Tumore del pene

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Se non vi è capitato di sentir parlare del tumore del pene, per prima cosa è bene specificare che si tratta di una patologia piuttosto rara. Quali sono gli approcci di natura curativa che si possono mettere in campo, una volta che uno specialista ha diagnosticato una patologia tumorale legata al pene? In termini percentuali, qual’è il segmento di popolazione maggiormente colpito? Si tratta di soggetti più giovani, ai quali può essere diagnosticata questa forma tumorale, o si tratta di soggetti che hanno un’età più avanzata? Ci sono degli approcci di natura preventiva che si possono mettere in atto, per fare in maniera tale che si riducano in maniera sensibile i rischi che il soggetto possa sviluppare una patologia tumorale del genere?

Prima di approfondire in maniera dettagliata, le dinamiche che causano una forma tumorale nella zona del pene, è bene parlare di questo organo, di quali sono le sue funzioni, di quante parti è formato. Quando parliamo del pene, ci stiamo riferendo all’organo facente parte dell’apparato genitale maschile. Svolge una funzione di natura sessuale, oltre a consentire a livello fisiologico, lo svuotamento della vescica.

Esaminiamo ora la struttura interna del pene, formata da due corpi di natura cavernosa oltre ad un’altra sezione chiamata corpo spongioso. Come funziona il meccanismo erettile del pene? In seguito a stimoli che si originano nella zona del cervello, il sangue tende a concentrarsi nella zona dei corpi cavernosi e del corpo spongioso, questa fase consente l’erezione e la fase espansiva dei tessuti che lo compongono.

In seguito all’eiaculazione, il sangue riprende il flusso normale, il pene torna alla sua dimensione normale. La forma tumorale che può interessare il pene, riguarda potenzialmente, tutte le cellule che lo formano, anche se è bene dire che una forma tumorale nella zona del pene, ad oggi è una manifestazione rara.

Percentuali di diffusione della patologia

Se dovessimo quantificare a livello mondiale, quanto sia diffusa questa patologia tumorale, potremmo per prima cosa dire che interessa determinati paesi rispetto ad altri. Per prima cosa si deve parlare di una forma specifica di tumore, chiamato carcinoma squamocellulare. In termini puramente numerici, questa forma specifica, colpisce un soggetto confrontato con un campione di popolazione che corrisponde a centomila abitanti.

Un fattore interessante è quello legato alla comunità ebraica, infatti è tradizione per loro, praticare la circoncisione, questa pratica abbassa notevolmente il rischio di sviluppare questa patologia tumorale, al punto tale che questa forma specifica di cancro, è nel loro gruppo quasi inesistente.

Esiste un’età specifica nella quale questo tumore ha maggiori probabilità di svilupparsi? Si, si tratta di una forma che tende a manifestarsi nella popolazione verso i 60 anni di età per quanto concerne i paesi fortemente industrializzati, mentre nei paesi con un tasso di sviluppo inferiore, l’età media si abbassa, attestandosi sui 50 anni.

Rischi nello sviluppo della patologia

Quali sono i principali fattori di rischio che causano l’insorgenza di questa forma tumorale specifica? Andiamoli a vedere insieme:

  1. Una delle principali concause che possono stimolare la nascita di una forma tumorale del genere, è rappresentata dal papilloma virus. Si tratta di una forma infettiva che avviene per trasmissione sessuale e che prevede un contatto stretto tra genitali femminili e maschili. Proprio in quest’ottica, negli Stati Uniti l’associazione americana per il cancro, ha espresso una posizione netta, in base alla quale è bene che la vaccinazione per il papilloma virus, sia estesa non solo alla popolazione femminile, ma anche a quella maschile.
  2. Un fattore di rischio sempre collegato al possibile sviluppo di questa patologia tumorale, è sicuramente rappresentato dall’età del soggetto maschio
  3. Un altro fattore di rischio correlato a questa forma tumorale, è rappresentato dal fumo della sigaretta
  4. Se un soggetto di espone a particolari trattamenti che richiedono l’utilizzo dei raggi ultravioletti, presenta un rischio maggiore nello sviluppo del tumore
  5. Se nel soggetto è presente una condizione di natura infiammatoria, i rischi aumentano

Ad oggi, non ci sono invece studi di natura scientifica attendibili, che abbiano indagato a fondo una possibile correlazione che potrebbe esserci tra la diffusione di questa forma tumorale e un soggetto che è già ammalato di Aids.

Approcci preventivi

Ci sono dei validi approcci di natura preventiva, che sono efficaci e consentono di ridurre il rischio di sviluppare questa patologia tumorale? Ad oggi no, anche se possiamo parlare di alcuni comportamenti e abitudini che sono utili nel ridurre un minimo il rischio di sviluppare un tumore del pene.

Vediamo insieme quali sono:

  1. Avere una buona igiene intima, lavando accuratamente con prodotti specifici, la zona del pene e i genitali è un fattore protettivo da non sottovalutare
  2. Un’abitudine che è bene abbandonare, perchè correlata al rischio di sviluppare questa patologia, è quella del fumo
  3. Una sessualità attenta, che tenga conto di rapporti protetti, che eviti troppi partner occasionali, per ridurre il rischio di contrarre il Papilloma Virus
  4. La pratica della circoncisione, largamente diffusa all’interno della comunità ebraica sui bambini, riduce nettamente il rischio di sviluppare questa patologia

Forme tumorali

Tra le forme tumorali maggiormente diffuse, quella che in termini percentuali arriva circa al 90 per cento dei casi è rappresentata dal carcinoma squamocellulare che si diffonde nella zona del glande e nella zona interna collegata al prepuzio. Le altre forme tumorali sono il melanoma e il carcinoma basocellulare.

Sintomatologia

Quali sono i sintomi che indicano una possibile neoplasia nella zona del pene? Andiamoli e vedere insieme:

  1. Un fattore che deve essere preso in considerazione è un mutamento evidente nella struttura della pelle nella zona del pene. Si parla di un possibile inspessimento, assottigliamento e una colorazione differente.
  2. Un altro sintomo che potrebbe indicare la presenza di una neoplasia, è legato al glande, soprattutto se si nota che rispetto alla sua dimensione normale, presenta un gonfiore
  3. Un sintomo che potrebbe indicare la presenza di un cancro nella zona del pene, è anche un improvviso ingrossamento dei linfonodi presenti nella zona addominale

I sintomi appena descritti, sono elementi che consentono di poter effettuare una diagnosi certa e sicura di un cancro nella zona del pene? In realtà no, perchè di tratta di sintomatologie che possono anche essere legate a patologie di natura differenti e magari con decorso benigno.

Fase di diagnosi

Com’è possibile quindi arrivare a una diagnosi certa in tal senso? Serve una visita specialistica, nella quale si raccolgono informazion inerenti sulla sintomatologia presentata, e ovviamente si effettua una visita accurata del pene e della zona dei genitali, per capire se si tratta di patologia tumorale o di altre forme benigne. Se il medico ritiene sia necessario in base alla visita effettuata, una biopsia, si procede al prelievo di un piccolo campione di tessuto, per analizzarlo e capire se si tratta di una patologia tumorale. Un fattore molto importante è quello legato allo stadio della malattia.

Per poter capire a quale stadio sia la patologia, potranno servire degli esami di approfondimento, che andiamo a vedere:

  1. Si può procedere effettuando una risonanza magnetica della zona del pene
  2. Si può effettuare un’ecografia nella zona inguinale

Una volta effettuati questi esami e dopo essere riusciti ad arrivare a una diagnosi certa e sicura della forma tumorale, si dovrà stabilire quanto si sia espansa nell’organismo la patologia tumorale, se sono presenti metastasi in altri organi, e il grado di anomalia delle cellule tumorali.

Approcci curativi

Una volta diagnosticata il tumore del pene, si deve studiare un approccio per cercare di debellare il cancro, molto ovviamente dipende dal suo grado di diffusione. Per neoplasie in forma iniziale, le probabilità di successo sono più alte. Tuttavia, si dovrà tener conto di una serie di fattori molto importanti quali:

  1. Quanto si è espanso il tumore
  2. Quali sono le condizioni di salute del paziente

In ogni caso, in linea generale l’approccio più utilizzato è quello chirurgico. Molto dipende dal grado di diffusione della patologia tumorale, se in fase iniziale si può utilizzare la chirurgia laser. Si può procedere con l’asportare la massa tumorale e una piccola porzione di tessuto vicina al cancro. Tuttavia molto dipende dal suo grado di diffusione, potrebbe rendersi necessario un intervento chirurgico che prevede una rimozione parziale o completa del pene. Potrebbe anche rendersi necessario la rimozione di linfonodi nella zona inguinale e pelvica.

La radioterapia può essere un approccio che viene utilizzato in forma singola o combinata con l’intervento chirurgico per cercare di ridurre i rischi di recidive del tumore o cercare di ridurre la fase espansiva di un cancro già in stadio avanzato.

La chemioterapia utilizzata su tutto l’organismo è un approccio che viene utilizzato nel caso in cui la forma tumorale si sia diffusa in altri organi.