Onicofagia

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Se non avete mai sentito parlare dell’onicofagia, sappiate che si tratta di un comportamento di natura compulsiva che ha un soggetto e consiste nel mangiarsi le unghie, può essere correlata a una patologia? Nell’ambito della psichiatria moderna, si tratta di un disturbo che rientra a pieno titolo nell’ambito di disturbi che vengono definiti compulsivi. Viene classificato come un disturbo nel quale il soggetto non riesce a controllare in maniera razionale un determinato impulso. Infatti una delle caratteristiche che più di tutti lo contraddistingono è la scarsa capacità del soggetto nei riuscire a controllare un impulso che lo porta a fare un’azione che sa di essere dannosa per sè stesso. Prima di mettere in atto questo comportamento, il soggetto tende ad avere una forte tensione di natura interiore, un senso di agitazione.

Sensazione di benessere correlata al gesto

Nel momento in cui il soggetto compie il gesto, sperimenta delle sensazioni precise che andiamo a vedere:

  • Si tratta di un soggetto che può sperimentare un senso di piacere
  • Si tratta di un soggetto che può sperimentare un senso di sollievo
  • In alcuni casi il sentimento provato è un senso di colpa

 Si tratta di una condizione di natura comportamentale che si presenta in maniera isolata o può essere correlata a disturbi di natura comportamentale di altro genere? Si può manifestare in presenza di altri disturbi specifici che andiamo a vedere:

  • Potrebbe trattarsi di una manifestazione correlata alla dermatillomania
  • Potrebbe trattarsi di una manifestazione correlata alla dermatofagia
  • Potrebbe trattarsi di una manifestazione correlata alla tricotillomania

Quando di presenta il disturbo

C’è un’età specifica nel quale si può manifestare? Si, in linea generale si tratta di una problematica che si può manifestare durante il periodo adolescenziale. In alcuni casi può comparire già durante l’infanzia del bambino. Si tratta di una problematica che è stata ufficialmente riconosciuta tra i disturbi che riguardano il comportamento.

Questo è sicuramente un fattore positivo per riuscire ad studiare nuovi possibili trattamenti di natura farmacologica. Si tratta di una problematica che riguarda persone in età infantile che riguardano una fascia di età compresa tra i 7 e i 10 anni. Nella fascia adolescenziale invece l’età nella quale il disturbo si può manifestare riguarda ragazzi che sono compresi in un’età tra i 12 anni e i 18 anni.

Si tratta di una problematica che può che deve essere affrontata quando si presenta, il rischio se viene trascurata è quello di portarsi questo problema lungo il corso della propria vita per molto tempo.

Ritardi nella fase di diagnosi

La diagnosi di onicofagia non viene sempre effettuata in maniera tempestiva, il motivo è legato al fatto che il soggetto che presenta questa problematica può adottare due comportamenti specifici, vediamo quali:

  • Potremmo trovarci in presenza di un soggetto che attua un processo di negazione. 
  • Potremmo trovarci in presenza di un soggetto che non si preoccupa minimamente di quelle che possono essere le conseguenze

Il comportamento adottato dal soggetto può anche avere un approccio più marcato che non si limita al solo mangiarsi le unghie ma arriva magari fino alle pellicine.  

Condizioni di stress

Ci sono delle condizioni particolari nelle quali il soggetto accentua il comportamento compulsivo? Si, se sta attraversando un periodo di forte stress personale. Se in linea generale questo comportamento indica uno stato d’ansia non eccessivamente accentuato, nei casi più seri può essere il segnale di un disagio di natura interiore più serio che va affrontato.

Le persone che presentano un profilo psicologico che tende a reiterare il gesto nel corso del tempo, fanno molta fatica a eliminare questo vizio. Tuttavia potrebbe esserci una spiegazione valida dietro alla difficoltà di non riuscire a eliminare una problematica del genere. Potrebbe essere collegato proprio al gesto di portarsi le mani alla bocca.

Si tratta infatti di un comportamento fortemente radicato nella storia biologica dell’uomo. Si tratta infatti di un gesto che viene fatto in maniera quasi automatica quando magari mangiamo determinati alimenti. 

Disturbo di natura non selettiva

In un soggetto nel quale il disturbo si presenta in maniera marcata, il soggetto non opera un processo selettivo nel quale predilige un’unghia. Il comportamento compulsivo riguarda tutte le dite della mano. Potremmo anche definire meglio il disturbo evidenziando due periodi specifici nel suo modo di manifestarsi:

  • In una prima fase preliminare, il soggetto esamina molto dettagliatamente la parte, alla ricerca di possibili imperfezioni che devono essere necessariamente eliminate.
  • Nella seconda fase il soggetto mette in atto l’azione del mangiarsi le unghie

Problemi psicologici

Secondo alcune teorie moderne, alla base del mangiarsi le unghie ci sarebbero problemi che investono la psiche di un soggetto. Potrebbe trattarsi di motivazioni legate a un contesto familiare difficile dove i rapporti sono tesi, ci sono momenti di tensione e si litiga con una certa frequenza. Può anche essere collegato a genitori che hanno manie di perfezionismo e pretendono in maniera eccessiva dal proprio figlio.

Il disturbo tende a scemare nel corso del tempo quando la causa scatenante scompare. In alcuni casi potrebbe trattarsi di una forma di autolesionismo che nel corso del tempo potrebbe causare dei danni notevoli alla zona delle unghie e delle dita.

Comprendere il problema

Sicuramente riuscire a comprendere a fondo quale sia la problematica e per quale motivo tende a scatenarsi è la priorità è lo step fondamentale per fare in maniera tale che il disturbo venga superato. Comprendere a fondo le motivazioni che scatenano il problema non è sicuramente un processo semplice, infatti i fattori in gioco possono essere molteplici.

Modello imitativo

Ci possono essere delle ragioni legate a questo disturbo si basano su un modello imitativo. Per esempio nei bambini potrebbe essere il risultato di un comportamento che vedono mettere in atto ai loro genitori e con il tempo tendono a imitarlo.

Percepito sociale

Ci sono impatti da un punto di vista sociale per una persona che ha un vizio del genere? Si, unghie non in ordine o assenti possono trasmettere l’idea di una persona che non ha una buona visione di sè stesso. Un’altra percezione che si può avere è quella di avere a che fare con un soggetto che non riesce a reagire alle sollecitazioni che provengono dal mondo esterno nella maniera adeguata, e tende invece a dirigere la rabbia verso se stesso con atteggiamenti di autolesionismo.

Conseguenze sulla salute dell’onicofagia

Una persona che ha un problema del genere, potrebbe avere anche conseguenze che riguardano la sua salute, andiamo a vedere quali:

  • Un soggetto che si mangia le unghie potrebbe sviluppare delle lesioni nella zona delle gengive 
  • Potrebbe andare incontro a problemi di carie

 Fase di prevenzione

Quali sono invece i comportamenti di natura preventiva che si possono mettere in atto? Andiamo a vederli insieme:

  • Il soggetto che soffre di questa problematica dovrebbe cercare di tenere la mente impegnata in una mansione per evitare di ricadere in questo comportamento compulsivo
  • Praticare un’attività sportiva potrebbe aiutare a scaricare lo stress responsabile del disturbo

Può anche capitare in alcuni casi che la persona che soffre di questa problematica riesca con il tempo a smettere di mangiarsi le unghie per paura di sviluppare delle potenziali patologie. 

Ulteriori approfondimenti

Cercare dei rimedi che possano aiutare una persona a non protrarre nel tempo questo tipo di problematica è un metodo utile ma non sempre efficace. Molto dipende dal tipo di problematica che ha scatenano il comportamento compulsivo. In casi più seri potrebbe essere necessario ricorrere alla psicoterapia.

La terapia con approccio comportamentale può rivelarsi efficace in soggetti che nel corso del tempo hanno sviluppato una forma piuttosto accentuata a seria di questo disturbo. Soprattutto si basa sull’aiutare il paziente a sostituire progressivamente il comportamento sbagliato con una prassi maggiormente sana e più costruttiva.

Si può anche utilizzare un approccio di natura farmacologica con farmaci antidepressivi solitamente utilizzati per curare il disturbo ossessivo-compulsivo.