Sindrome post colicistectomia : di cosa si tratta

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Avete mai sentito parlare della sindrome post colicistectomia? In quali casi si verifica? Quando a un paziente per problemi di vario genere anche gravi, il chirurgo valuta di asportare la colecisti? L’intervento è sicuro e privo di rischi o successivamente, in fase già di convalescenza vanno spiegati al paziente i possibili effetti collaterali ai quali potrebbe andare incontro dopo aver subito questa tipologia specifica di intervento?

Sono alcune delle domande che si potrebbe porre una persona che magari sa di dover essere operata di colecisti e si chiede se il suo intervento e la degenza post operatoria saranno tranquille. Oppure si deve mentalizzare al fatto che dovrà imparare a gestirsi i possibili effetti collaterali di un intervento che non viene fatto in maniera frequente ma solo in casi particolarmente seri.

Prima di parlare di questa specifica sindrome è bene fare un passo indietro e cercare di capire bene quanto sia importante riuscire a mantenere la colicisti, quale funzione abbia e a cosa andiamo incontro nel momento in cui veniamo operati e ci viene asportata.  Quindi ricordiamo a tutti quali funzioni ha la colicisti e la sua importanza, vedendole in maniera dettagliata:

  • La prima funzione è quella legata al raccogliere la bile che si forma tra il consumo di un pasto e il successivo
  • Fa in modo tale che avvenga un non utilizzo della bile al termine di un pasto, in questo modo è possibile digerire in maniera corretta e ottimale i grassi.

Perchè viene rimossa?

Se al paziente viene diagnosticata una calcolosi della colecisti il chirugo per sua formazione mentale e professionale, ritiene che la strada più idonea sia l’intervento di natura chirurgico, dove viene rimossa la colecisti. Tuttavia non è necessariamente detto che sia l’approccio più corretto, infatti bisogna anche dire che la via biliare in seguito all’intervento di rimozione della colecisti può dilatarsi, assumendo una forma ad imbuto, proprio per questo motivo il rischio è quello che si possano riformare i calcoli.

Quindi se il soggetto soffre di calcoli biliari, una via alternativa potrebbe essere rappresentata dall’assunzione di sali biliari. In realtà l’intervento chirurgico di rimozione della colecisti, dovrebbe avvenire solo in presenza di quadro clinico fortemente compromesso. Se la colecisti funziona in maniera correta, se i calcoli che si sono formati sono trattabili con sali biliari, in questi casi non è indicato eseguire un intervento di colecistectomia.

Anche perchè è bene sapere che in alcuni casi, se al soggetto manca la colecisti e magari gli capita di consumare un pasto grasso, esempio delle uova al tegamino, il processo digestivo potrebbe diventare talmente lento da rendere la digestione molto difficoltosa, e quindi potremmo parlare di un classico caso di sindrome da post colicistectomia.

Quando intervenire con l’asportazione della colecisti

Abbiamo quindi detto che la colecisti svolge una funzione importante in termin di regolazione della bile, e questo consente una corretta digestione, soprattutto se il soggetto ha consumato un pasto particolarmente grasso. Quali sono invece i casi in cui è necessario l’intervento chirugico e occorre procedere all’asportazione della colecisti? Andiamoli a vedere insieme nel dettaglio:

  • Se ci troviamo in presenza di una infiammazione molto evidente della colecisti
  • Nel caso in cui la colecisti non utilizza più i sali biliari e cambia di aspetto, diventando gonfia
  • Nel caso in cui nella colecisti si inneschi un processo di natura infiammatoria
  • Nel caso in cui ci troviamo in presenza di un tumore della colecisti che potrebbe essere di natura maligna o benigna

Indagini esplorative in caso di colecisti

Prima di effettuare in intervento del genere sul paziente, è sempre bene effettuare delle indagini di natura esplorativa che consentono di avere chiaro il quadro della situazione, potendo poi operare la scelta più giusta e idonea per la salute del paziente. Quindi nel caso di approfondimenti che dovrà fare il medico potrebbre prescrivere:

  • Un’ecografia all’addome, localizzata nel tratto superiore
  • Una radiografia dell’addome per valutare se è necessario un intervento nel caso di sintomi quali la nausea, il vomito, dolore o peritonite

Intervento chirurgico di asportazione della colecisti

L’intervento chirurgico di asportazione della colecisti ha subito un’evoluzione dagli anni novanta in poi. In pratica si tratta ad oggi di un intervento che ha un livello invasivo minore, si utilizza una tecnica che prevede un accesso all’addome non particolarmente invasivo. Non si utilizza quindi un’incisione chirurgica ampia ma si punta ad accedere alla zona addominale tramite quattro piccole incisioni. L’utilizzo di questa tecnica, consente di abbreviare decisamente i tempi di degenza ospedaliera per il paziente, calcolati su un arco temporale di due giorni a patto che non vi siano eventuali complicazioni post operatorie.

Sindrome post colicistectomia

In termini puramente percentuali, quante sono le persone che una volta che sono state operate di colecisti con la relativa asportazione, possono soffrire di una sindrome post colicistectomia? Questa particolare condizione può verificarsi nel 14 per cento dei pazienti che si sono sottoposti a questo intervento, proprio per questo motivo, è bene che lo stesso chirurgo prima dell’intervento, parli con il paziente e lo informi sui possibili rischi ai quali potrebbe andare incontro in seguito all’intervento di asportazione della colecisti.

Questo può anche accadere perchè la colecisti svolge delle funzioni molto importanti all’interno del nostro organismo, andiamo a vedere quali:

  • Ha la funzione di raccogliere la bile durante il periodo intercorrente tra un pasto e l’altro
  • Interrompe il flusso della bile quando una persona termina il proprio pasto, aiutando in questo modo una buona digestione legata al consumo di eventuali cibi grassi.

Quali sono i potenziali disturbi ai quali si va incontro se ci siamo sottoposti a un intervento di colicistectomia? Una delle sindromi ai quali alcuni pazienti sono soggetti è quella legata a sensazione di pancia gonfia, una digestione che diventa molto lenta, un senso di nausea percepito dal paziente, sopratutto se ha consumato un pasto con grandi quantità di grassi.

La colecisti regolava di fatto il flusso biliare, quindi la sua mancanza può causare un flusso che dal fegato arriva nella parte alta del tratto digerente causando l’insorgenza di una gastrite cronica. La sindrome si può manifestare anche nel tratto intestinale, causando diarrea. Le cure si basano su farmaci specifici. In ogni caso è bene rivolgersi a uno specialista per una corretta diagnosi in modo possa escudere la presenza di altre patologie.