Papillomavirus

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Avete mai sentito parlare del Papillomavirus? Come si manifesta questa malattia di natura infettiva? Si tratta di una patologia piuttosto diffusa o riguarda una minoranza di persone nel mondo? Una volta contratto, quali sono gli approcci terapeutici che si possono mettere in campo per fare in modo tale che ci siano dei miglioramenti? Si può guarire da questa forma infettiva o se ne possono lenire solo i sintomi, consentendo alla persona di avere una qualità della vita migliore? Si tratta di una forma infettiva, maggiormente diffusa in determinati paesi rispetto ad altri, e che colpisce una popolazione specifica? O ci troviamo in presenza di una forma infettiva che può colpire in maniera indiscriminata qualsiasi popolazione in qualsiasi parte del mondo?

Cominciamo col dire che si tratta di una forma infettiva piuttosto diffusa. Come si trasmette? Il canale preferenziale per la sua trasmissione e diffusione, è quello sessuale. Si parla quindi di rapporti non protetti, con partner del tutto occasionali. Nonostante il suo grado di diffusione, possiamo tranquillizzarvi dicendovi che si tratta di una forma infettiva che presenta due caratteristiche specifiche che andiamo a vedere:

  1. Si tratta di una forma infettiva che non ha un carattere permanente ma transitorio
  2. Nella maggior parte dei casi, nel soggetto nel quale è presente ha un decorso di natura asintomatico (privo di sintomi)
  3. Ci possono essere invece dei casi nei quali si può manifestare
  4. Se è presente nel soggetto e non asintomatico, la caratteristica principale che ha è quello di manifestarsi con lesioni che non hanno però caratteristiche maligne
  5. Queste lesioni possono comparire nella zona della cute o nella zone delle mucose

La sua manifestazione è sempre di natura benigna?

Come abbiamo detto, nella maggior parte dei casi questa forma infettiva, ha un decorso di natura asintomatica, può quindi essere presente nel soggetto, senza che si manifesti con alcuna tipologia di sintomo. Tuttavia in alcuni casi nei quali si manifesta, se il sistema immunitario del soggetto per ragioni specifiche, non è in grado di combatterlo in maniera efficace e rapida, attivando le difese immunitarie necessarie, può causare la formazione di neoplasie tumorali, vediamo quali:

  1. Il Papillomavirus è una delle forme infettive, direttamente responsabile della formazione del tumore alla cervice
  2. Il tumore alla cervice è ad oggi, l’unica forma tumorale conosciuta che sia causata da un’infezione

Forme tumorali correlate all’infezione

Tuttavia, questa forma infettiva non è solo direttamente responsabile nella formazione del tumore della cervice, in maniera indiretta, è collegato ad altre patologie di natura tumorale che si sviluppano nella sede dei genitali, andiamo a vedere quali sono:

  1. Esiste un nesso tra questa infezione e lo sviluppo del tumore alla vulva
  2. Esiste un collegamento tra questa forma infettiva e lo sviluppo della forma tumorale che riguarda la vagina
  3. Esiste un nesso tra l’infezione e la neoplasia che riguarda l’ano
  4. C’è sicuramente un collegamento tra l’infezione e il tumore del pene
  5. Esiste anche un collegamento tra l’infezione e lo sviluppo di patologie tumorali non collegate alla zona genitale ma che si sviluppano nella zona orale, della faringe, e della laringe

 Una cosa importante che è bene sapere è che se la malattia infettiva evolve e diventa cronica, causa lo sviluppo di una lesione di natura tumorale che si manifesta in un arco temporale compreso tra i 7 giorni e i 15 giorni. Si tratta di una forma infettiva con un ceppo ben specifico, oppure nel corso del tempo, se ne sono classificati più di uno? In realtà i ceppi specifici individuati legati a questa infezione, in seguito a ricerche e approfondimenti, sono più di un centinaio. In seguito a ulteriori analisi e ricerche, sono stati identificati quelli aventi un rischio maggiore nello sviluppo di neoplasie tumorali. Se sono in tal senso identificati circa una decina, solo due di questi, sono quelli che causano il tumore. 

Mentre in quelli che presentano un profilo di rischio minore, solo due, sono i principali responsabili della formazione di lesioni nella zona genitale. Vengono identificati con due sigle specifiche:

  1. Si parla in termini medici del sierotipa 6
  2. Si parla in termini medici del sierotipa 11

Sintomatologia

Se dobbiamo parlare di sintomi specifici legati a questa forma infettiva, è bene tenere conto di una serie di variabili. Per prima cosa, si deve conoscere il sierotipo specifico, in base a quello, si potranno sviluppare determinate tipologie di lesioni. Se dobbiamo parlare di quelli a basso rischio, in linea di massima, nella maggior parte dei casi, si tratta di forme asintomatiche che non danno luogo a sintomatologie specifiche.

Tuttavia, potrebbero anche uscire dalla fase asintomatica, in questo caso la forma infettiva si manifesta attraverso delle verruche che sono visibili e presenti in zone specifiche del corpo, vediamo insieme quali:

  1. Le verruche possono manifestarsi nella zona della cervice
  2. Le verruche potrebbero essere presenti nella zona della vulva
  3. La loro manifestazione, potrebbe riguarda la zona della vagina
  4. Tuttavia la loro manifestazione non è solo nella zona genitale, ma potrebbe anche coinvolgere la bocca, il naso e la laringe

Le lesioni che si producono nelle zone indicate, possono essere granche anche qualche centimetro. Quale sintomatologia provocano nel soggetto che ha questa forma infettiva? Andiamole a vedere nel dettaglio:

  1. Le verruche presenti, possono dare sensazioni di prurito
  2. Le verruche possono far provare al soggetto del fastidio
  3. In alcuni casi, il soggetto può anche sentire un dolore non particolarmente intenso

Sierotipi con rischio elevato

Come abbiamo detto in precedenza, la forma infettiva che si manifesta, dipende principalmente da quale tipologia specifica di sierotipo è stata causata. Per questo motivo, se parliamo di quelli a rischio elevato, possono anche dare origine a problemi che non sono evidenti ma necessitano di esami approfonditi.

Se parliamo ad esempio della forma tumorale che coinvolge il collo dell’utero che si può essere sviluppata in seguito alla presenza di un sierotipo a rischio elevato, i sintomi in fase iniziale possono essere poco presenti, al punto tale da non destare alcun tipo di allarme. Solo in una fase successiva, quando iniziano a comparire sintomi più evidenti, ci troviamo già in una fase nella quale la patologia tumorale, non è più allo stadio iniziale e diventa anche più difficile curarla, i sintomi sono:

  1. In questa fase, la sintomatologia può anche essere collegata a una perdita di sangue dopo aver avuto un rapporto sessuale
  2. Si possono produrre delle perdite a livello vaginale 
  3. La donna può avvertire dei dolori localizzati nella zona del bacino

Diagnosi corretta

Come si effettua la diagnosi del papillomavirus? A oggi, uno degli esami in assoluto più utilizzati e il Pap Test. In termini percentuali, consente una riduzione sostanziale di sviluppare un tumore alla cervice, di almeno un buon settanta per cento. Come si esegue esattamente il pap test? Tramite una divaricazione, si inserisce nella zona del canale della vagina, una specie di spazzolino che consente di prelevare alcune cellule nella zona della cervice.

Ci sono delle specifiche precise in base alle quali si può eseguire questo esame? Si, l’esame deve essere fatto quando la donna non ha in corso il ciclo mestruale, non deve avere avuto rapporti di natura sessuale e non aver utilizzato prodotti intimi. Oltre a questo esame, se ne può eseguire un’altro che consente di cercare e rilevare l’eventuale presenza di Dna a rischio tumorale, nella zona della cervice uterina.

In merito a questo esame è bene dire che serve principalmente per vedere quali donne, hanno un maggior rischio di sviluppare in futuro una patologia tumorale del genere, partendo comunque dal presupposto che non è matematico che una predisposizione di natura genetica, causa il tumore.

Certamente per donne che evidenziano questo rischio, è opportuno fare dei controlli periodici, per monitorare la situazione. Se si rilevano eventuali anomalie, il medico potrebbe anche decidere di far effettuare alla paziente un ulteriore esame chiamato colcoscopia. Si tratta di un esame eseguito in ambulatorio che esamina la zona della cervice uterina, ingrandendo la zona dei tessuti. In questo modo, è possibile rilevare eventuali anomalie.

Terapie applicabili

A oggi, non ci sono terapie in grado di debellare il papillomavirus dall’organismo della persona. Per questo motivo, si utilizzano degli approcci specifici che curano le manifestazioni fisiche della forma infettiva, in tutti quei casi in cui la sintomatologia non è in fase regressiva.

Per le verruche, si possono utilizzare delle creme che hanno un’azione antivirale. Oppure si possono utilizzare degli approcci di natura chirurgica come ad esempio la crioterapia, o il trattamento con il laser, per rimuovere le verruche. Se ci troviamo invece in presenza di una forma tumorale in stadio avanzato, le terapie saranno differenti e potranno includere un intervento per l’asportazione parziale o totale dell’utero o la chemioterapia o la radioterapia.

I principali fattori di rischio che si possono individuare, riguardano rapporti sessuali non protetti con partner occasionali. Tuttavia è bene anche specificare che la trasmissione della patologia infettiva, può anche avvenire solo tramite il contatto tra organi genitali, non necessariamente tramite penetrazione, di conseguenza il preservativo non annulla il rischio di contrarre la forma infettiva.

L’approccio miglore che si possa avere in termini preventivi, è legato alla vaccinazione. Visto e considerato che il virus si trasmette tramite rapporti sessuali, l’ideale sarebbe vaccinare la popolazione maschile e femminile prima che abbiano avuto una qualsiasi forma di attività di natura sessuale.