Sitofobia

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Quando parliamo di sitofobia a cosa ci stiamo riferendo? Si tratta di una paura di natura patologica nella quale il paziente sperimenta una sorta di fobia per il cibo, nel corso del tempo il soggetto potrebbe in tal senso sviluppare una forma di rifiuto in tal senso. Per questo motivo ci sono rischi oggettivi che possa nel corso del tempo sviluppare una forma di anoressia. Per quali patologie potremmo incontrare una problematica del genere? Vediamolo insieme:

  • Si tratta di una forma tipica delle psicosi schizofreniche;
  • Si tratta di una forma tipica nel caso di gravi forme depressive.

Alla base di queste potrebbe esserci una problematica che non riguarda solo la ripugnanza verso il cibo, un’altra problematica che potrebbe riguarda il soggetto è quella di avere paura di essere avvelenato. Un’altra paura che il paziente potrebbe avere è quella di poter consumare del cibo che abbia un certo livello di contaminazione.

Un’altra paura in tal senso che potrebbe emergere è quella di non avere il controllo sul proprio peso, con il rischio oggettivo di poter in tal senso ingrassare. La fobia da cosa potrebbe anche essere scatenata? La risposta corretta in tal senso è che potrebbe essere legata a:

  • Potrebbe trattarsi di un’esperienza negativa legata al passato come ad esempio aver consumato del cibo avariato;
  • Potrebbe essere legata ad un’allergia di natura alimentare.

Parliamo di malattie

Quali potrebbero essere in tal senso le malattie collegate ad una problematica del genere? Vediamole insieme:

  1. Potrebbe essere legata ad una patologia come l’angina addominale;
  2. Potrebbe essere legata ad una patologia come la pancreatite.

Angina addominale

Quando parliamo di angina addominale a cosa ci stiamo riferendo? La risposta corretta è che si tratta di una sindrome di natura clinica che si caratterizza per la presenza di marcati dolori nella zona dell’addome. Qual’è la causa in base alla quale si produce una condizione del genere? La risposta corretta è che similarmente all’angina pectoris, anche nel caso di quella addominale la causa è legata ad una riduzione in termini di flusso sanguigno. Questa riduzione è tale per cui le richieste che hanno i vari organi posti nella zona interessata non vengono in tal senso soddisfatte.

Qual’è la sintomatologia di una problematica del genere? Vediamola insieme:

  • Per prima cosa è bene dire che i sintomi potrebbero risultare evidenti in maniera particolare dopo che il paziente ha consumato un pasto;
  • In questo caso il processo digestivo richiede un afflusso di sangue maggiore;
  • Si parla quindi di  sangue intestinale;
  • Per quanto concerne i dolori addominali, sono di tipo crampiforme e sono essenzialmente localizzati nella zona dello sterno;
  • Potrebbero perdurare nel corso del tempo anche per diverse ore dopo aver consumato il pasto;
  • Questi dolori potrebbero essere accompagnati a diarrea;
  • Si tratta di dolori che potrebbero essere accompagnati da flatulenza;
  • Si tratta di dolori che potrebbero essere accompagnati da malassorbimento.

La sindrome dolorosa potrebbe essere in tal senso piuttosto marcata? La risposta è si, la gravità relativa ai dolori che il soggetto tende a percepire è tale che il paziente potrebbe essere spinto in tal senso ad astenersi dal mangiare. Motivo per il quale nel corso del tempo potrebbe sviluppare cachessia e tende in tal senso a dimagrire.

Se non si interviene per curare in maniera adeguata la problematica, tramite un baypass o un angioplastica, la problematica di natura occlusiva potrebbe decisamente peggiorare, al punto tale che potrebbero fare la loro comparsa:

  • Per prima cosa una trombosi;
  • Un’altra problematica in tal senso potrebbe essere l’infarto mesenterico.

Queste condizioni gravi a loro volta tendono a determinare un’irreversibile necrosi della porzione di intestino che viene in tal senso colpita e la peritonite.

 Sintomi

Quali sono i sintomi che possono essere legati all’angina addominale? La risposta corretta è che i sintomi potrebbero avere una forma comune quali:

  • Per prima cosa potrebbe fare la sua comparsa il dolore nella zona dell’addome;
  • Un’altra problematica che il soggetto potrebbe avere è la presenza di una paura patologica nella fase del nutrimento.

Quali sono invece i sintomi in tal senso che possono essere definiti maggiormente gravi? Vediamoli insieme:

  • Un altro sintomo raro potrebbero essere i crampi di natura addominale;
  • Un altro sintomo potrebbe essere la diarrea;
  • Un sintomo che il paziente potrebbe avere è una sindrome dolorosa alla bocca dello stomaco;
  • Un’altra problematica che il paziente potrebbe avere è l’epigastralgia;
  • Il paziente potrebbe avere una problematica come la flatulenza.

Pancreatite

Quando parliamo di pancreatite a cosa ci stiamo riferendo? Si tratta essenzialmente di un processo infiammatorio che interessa la zona del pancreas e potrebbe essere di due forme ben distinte, vediamo quali:

  • Potrebbe trattarsi di una forma acuta;
  • Potrebbe trattarsi di una forma cronica.

Parlando di quella in forma acuta è bene dire che potrebbe avere una manifestazione del tutto improvvisa e potrebbe essere:

  • Potrebbe essere in forma lieve e si parla in tal senso del novanta per cento dei casi;
  • Potrebbe essere in forma marcata, in tal senso è bene dire che si parla di un rimanente dieci per cento dei casi.

Per quanto riguarda i sintomi è bene sapere che potrebbero essere variabili, in ogni caso l’elemento che maggiormente caratterizza la problematica da questo punto di vista è una sindrome dolorosa a livello addominale del tutto violenta e improvvisa che tende a fare la sua comparsa nella parte alta dell’addome.

Potrebbero esserci ulteriori sintomi che il paziente tende a manifestar? La risposta è si, vediamo quali sono:

  • Il paziente potrebbe avere la nausea;
  • Il paziente potrebbe avere il vomito;
  • Il paziente potrebbe avere la febbre.

Tuttavia potrebbe anche essere una forma molto severa, motivo per il quale in forma acuta potrebbe evolvere in:

  • Potrebbe portare il paziente ad un’insufficienza a livello renale e respiratorio;
  • Potrebbe portare il paziente a setticemia;
  • Potrebbe portare il paziente ad avere uno shock.

Parliamo di cause

Quali possono essere le cause che innescano una pancreatite? Vediamole insieme:

  • Nel caso di donne, casistica maggiormente frequente in tal senso potrebbe essere la calcolosi biliare;
  • Un’altra casistica che è legata a questo problema è l’utilizzo di alcolici in quantità eccessive.

Per quanto concerne gli altri casi, potrebbero essere legati a:

  • Un livello elevato di trigliceridi nel sangue;
  • Mutazioni di natura genetica ereditarie;
  • Anomalie di natura anatomica;
  • Patologie tumorali benigne e maligne;
  • Un danno autoimmune legato al pancreas.

La diagnosi viene effettuata tramite la sindrome dolorosa manifestata dal paziente, eventuale presenza di esami del sangue che risultano alterati, eventuali processi di natura infiammatoria che coinvolgono il pancreas tramite ecografica o Tac addominale.

Nella maggioranza dei casi la pancreatite tende a risolversi in un arco temporale che oscilla tra i sette giorni e i quindici giorni. Se si tratta forme più gravi, si potrebbe rendere necessario optare per una terapia di supporto per organi tramite ossigeno e somministrare farmaci antibiotici.

Considerazioni finali

Se il paziente dovesse avere la sitofobia, qual’è l’approccio terapeutico che è bene adottare? Si potrebbe ricorrere a una sonda definita esofagea per aiutare il paziente nella nutrizione. Tuttavia per poter arrivare al cuore della problematica è bene adottare anche un supporto di natura psicologica.

Amaxofobia sintomi

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Alessandro Baldini
Web content writer senior, specializzato nella redazione di contenuti nel settore medico, laureato in filosofia a Bologna, corso di specializzazione conseguito allo Ial Web di Udine nel content management, corso conseguito al Cfa di Milano nel 2020, sul web marketing.