Tumore alla prostata

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Avete mai sentito parlare del tumore alla prostata? Quali sono i sintomi specifici che si manifestano all’interno dell’organismo dell’uomo? Si manifesta con una frequenza specifica? Le cure che si possono utilizzare sono realmente efficaci? Il processo di diagnosi è complesso o i sintomi sono talmente evidenti da consentire allo specialista di identificarlo con una certa accuratezza? Si guarisce completamente da questa patologia tumorale o le cure alle quali ci si sottopone, lasciano all’interno dell’organismo umano delle problematiche e delle conseguenze nel corso degli anni? Qual’è l’età in cui la patologia tumorale ha il suo massimo grado di sviluppo e di manifesta?

Cominciamo col dire come si origina questa neoplasia specifica. La patologia tumorale ha origine all’interno dell’organo stesso, stiamo parlando a tutti gli effetti di una ghiandola. Quando si origina la patologia tumorale, una massa di cellule presenti all’interno di essa, iniziano ad avere uno sviluppo incontrollato. Si parla di uno specifico organo che è collocato solo nell’organismo maschile. Qual’è la posizione effettiva di questo organo? Si trova vicino al retto e contribuisce con la sua funzione, a produrre in parte il liquido seminale  che verrà poi utilizzato nel momento in cui l’uomo ha rapporti sessuali e ha la relativa eiaculazione.

Quali sono le dimensioni di questo organo? Se funziona nella maniera corretta e non presenta alcun tipo di alterazione, il suo diametro è pari all’incirca a 4 centimetri, la parte posteriore misura circa 2 centimetri.  Tuttavia la sua forma originaria, può nel corso del tempo mutare, la causa di questo ingrossamento è dovuto a una serie di patologie che possono essere presenti. Il presentarsi di patologie specifiche, oltre a causarne un aumento di volume, può anche scatenare delle problematiche che si manifestano nel momento in cui soggetto deve svuotare la vescica espellendo fuori l’urina.

Ci sono dei fattori specifici che possono influenzare la crescita di questa ghiandola? Si, alcuni ormoni come ad esempio il testosterone, sono direttamente responsabili del suo livello di crescita. 

Livelli di diffusione di questa patologia tumorale

Ora è bene chiedersi, quanto sia diffuso in termini puramente numerici, il tumore alla prostata. Se parliamo di uomini, trattandosi di un tumore che colpisce una ghiandola che hanno solo loro, possiamo dire che si tratta di una delle patologie tumorali maggiormente diffuse. Le stime riferite ad anni passati, parlano di un totale che sfiora quasi i 35.000 casi in un anno. Tuttavia c’è in fattore positivo che è bene mettere in evidenza. Se trattato in maniera tempestiva, i rischi che possa avere degli sviluppi molto seri sono relativamente bassi. 

Questa affermazione, è rafforzata da una serie di dati che mettono in evidenza, considerando un arco temporale specifico, che riguarda persone che si sono ammalate di questo tumore,  che a cinque anni dalla diagnosi che è stata effettuata su persone che soffrivano di questa patologia tumorare, più del 90 per cento era ancora in vita.  

Numeri molto elevati, considerando anche il fatto che nella maggior parte dei casi, si tratta di uomini che hanno un’età piuttosto elevata.  Secondo dati recenti, le probabilità che ha un uomo di ammalarsi di questa patologia in termini numerici, riguardano un uomo su otto. Un altro dato interessante è che il tasso di crescita è stato costante fino al 2004. In seguito all’utilizzo di uno specifico esame che ne consente la diagnosi, il numero di casi si è stabilitazzo fino ad avere un trand decrescente.

L’esame in questione si chiama Psa ed è l’acronimo in italiano di Antigene Prostatico Specifico, di cosa si tratta esattamente? Stiamo parlando di una proteina che subisce un processo di sintesi dalle cellule situate nella zona della prostata.  Se la proteina è presente in piccole quantità, indica una condizione di normalità.

Attraverso un esame del sangue, è possibile stabilire la quantità specifica di questa proteina. Ovviamente se presente in quantità più elevate del normale, può indicare una condizione anomala, riconducibile a problemi di natura prostatica o anche a eventuali patologie tumorali presenti.

Quali sono i fattori di rischio

Ci sono dei fattori di rischio specifici in base ai quali si può sviluppare la patologia tumorale? Il principale è legato all’età effettiva della persona. Si va in progressione, partendo da persone che hanno circa 40 anni, hanno poche probabilità di contrarre questa forma tumorale, persone che invece hanno circa 50 anni hanno maggiori probabilità. Qual’è la fascia di età più critica nella quale si sviluppa il tumore? Le persone sopra i 65 anni, sono quelle che hanno le maggiori probabilità, di sviluppare questa neoplasia tumorale. 

Un altro fattore che non deve essere sottovalutato, riguarda la presenza in famiglia di persone che hanno avuto questa patologia tumorale. I rischi per persone che hanno familiari ammalati di questo tumore e sono parenti, sono maggiori. Esistono anche altri fattori di rischio che possono essere collegati alla quantità di testosterone. 

Esistono poi dei fattori di rischio differenti, legati allo stile di vita che il soggetto ha tutti i giorni. Per prima cosa va sottolineato come sia importante seguire un’alimentazione bilanciata, dove sia presente un elevato consumo di frutta e verdura fresca, cercando di ridurre il più possibile, il consumo di grassi. Oltre a questo è bene abbandonare una vita sedentaria e cercare di praticare dello sport. 

Quante patologie tumorali si possono sviluppare?

Parlare di una singola patologia tumorale non è corretto, bisogna invece specificare bene che all’interno della ghiandola prostatica, sono presenti differenti tipologie di cellule. Qualsiasi di queste cellule, nel corso del tempo può subire una mutazione tale da diventare una cellula cancerogena. In ogni caso i tumori più diffusi nel caso della prostata sono i seguenti:

  1. Il soggetto può sviluppare un tumore specifico chiamato adenocarcinoma
  2. Si può sviluppare una patologia tumorale più rara chiamata sarcoma
  3. Spesso capita che si sviluppino, patologie di natura benigna che hanno una sintomatologia analoga a quella delle forme tumorali

 Iperplasia prostatica benigna

In questo caso, parliamo di una patologia di natura benigna, nella quale c’è un ingrossamento anomalo della prostata. L’ingrossamento tende a comprimere il canale definito uretra. Da questa compressione si originano dei problemi specifici legati alla fase di espulsione dell’urina all’esterno.

Sintomatologia specifica

Purtroppo in questa patologia tumorale, soprattutto se si trova in uno stadio iniziale, possono anche non esserci sintomi che non aiutano a effettuare una diagnosi corretta a tempestiva. La sintomatologia che si può associare al tumore, si comincia a manifestare solo quando la massa tumorale è cresciuta. Quali sono i sintomi specifici che rendono possibile effettuare una diagnosi corretta?

Vediamoli in dettaglio:

 

  1. Il soggetto inizia ad avere delle difficoltà quando ha stimoli e deve urinare
  2. Il soggetto può avere continui stimoli a urinare
  3. Il soggetto può iniziare ad avvertire dolore quando urina
  4. Può essere presente del sangue nelle urine

Tuttavia la sintomatologia appena descritta, può anche essere legata alla iperplasia prostatica benigna, di conseguenza per capire quale sia la diagnosi più corretta, è necessario che il soggetto si rechi da un medico specialista, in questo caso un urologo che in base alla storia clinica del paziente e alla sintomatologia lamentata, potrà valutare quali ulteriori approfondimenti sono necessari.

Comportamenti di natura preventiva

Ci sono dei comportamenti di natura preventiva che si possono mettere in atto, per cercare di ridurre almeno sensibilmente, i rischi legati allo sviluppo di questa patologia tumorale? In realtà no, tranne alcuni comportamenti che sicuramente sono consigliabili in generale nella vita di tutti i giorni quali:

  1. Seguire un’alimentazione sana e bilanciata, basata su un buon consumo di frutta e verdura
  2. Evitare un’alimentazione ricca di grassi
  3. Fare attività sportiva, cercando quindi di mantenere un buon peso forma
  4. Effettuare una visita presso l’urologo, se si lamentano problemi alla prostata. Con cadenza annuale è consigliabile

Fase di diagnosi

Effettuare una diagnosi corretta relativa a questa patologia tumorale, non è una cosa semplice. La sintomatologia di un tumore alla prostata, solitamente si manifesta quando la malattia è in uno stadio più avanzato, c’è anche da dire che spesso i sintomi, possono anche essere il risultato di un problema di natura benigna e non necessariamente legati a una forma tumorale. 

Esiste un esame rispetto agli altri, in grado di consentire al medico specialista di verificare l’effettiva presenza di cellule di natura tumorale nella prostata? Si, l’unico modo sicuro è eseguire una biopsia prostatica. Per poter fare questo esame, è necessario un ricovero che dura comunque poco tempo. L’esame si effettua praticando al paziente un’anestesia locale. Vengono effettuati dei prelievi nella zona rettale o perineale che verranno successivamente analizzati, per stabilire l’eventuale presenza di cellule di natura tumorale.

Terapia

Una volta effettuata la diagnosi, in seguito all’esame della biopsia prostatica, il medio specialista, per poter concordare con il paziente la giusta terapia da seguire, deve valutare una serie di parametri. Si parla quindi di età del soggetto, un parametro molto importante è legato allo stadio e alla gravità della malattia, quindi se di trova in uno stadio iniziale, intermedio o in uno stadio maggiormente avanzato. Gli approcci terapeutici possono essere innumerevoli. Vediamo nel dettaglio quali sono in base allo sviluppo del tumore: 

 

  1. Se siamo in fase iniziale, quindi parliamo di un paziente che presenta la patologia ma con un rischio basso, si può anche decidere di non intervenire, limitandosi semplicemente a effettuare una serie di controlli a cadenza regolare, quali la biopsia e l’esame del retto. In questo caso si parla di una sorveglianza attiva, si monitora il decorso della patologia stando attendi a eventuali evoluzioni che richiedano un intervento differente.
  2. Se la malattia presenta uno stadio diverso da quello iniziale, si può intervenire in maniera chirurgica, tramite la rimozione completa della prostata e dei linfonodi vicini alla massa tumorale. Un intervento abbastanza risolutivo se la patologia tumorale è presente solo nella zona della prostata
  3. Se la patologia tumorale presenta uno stadio più avanzato di sviluppo, unitamente all’intervento chirurgico si interviene con trattamenti che possono essere la classica radioterapia o in alcuni casi si preferisce utilizzare l’ormonoterapia.

Ormonoterapia e metastasi

Se si il tumore ha raggiunto uno stadio avanzato e sono presenti metastasi, si preferisce utilizzare una terapia a base ormonale. In questo caso si agisce sul livello di testosterone, un ormone che come abbiamo detto in precedenza, può dare un impulso alla crescita delle cellule tumorali.

La riduzione dei livelli di testosterone, può causare degli effetti collaterali, vediamo quali:

  1. Il soggetto può avere problemi nella sfera sessuale, con conseguente calo del desiderio
  2. Il soggetto può soffrire di impotenza sessuale
  3. Ci possono essere problemi di crescita del peso
  4. Il soggetto può avvertire delle sensazioni di stanchezza
  5. Si può verificare una decrescita relativa alla muscolatura

Esistono anche terapie relativamente nuove per la cura del tumore alla prostata? Si, ricordiamo a tutti che non sono ancora adottate, si sta valutando se possano essere adeguate. Ricordiamo ad esempio la crioterapia, che prevede un intervento mirato alla distruzione nelle cellule tumorali attraverso il freddo.