse riprendere la sua naturale funzionalità, questa intolleranza al lattosio potrebbe scomparire naturalmente.

Quindi è consigliabile nel soggetto a cui è stata diagnosticata una celiachia, sospendere anche l’assunzione di alimenti che contengono al loro interno lattosio? L’eventuale eliminazione dalla dieta del soggetto del lattosio, va fatta in base alla valutazione di uno specialista che è in grado di determinare quale sia l’entità del danno intestinale che abbiamo e se è necessario abbinare a una dieta priva di glutine, anche una eliminazione del lattosio e dei relativi alimenti che lo contengono.

Un altro dato importante è legato alla capacità di digerire il lattosio anche dopo aver curato in maniera opportuna, il problema intestinale che il soggetto aveva. Pur avendo seguito in maniera scrupolosa, una dieta completamente priva di glutine, può passare molto tempo prima che si riesca digerire nella maniera più corretta il lattosio.

Un discorso diverso deve essere fatto per quegli individui che hanno invece una sensibilità al glutine. In questo caso, non c’è un problema che interessa i villi intestinali, per questo motivo, non è sempre necessario basarsi su uno stile alimentare che escluda il lattosio.

Regole comportamentali da seguire

Al di là dei problemi che il singolo paziente può avere, può capitare che una dieta priva di glutine, non escluda la presenza comunque di sintomi fastidiosi per il paziente. Proprio per questo motivo può capitare che in totale autonomia, la persona che soffre di problematiche gatrointestinali, decida di adottare un regime alimentare ancora più rigido.

Si parla quindi di alimenti che contengono lattosio, latte o suoi derivati. Escludendo tutta questa serie piuttosto ampia di alimenti, possono esserci delle conseguenze nocive? Si, perchè si parla di una dieta poco bilanciata, priva di elementi nutritivi come il calcio e la vitamina D.

Una variazione alla dieta in termini di alimenti, deve essere fatta concordemente con lo specialista che saprà sicuramente individuare alimenti alternativi che apportino il giusto bilancio energetico e non creino da questo punto di vista scompensi. Dopo un’attenta valutazione del quadro clinico, della storia del paziente, e di eventuali patologie latenti aggiuntive che potrebbe avere.