Ipervigilanza : i sintomi e i rimedi

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Quali sono i sintomi dell’ipervigilanza? La risposta corretta è che se si deve parlare di sintomi fisici, molto spesso questi potrebbero essere confusi e equiparati a quelli dell’ansia. Da questo punto di vista è corretto sapere che:

  • Il soggetto potrebbe avere una sudorazione abbondante;
  • Il soggetto potrebbe andare incontro ad una frequenza di natura cardiaca che risulta essere accelerata;
  • Il soggetto potrebbe avere il respiro veloce;
  • Il soggetto potrebbe avere un respiro superficiale.

Nel corso del tempo, il fatto che il soggetto rimanga in uno stato di allerta che risulta essere costante, potrebbe causare una sorta di affaticamento e di spossatezza. Parlando invece di sintomi di natura comportamentale, questi potrebbero essere:

  • Uno dei sintomi che si potrebbe presentare sono i riflessi nervosi;
  • Un altro sintomo che si potrebbe presentare è una reazione del tutto istintiva che riguarda l’ambiente intorno alla persona.

Una problematica che si potrebbe produrre è il fatto che una persona, al solo sentire un botto molto forte, potrebbe avere una reazione da questo punto di vista del tutto eccessiva. Allo stesso modo, si potrebbero fraintendere quelle che possono essere le affermazioni di una persona che risulta essere vicina percependola in tal senso maleducata o del tutto inopportuna anche se di fatto non c’è nulla del genere.

Sintomi di natura emotiva

Parlando invece di sintomi di natura emotiva, potrebbero avere un livello lieve in tal senso oppure potrebbero essere maggiormente marcati. Questi sintomi potrebbero includere:

  • Il soggetto potrebbe andare incontro ad un aumento legato al livello di ansia;
  • Il soggetto potrebbe avere delle crisi di panico;
  • Il soggetto potrebbe avere delle crisi di paura;

Ci sono persone in tal senso che potrebbero essere molto preoccupate del giudizio altrui oppure in caso contrario avere un giudizio nei riguardi degli altri piuttosto severo. In caso contrario, si tratta di persone che potrebbero avere una valutazione che riguarda gli altri piuttosto severa.

Per quanto concerne altri sintomi di natura emotiva, questi potrebbero comprendere:

  • Potrebbero esserci sbalzi di natura umorale;
  • Potrebbero esserci emozioni in tal senso molto marcate.

Possiamo parlare anche di sintomi di natura mentale? La risposta è si, vediamo quali sono:

  1. Tra i sintomi mentali dello stato di ipervigilanza abbiamo la paranoia;
  2. Un’altra difficoltà alla quale potrebbero andare incontro persone che soffrono di questo stato di vigilanza molto marcato, riguardano ad esempio quelli relativi al dormire bene.

 Parliamo di sintomi definiti a lungo termine

Se questo stato di vigilanza molto marcato dovesse ripetersi nel tempo ed essere ricorrente, non si può del tutto escludere che il soggetto metta magari in atto dei comportamenti che servono a placare l’ansia o magari a porre un contrasto a minacce percepite come tali. Se il soggetto dovesse sviluppare una paura del tutto irrazionale riguardante una possibile aggressione o una minaccia, tenderà da questo punto di vista a quello che viene definito isolamento sociale. In alternativa tenderà a interrompere i rapporti di natura sociale.

Possibili cause

Quali possono essere le possibili cause alle quali va incontro una persona che manifesta questa problematica? Vediamole insieme:

  • Una delle possibili cause è uno stato di ansia;
  • Un’altra delle possibili cause è legata a uno stress di natura post traumatica;
  • Un’altra possibile causa è la schizofrenia;

Uno stato di vigilanza eccessivamente attiva, potrebbe essere causata da differenti condizioni di natura mentale. Da questo punto di vista è bene sapere che l’ansia è una delle cause da questo punto di vista identificabili come comune. Se invece dovesse manifestarsi un disturbo di ansia in tal senso generalizzato è bene sapere che questo stato di vigilanza molto marcato, potrebbe essere legato magari alla presenza di persone del tutto nuove, oppure potrebbe essere legato a persone delle quali non si nutre alcun tipo di fiducia.

Per esempio il disturno definito da stress post traumatico, potrebbe essere in tal senso un’altra causa di natura comune che potrebbe in tal senso indurre il soggetto ad avere problemi quali:

  • Il soggetto potrebbe andare incontro a stati definiti di tensione;
  • Il soggetto potrebbe andare incontro a stati definiti di frustrazione;
  • Il soggetto potrebbe andare alla ricerca costante di minacce come tali magari “nascoste dietro l’angolo”.

Nel corso del tempo la schizofrenia potrebbe causare questo stato di vigilanza molto attivo al punto tale da far peggiorare in maniera sensibile alcune sintomatologie legate alla condizione di natura psichiatrica.

Fattori definiti come scatenanti

Quali possono essere in tal senso i fattori che possiamo definire come scatenanti? Vediamoli insieme:

  • Uno dei fattori scatenanti potrebbe essere quello di sentirsi in trappola;
  • Un altro fattore scatenante potrebbe essere la claustrofobia;
  • Un altro fattore scatenante potrebbe essere il percepire un senso di abbandono;
  • Un altro fattore scatenante potrebbe essere il percepire rumori forti;
  • Un altro fattore scatenante potrebbe essere il percepire una sindrome dolorosa;
  • Un altro fattore scatenante potrebbe essere il percepire un senso di paura;
  • Un altro fattore scatenante potrebbe essere il percepire un disagio di natura emotiva;
  • Un altro fattore scatenante potrebbe essere il ricordo di traumi legati al passato;

Approcci terapeutici

Quali possono essere da questo punto di vista gli approcci di natura terapeutica? Per prima cosa si metterà in campo una terapia di natura cognitivo comportamentale, un’altro approccio di natura terapeutica si baserà sull’esposizione, un altro approccio si baserà sulla desensibilizzazione e la rielaborazione.

Come ci si deve approcciare per una problematica del genere? La risposta corretta è che per trattare una condizione di vigilanza eccessiva, si dovrà intervenire in base alla causa specifica. Proprio per questo motivo la tipologia di trattamento che si potrà mettere in campo sarà diversa a seconda della causa specifica.

L’approccio legato alla terapia cognitivo-comportamentale risulta essere in tal senso efficace se il paziente soffre di problematiche quali l’ansia. Se si tratta invece di una terapia legata all’esposizione, potrebbe in tal senso essere utile nel caso in cui si tratti di un disturbo definito post traumatico da stress.

Quali sono i vantaggi legati alla terapia dell’esposizione? La risposta corretta è che aiuta ad affrontare in maniera del tutto sicura quelle che possono essere le paure e i ricordi relativi al trauma in maniera lenta. Questo consente di gestire e di affrontare in maniera sicura le paure e quelli che sono i ricordi legati al trauma.

Il fatto che si possa gestire il tutto in maniera lenta, consente poi di imparare a gestire:

  • Vengono definiti flashback;
  • Viene definita ansia.

Un ulteriore trattamento che si può mettere in campo nel momento in cui un paziente dovesse avere i sintomi dell’ipervigilanza, prevede l’utilizzo di un approccio volto a desensibilizzare e rielaborare avvalendosi di movimenti oculari, unita alla terapia dell’esposizione.

Se si tratta di stati d’ansia da questo punto di vista gravi, la terapia farmacologica potrebbe prevedere:

  • L’utilizzo di antidepressivi;
  • L’utilizzo di beta bloccanti;
  • Farmaci definiti anti ansia;
  • Farmaci definiti antipsicotici.

Disturbo da attacchi di panico