ipoclorito di sodio metodo ruffini : cosa c’è da sapere

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Ipoclorito di sodio e metodo ruffini, quando la scienza incontra l’uomo e ne scaturisce un connubio fantastico, spesso in rete cerchiamo soluzioni ai nostri problemi, perché magari afflitti da patologie particolari che minano la qualità della vita che facciamo e le nostre relazioni sociali. Per risolvere i nostri problemi ci affidiamo alla scienza e alla capacità di esperti nel loro campo, di risolvere problemi e malattie che affliggono tante persone.

Quello che ci può capitare di trovare, non accade sempre ma può capitare è persone poco serie, finti guaritori, vendono illusioni e speranze a persone che non ne hanno più avendo provato tutte le combinazioni possibili di cure e non essendo riuscite a trovare una soluzione al loro problema. Ipoclorito di sodio e metodo ruffini, vuol dire invece fare i conti con una persona ben diversa, che è stata in grado di dare una risposta vera a molti problemi che tante persone presentano. Quindi il suo approccio non crea false aspettative o delusione, perchè il risultato di studi e approfondimenti di natura scientifica

L’esperto vero ha fatto il giuramento di Ippocrate

Quindi dobbiamo avere la fortuna di incontrare delle persone autentiche, animate dal “sacro fuoco della medicina”, oltre ad avere fatto il giuramento di Ippocrate, sono veramente motivate e vogliono aiutare l’umanità, per questo motivo mettono a disposizione delle persone tutto il loro sapere e non speculano. L’ipoclorito di sodio e il metodo ruffini è proprio una di quella storie che profumano di uomini di altri tempi, temprati dalle fatiche e dalla volontà vera di dare una svolta a problemi presenti da sempre.

Ipoclorito di sodio metodo ruffini: di cosa stiamo parlando?

Se dovessimo ora approfondire l’utilizzo dell’ipoclorito di sodio e il metodo ruffini, di cosa stiamo parlando? Come si applica questo metodo? Quali sono gli effetti che lo rendono efficace? Per prima cosa stiamo parlando di un’applicazione dell’ipoclorito di sodio a trattamenti dermatologici. Si tratta di un ingrediente comune presente nella comune candeggina. Come va diluito perché sia efficace? La sua concentrazione deve essere tra il 6 e il 12 per cento.

Un range così variabile in termini percentuali, consente di curare un ampio spettro di patologie di origine dermatologica. Qual’ è il principio che regola questa metodologia di cura relative a patologie di natura dermatologica? In maniera molto semplice, nel momento in cui il sale viene a contatto con l’agente patogeno la sua trasformazione in acido ipocloroso, ne consente il pieno disfacimento.

Quali patologie è in grado di curare il metodo Ruffini?

A questo punto la domanda che ci poniamo tutti, incuriositi dall’apparente semplicità di questo metodo, in fase di applicazione, quante patologie è in grado di curare e con quali effetti benefici sul corpo dei pazienti? Lo spettro delle patologie come detto in precedenza è piuttosto ampio; si va da quelle di  origine virale, a quelle microbiche, le classiche micosi.

Esiste una tempistica precisa in base alla quale siamo in grado di curare queste patologie? Per la maggior parte delle patologie citate, la cura si basa su una seduta singola in cui viene applicato il trattamento, per un tempo pari a un minuto. Alcuni tipi di patologie, invece richiedono magari tempistiche leggermente più lunghe.

I trattamenti risultano essere risolutivi, in alcuni tipi di patologie e forme infettive ricorrenti, il trattamento è risolutivo o migliora notevolmente il decorso stesso della patologia. Le cure relative al metodo Ruffini possono riguardare l’acne, l’herpes, l’afte. Ha anche la capacità di lenire i fastidi di una patologia come quella del piede diabetico.  Risulta essere molto efficace anche nella cura  di punture di insetti e ustioni di meduse.

Ipoclorito di sodio e metodo ruffini: come nasce?

Come spesso capita, le migliori scoperte nascono in maniera del tutto casuale, magari da una semplice intuizione nata dal medico che sta applicando la sostanza in questione. Racconta Ruffini era il 1991, sia lui che i suoi colleghi, aveva una conoscenza dell’ipoclorito di sodio veramente base, solitamente lo utilizzavano per disinfettare i canali dei denti.

Ruffini però ebbe una buona intuizione e si chiede se le proprietà dell’ipoclorito di sodio non potevano per caso essere applicate anche in altri ambiti. Decise di applicarlo alle afte e vista la risposta positiva e non attesa, decise di approfondire ulteriormente lo studio di questa sostanza, fino ad arrivare al 1996, anno in cui depositò il brevetto.

Ipoclorito di sodio: dove lo posso trovare?

Non esistono limiti di sorta o particolari restrizioni alla vendita dell’ipoclorito, si può tranquillamente comprare presso una ditta chimica senza avere bisogno di avere alcun tipo di autorizzazione. In alternativa potete decidere di farvelo preparare in farmacie galeniche, diversamente si possono utilizzare i canali online che abbiamo a disposizione oggi.

Si può applicare l’ipoclorito da soli o bisogna consultare un medico?

L’ipoclorito di sodio secondo il metodo ruffini si può utilizzare in autonomia da soli, tramite automedicazione, o dobbiamo rivolgerci a un medico che ci sottoponga al trattamento? Ci sono alcune patologie in cui possiamo utilizzare l’automedicazione, ad esempio l’herpes, questo non esclude l’intervento del medico. Soprattutto se si tratta di una patologia curabile ma che va diagnosticata. In quel caso è consigliabile sia il medico stesso a proporlo dopo aver individuato il tipo di problematica.

Se il trattamento non viene riconosciuto dal medico cosa dobbiamo fare?

Il dottor Ruffini è ormai presente sul web da vari anni, quindi per qualsiasi tipo di problematica, vi potete rivolgere direttamente a lui, vi lasciamo a tal proposito il sito: www.metodoruffini.it. Se avete un attimo di pazienza e cercate in maniera attenta sul sito, troverete anche una lista di medici pubblicati che utilizzano il metodo ruffini.

Ipoclorito di sodio e metodo ruffini: chi ci guadagna?

L’ipoclorito di sodio e il metodo ruffini, non nascono per ottenere un guadagno, è a disposizione di tutte le persone che lo vogliono utilizzare per curare determinate patologie di cui sono affetti. Si tratta di osservazioni cliniche che hanno come scopo principale la libera gestione dei dati in possesso dal dottor Ruffini. L’unica specifica attuale, se vi recate sul suo sito è che essendo diventato un affiliato Amazon, avrà un guadagno dall’acquisto dei prodotti presenti sul suo sito. Tuttavia viene chiaramente specificato in maniera molto trasparente.

Potrebbe rimpiazzare vaccini, antibiotici e pomate: risparmi per il sistema sanitario?

Questo metodo avrebbe degli impatti notevoli sul sistema sanitario nazionale, consentirebbe di ottenere dei risparmi notevoli in termini di denaro. Considerate per un attimo la quantità notevole di patologie che è in grado di curare, Ruffini giustamente suggerisce come il risparmio ottenuto dalla spesa di farmaci specifici, potrebbe poi essere reinvestito in altri segmenti della ricerca molto più importanti dove c’è veramente la necessità di fare studi approfonditi.

Il metodo Ruffini presenta particolari controindicazioni?

Il medico risponde affermando che se nell’utilizzo di questo metodo, non vengono calcolate male le quantità e la metodologia che si applica, non esistono ad oggi particolari controindicazioni. La molecola principale che viene utilizzata è completamente anallergica ed è già presente in quantità minime nel nostro organismo.

Elimina la candida colpendo anche la microflora: come si ristabilisce?

Abbiamo detto che è valido anche per eliminare la candida, tuttavia esiste un effetto che possiamo dire ha una valenza negativa. Tende a eliminare tutta la microflora. Tuttavia secondo lo specialista, in poche ore la microflora si ristabilisce, quindi il pH naturale e tutta la popolazione batterica.

 Ipoclorito di sodio e metodo Ruffini: accoglienza da parte della comunità scientifica

Il metodo Ruffini, almeno in una prima fase iniziale, fu accolto dalla comunità scientifica dell’epoca con un buon grado di scetticismo e anche in alcuni casi con atteggiamenti di derisione completa. L’ atteggiamento  è completamente cambiato dopo aver utilizzato un microscopio per fare le prime osservazioni. Oggi viene consigliato dai medici là dove si presentano infezioni resistenti agli antibiotici, attualmente il suo utilizzo è in crescita tra i ginecologici per la cura del papilloma virus.

Critiche all’applicazione del metodo Ruffini

La critica principale che viene mossa a questa metodologia dal medico è che non si può pensare di curare un paziente, applicando della candeggina ai pazienti, in realtà le cose stanno in maniera ben diversa. Nella candeggina è contenuto l’ipoclorito di sodio, in modo particolare una molecola e che è la NaOcl, che deve essere utilizzata in termini percentuali tra il 6 e il 12 per cento.

Riconoscimento ufficiale da parte della comunità scientifica

Afferma Ruffini che le sperimentazioni e i protocolli ufficiali, procedure standard per arrivare ad avere il grado di riconoscimento dalla comunità scientifica, costerebbero troppo. Si tratta di meccanismi e procedure di natura scientifica che sono troppo onerosi perché un privato ne possa in qualche modo sostenere i costi e arrivare al grado di ufficialità della cura in questione.

Ipoclorito di sodio e metodo Ruffini: allo studio un metodo di cura per via sistemica

Come sempre la ricerca, quando è animata da buone intenzioni progredisce ulteriormente, consentendo a chi ha fatto la scoperta, di poter migliorare ancora il metodo che ha scoperto. Infatti il dottor Ruffini sta appunto studiando una variante del suo metodo, che dovrebbe essere in grado di curare altri 13 patologie ben specifiche, in questo caso sarà ad uso esclusivo di un medico, non è prevista l’automedicazione.