Sintomi diastasi addominale

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Quali sono i sintomi della diastasi addominale? In tal senso potremmo avere:

  • Uno dei sintomi potrebbe essere il gonfiore soprattutto definito post prandiale ( successivo al pranzo);
  • Uno dei sintomi ai quali il paziente potrebbe andare incontro è il gonfiore nella zona addominale;
  • Il paziente potrebbe avere delle difficoltà a livello digestivo;
  • Un altro sintomo potrebbe essere una sindrome dolorosa legata alla schiena, in maniera particolare nella zona del bacino.

Si tratta di una problematica che interessa maggiormente pazienti di sesso maschile o pazienti di sesso femminile? La risposta corretta è che si tratta di una condizione che riguarda maggiormente le donne, in maniera particolare il trenta per cento di quelle che hanno avuto un parto. Si tratta infatti di una problematica che in quanto tale si manifesta in pazienti che hanno partorito.

Ora cerchiamo di definire meglio la problematica, partendo dal presupposto che la diastasi è un allargamento e un’eccessiva separazione che interessa la muscolatura retto-addominale-centrale. Si tratta di una muscolatura importante? Si, è una delle principali che interessano la parete dell’addome nella parte anteriore. Da cosa è composta? Da un muscolo addominale retto nella parte destra e un muscolo addominale retto nella parte sinistra. Da cosa sono tenuti insieme? La risposta è da una banda che ha la caratteristica di essere sottile di tessuto definito connettivo.

Si tratta di una fascia resistente? Si, pur avendo il limite di avere un livello di elasticità molto basso, motivo per il quale nelle situazioni nelle quali si può assottigliare è molto difficile possa ritornare a uno stadio precedente in maniera spontanea. Si tratta di una problematica standard e univoca o può avere gradi differenti? In realtà potremmo avere:

  • Potrebbe essere una forma lieve, in tal senso è inferiore ai tre centimetri;
  • Potrebbe essere una forma moderata, in tal senso è ampia tra i tre centimetri e i cinque centimetri;
  • Potrebbe essere una forma con un grado definito severo, in tal senso si parla di dimensioni maggiori dei cinque centimetri.

Problematica legata al parto

Qual’è il motivo specifico in base al quale tende a verificarsi quando una donna ha avuto un parto? Perchè il peso e la pressione a livello interno che sono legati alla crescita del feto, uniti in tal senso anche ai mutamenti di natura ormonale che sono classici in questa fase relativa alla vita di una donna, fanno sì che avvenga uno stiramento che interessa la muscolatura definita retto-addominale, con il conseguente assottigliamento dei tessuti definti connettivi.

Parliamo di cause

Ci possono essere ulteriori fattori che possono sviluppare questa problematica? La risposta è si, una delle cause potrebbe essere per esempio un aumento nel peso. Tuttavia è bene dire che oltre all’aumento di peso potremmo avere:

  • Potrebbe essere legata ad una problematica di lassità muscolare;
  • Potrebbe essere collegata ad una forma di obesità collegata ad una percentuale di grasso nella zona dell’addome marcata;
  • Potrebbe essere collegata a un dimagrimento marcato.

Quali sono le conseguenze? Vediamole insieme:

  1. Da questo punto di vista potrebbe fare la sua comparsa una rientranza di natura longitudinale lungo la zona dell’addome;
  2. Il paziente potrebbe avere l’impossibilità di avere un ventre piatto;
  3. Il paziente potrebbe perdere il punto vita.

Tuttavia bisogna tenere in considerazione in tal senso, quelle che possono essere le conseguenze meno visibili, caratterizzate però da un certo livello di gravità. Pensiamo in tal senso al fatto che se la muscolatura addominale dovesse perdere nel corso del tempo la sua capacità di contenere e mantenere nella loro sede quelle che vengono definite le visceri addominali, queste potrebbero protudere ( in pratica fuoriescono dalla sede dove si trovano) e causano la comparsa di ernie addominali.

Motivo per il quale potremmo avere:

  • Un’ernia all’ombelico;
  • Un’ernia definita epigastrica ( che si trova nella parte superiore dell’addome).

Approccio diagnostico

Qual’è il corretto iter diagnostico? Per prima cosa è importante dire che si renderà necessaria una visita medica da uno specialista, unitamente a questo potrebbe rendersi necessaria un’ecografia della parete dell’addome. Una volta che si è riusciti a riscontrare che si è in presenza di una problematica del genere, bisognerà valutare con una certa precisione quale sia la distanza effettiva tra i muscoli. Questo è uno dei parametri in base ai quali verrà poi stabilito quale sia l’approccio terapeutico più corretto da applicare sul paziente.

Approccio terapeutico

Qual’è quindi il corretto approccio terapeutico che si può mettere in campo? La soluzione che si può utilizzare a tutti gli effetti è di natura chirurgica e prevede che il chirurgo abbia competenze in tal senso specifiche. Il tipo di intervento chirurgico invece, tende a variare in funzione del grado della problematica.

Se si tratta di una forma lieve o di livello moderato, l’approccio chirurgico prevede un’addominoplastica e contestualmente verranno riposizionati i muscoli definiti retto-addominali. Nella pratica i muscoli che si sono eccessivamente allontanati, verranno riavvicinati e uniti avvalendosi di suture particolari definite a “doppio petto”.

Se invece la problematica dovesse essere ad uno stadio severo nel quale i muscoli a causa della loro mancanza di elasticità non possono essere riaffiancati, si renderà necessario l’inserimento di una rete biocompatibile riassorbibile che funge a tutti gli effetti da raccordo. Questa tende decisamente a favorire il ricongiungersi dei muscoli e si riesce anche a ristabilire la funzione di contenimento relativa alla capacità di contenimento degli organi interni.

Quando il paziente viene dimesso? Le dimissioni avvengono in genere dopo due o tre giorni dall’intervento. Nella fase post operatoria, per i pazienti è raccomandato l’indossare una pancera elastica contenitiva che come tale dovrà essere portata per circa un mese intero.

Addominoplastica

Di cosa si tratta? La risposta corretta è che stiamo parlando di uno degli interventi più frequenti in termini di chirurgia estetica, particolarmente indicato per pazienti che in quanto tali hanno la necessità di riavere un addome tonico, eliminando in tal modo il grasso adddominale, riuscendo in tal senso a ridefinire i fianchi, la zona della pancia e la muscolatura dell’addome.

Per quali pazienti è indicato? Sicuramente per persone che hanno affrontato nel corso della loro vita delle gravidanze, magari dei mutamenti di peso nel corso del tempo, oppure hanno perso peso in maniera marcata. Tutte queste condizioni potrebbero portare a sviluppare un addome cadente (definito anche addome pendulo), potrebbero causare la presenza di un eccesso di cute, potrebbero portare ad avere smagliature cutanee, potrebbero portare il paziente ad avere una perdita di tonicità della parete muscolare, definita anche diastasi muscolare.

Considerazioni finali

Quando si parla dei sintomi della diastasi addominale è bene dire che per prima cosa si dovranno individuare le possibili cause, in tal modo si potrà successivamente intervenire in maniera mirata.

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