senso di sbandamento e debolezza alle gambe e ansia

8749

Quando può capitare a una persona di percepire un senso di sbandamento e debolezza alle gambe con l’ansia? Per prima cosa è bene dire che dobbiamo necessariamente parlare di una problematica di panico. Quando parliamo di disturbo di panico essenzialmente ci stiamo riferendo una manifestazione di natura ansiogena che come tale è amplificata. Si tratta di un aumento vertiginoso e per certi versi fuori controllo di quello che è il nostro naturale livello di paura che si può innescare di fronte a situazioni ed eventi molto importanti. L’attacco di panico è a tutti gli effetti caratterizzato da una sorta di aumento fino ad arrivare a un picco. Stati ansiogeni e attacchi di panico come tali, innescano nel soggetto una sintomatologia che potrebbe dare origine a:

  • Il soggetto potrebbe avere delle reazioni di natura fisica come ad esempio un aumento del battito cardiaco
  • Il soggetto potrebbe avere una reazione da un punto di vista fisico legato a una sudorazione molto abbondante
  • Il soggetto potrebbe avere dei tremori diffusi in tutto il corpo
  • Il soggetto potrebbe andare incontro a una mancanza di respiro
  • Il soggetto potrebbe avere una sindrome dolorosa di natura fisica nella zona del petto
  • Il soggetto potrebbe avere la nausea
  • Il soggetto potrebbe avere dei disturbi che riguardano la zona dell’addome
  • Il soggetto potrebbe avere una percezione avvertendo leggerezza nella zona della testa. Potrebbe anche avere vertigini e non riuscire più a vedere bene gli oggetti
  • Il soggetto potrebbe avere brividi che percorrono il corpo
  • Il soggetto potrebbe sperimentare la paura irrazionale di diventare pazzo
  • Il soggetto potrebbe sperimentare la paura di morire

Avere quindi un senso di debolezza diffuso negli arti inferiori, potrebbe essere uno dei sintomi che preannunciano l’imminente arrivo di un attacco di panico. Da un punto di vista strettamente psicologico, il soggetto che ha avuto un attacco di panico durante il percorso della propria esistenza, tende a sviluppare la paura che questo in maniera del tutto inaspettata e senza alcun tipo di preavviso si possa ripresentare.

Tecniche legate all’evitamento

Il fatto che il soggetto sperimenti una paura del genere, una esperienza che di fatto rende la persona non padrona del proprio corpo e neanche della propria vita, rende la persona insicura e timorosa che l’esperienza possa ripetersi in altre occasioni. Quindi tende a innescarsi una sorta di meccanismo protettivo nel quale il soggetto in maniera voluta e consapevole, vuole limitare le occasioni nelle quali potrebbe manifestarsi una problematica del genere.

Da questo punto di vista cercherà quindi di evitare quei contesti specifici nei quali l’attacco di panico si è già manifestato in tempi passati. Tuttavia la preoccupazione per il potersi ripresentare dell’evento è talmente radicata nel soggetto che la tecnica dell’evitamento riguarderà anche luoghi o situazioni nelle quali potenzialmente si potrebbe innescare l’attacco di panico.

Unitamente a questi comportamenti messi in atto volontariamente dal soggetto per evitare possano prodursi situazioni del genere, ci sono anche dei comportamenti che potremo definire di protezione che sempre il soggetto metterà in atto in maniera del tutto volontaria. Vediamo quali sono:

  1. Se il medico ha prescritto farmaci per gli attacchi di ansia, il soggetto se li porterà sempre dietro
  2. Il soggetto potrebbe scegliere in maniera volontaria di fare degli spostamenti solo ed esclusivamente in prossimità di luoghi nei quali sono presenti nelle vicinante strutture di natura medica
  3. Il soggetto potrebbe decidere di non sentirsi al sicuro se deve uscire e magari da solo. Per questo motivo deciderà di spostarsi solo con persone che lo possano accompagnare

Tuttavia mettere in atto comportamenti voluti che si basino sull’evitare tutte quelle potenziali situazioni ansiogene che si potrebbero innescare e luoghi che potrebbero da questo punto di vista causarli, rende la vita del soggetto non facile. In maniera specifica tutte queste precauzoni finiscono per limitare fortemente la vita del soggetto. Le occasioni di socialità sono minime e la stessa vita del soggetto diventa fortemente limitata e limitante.

Comportamenti volontari

Ora parliamo di quei comportamenti volontari che il soggetto metterà in atto per cercare di ridurre al minimo la possibilità che si possano sviluppare attacchi di ansia pronunciati che sfociano poi in autentici attacchi di panico. Il soggetto smetterà di utilizzare:

  • Se si deve spostare da un luogo fisico ad un altro, il soggetto sceglierà volontariamente di non predere mezzi quali autobus, metropolitana, treno
  • Il soggetto sceglierà in maniera del tutto volontaria e spontanea di non recarsi in luoghi al chiuso quali ad esempio un centro commerciale
  • Il soggetto deciderà non allontanarsi da luoghi che ritiene siano più sicuri per lui
  • Il soggetto in maniera del tutto volontaria deciderà di non fare attività di tipo fisico che potrebbero per lui innescare reazioni non desiderate

Percezioni anticipatorie

Un soggetto che soffre di questi problemi si trova a vivere condizioni e sensazioni individuali molto particolari. Al punto tale che potrebbe vivere come anticipatori una serie di manifestazioni fisiche come ad esempio un battito cardiaco che tende ad accellerare, percepire di avere un nodo in gola. Potrebbe anche percepire come segnale anticipatorio di un attacco di ansia una manifestazione quale l’arrossire in viso.

Se dovessimo definire quindi l’attacco di panico in maniera approfondita, potremmo dire che è legato principalmente ad aumento considerevole della carica ansiogena del soggetto e anche del livello di paura. Tutto questo si sviluppa in un arco temporale molto breve, si parla di circa dieci minuti.

Ansia e paura come meccanismi di difesa

Non è corretto pensare che l’ansia e la paura siano il presupposto solo per avere attacchi di panico. Infatti in condizioni normali provare ansia, avere paura, possiamo definirli come meccanismi che in quanto tali consentono il soggetto di attivarsi in maniera positiva per risolvere un determinato problema.

Al contrario quando si parla di ansia e paura di natura patologica, che si attivano indipendentemente dal tipo di stimolo che può anche essere rappresentato dall’azione più banale che il soggetto potrebbe compiere, siamo allora nell’ottica di un problema serio che il soggetto ha e che va affrontato.

Proprio in tal senso allora andrà fatta una distinzione importante definendo meglio il campo di azione dell’ansia e parlando di:

  • Una sorta di ansia positiva che di fatto consente al soggetto di attivarsi nei tempi giusti e utilizzare l’adrenalina che l’ansia provoca per trovare soluzioni a problemi o affrontare magari prove specifiche. Pensiamo un attimo a uno studente che deve passare un esame
  • Potremmo invece parlare di una sorta di ansia patologica là dove il soggetto invece attiva meccanismi difensivi ingiustificati che sono del tutto sproporzionati rispetto allo stimolo che si deve affrontare

Da questo punto di vista quando parliamo di ansia di fatto ci stiamo riferendo ad un soggetto che potrebbe attivare due meccanismi specifici, vediamo quali:

Si parla di meccanismi di natura cognitiva là dove il soggetto potrebbe avere:

  • Il soggetto potrebbe avere una percezione di sbandamento
  • Il soggetto potrebbe avere una sensazione di instabilità
  • Il soggetto potrebbe avere una sorta di confusione mentale
  • Il soggetto potrebbe avere una paura di morire

Da un punto di vista fisico un soggetto potrebbe avere reazioni di natura differente quali:

  • Il soggetto potrebbe avere un senso di nausea
  • Il soggetto potrebbe andare incontro una sindrome dolorosa che riguarda la zona addominale
  • Il soggetto potrebbe avere una sudorazione piuttosto abbondante
  • Il soggetto potrebbe avere una sindrome dolorosa che interessa la zona pettorale

Attacchi di panico

Tuttavia è anche bene dire che avere un attacco di panico che capita in maniera del tutto rara e sporadica, non è detto coincida con il soffrire di un disturbo di panico di natura cronica. Oltre a questo è importante sottolineare come l’attacco di panico non sia indice solo di una problematica specifica ma potrebbe essere la spia di vari problemi di natura psicologica.

Ansia sociale

Se invece dobbiamo parlare di ansia di natura sociale è bene dire che in questo caso specifico l’attacco di panico è uno stato provocato da una paura che deriva prettamente da un contesto di natura sociale. All’evento di natura sociale il soggetto associa una serie di emozioni fortemente negative che potrebbero essere:

  • Il soggetto nutre una forte paura di essere in qualche modo umiliato
  • Il soggetto nutre una forte paura di essere in qualche modo deriso
  • Il soggetto nutre una forte paura di provare imbarazzo

Possibili cause

Quali possono essere le possibili cause collegate a un attacco di panico? Per prima cosa è bene parlare dell’età di un soggetto. Tuttavia è anche bene parlare di un parametro piuttosto variabile in tal senso da un soggetto ad un altro. Quindi le manifestazioni potrebbero arrivare durante l’adolescenza oppure manifestarsi in soggetti hanno circa 35 anni.

Ad oggi la medicina moderna non è ancora riuscita ad identificare delle cause univoche che in tal senso possono far comprendere qual’è la singola causa che lo innesca, si parla infatti in tal senso di una serie di possibili rischi che possono esporre il soggetto ad un attacco di panico tra cui:

  • Potrebbe essere la conseguenza di eventi o accadimenti che sono molto stressanti
  • Potrebbe essere la conseguenza di una risposta a livello respiratorio nella quale il soggetto ha una respirazione maggiormente accellerata rispetto al normale
  • Potrebbe essere la conseguenza da un punto di vista fisico di una predisposizione
  • Potrebbe essere la conseguenza di caratteristiche di natura emotiva legate alla personalità che il soggetto ha

Conseguenze nella vita delle persone

Il senso di sbandamento e debolezza alle gambe e l’ansia, sono collegati in alcuni casi a un attacco di panico. Se si pensa che sia un evento isolato che va sottovalutato si sta decisamente sbagliando. In realtà se si tratta di una sindrome legata al panico, le conseguenze nella vita di una persona ci sono.

Una persona che soffre di un disturbo di panico potrebbe avere conseguenze che vanno dalla propria vita privata alla propra vita di natura professionale. Quali sono i motivi per i quali la vita di una persona risulta fortemente limitata? Sicuramente il fatto che il soggetto soffra di disturbi legati al panico può innescare problematiche che riguardano la sfera psicologica. La persona può iniziare a temere tutte quelle situazioni potenzialmente ansiogene nelle quali potrebbe innescarsi questa problematica.

In conseguenza di questi problemi, il soggetto potrebbe iniziare a soffrire di una sindrome definita ansia anticipatoria nella quale si teme in partenza di doversi sottoporre a una serie di situazioni potenzialmente ansiogene, vediamo nel dettaglio alcune di queste:

  1. Un soggetto potrebbe avere stati di natura ansiogena magari legati all’idea di dover uscire dal proprio domicilio
  2. Un soggetto potrebbe avere stati di natura ansiogena magari legati all’idea di dover prendere la macchina per recarsi al lavoro
  3. Un soggetto potrebbe avere stati di natura ansiogena magari legati all’idea di doversi spostare presso un altra sede di lavoro

Problemi legati al livello di autostima

Non dobbiamo poi dimenticare che un soggetto che presenta queste problematiche potrebbe subire un’influenza legata al proprio livello di autostima. Per questo motivo nel corso del tempo è soggetto a sviluppare emozioni negative quali:

  • Il soggetto potrebbe soffrire di un senso di tristezza
  • Il soggetto potrebbe andare incontro a un sentimento come la frustrazione

Approcci terapeutici

Da questo punto di vista è bene dire che gli approcci terapeutici a disposizione vertono su due fronti specifici. Al soggetto potrebbe essere prescritto un trattamento di natura farmacologica collegato alla somministrazione di farmaci quali gli antidepressivi o le benzodiazepine. Tuttavia puntare tutto su un trattamento di natura farmacologica potrebbe non essere la soluzione più idonea e indicata in virtù del fatto che con l’interruzione della cura farmacologica, i disturbi di natura ansiogena con relativo attacco di panico potrebbero ripresentarsi.

L’approccio farmacologico quindi non è necessariamente detto venga prescritto a meno di non trovarsi in presenza di un soggetto che ha una forma di ansia patologica piuttosto forte rispetto al normale. Proprio per questo motivo è considerata un’alternativa piuttosto valida quella che si basa sulla terapia cognitivo-comportamentale.

Tuttavia perchè possa aiutare il paziente si dovrà basare su alcuni presupposti importanti. Per prima cosa sarà bene che si basi su un rapporto molto stretto di fiducia tra il paziente e il terapeuta. Verrano poi dettagliate al paziente tutte le informazioni che consentono di capire come si manifesta il disturbo. Verranno poi fornite al soggetto delle specifiche tecniche che siano in grado di gestire il processo di ansia al meglio.

Un altro step molto importante è la graduale esposizione del soggetto a quegli stimoli che come tali scatenano l’attacco di ansia. In tal senso potrebbe essere efficace anche un approccio che si basa su un lavoro che potremmo definire di gruppo. Partecipare a sedute dove il problema del quale si soffre è una condizione che vivono anche altri soggetti potrebbe aiutare il paziente a percepirlo nella giusta ottica.

Leggi:

Ansia anticipatoria