Valvola bicuspide e tricuspide

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Quando parliamo di valvola bicuspide e tricuspide, ci riferiamo nella prima condizione alla presenza di solo due cuspidi valvolari, mentre in condizioni del tutto normali dovrebbero essere tre. Si tratta di un’anomalia in tal senso? La risposta corretta è che ci troviamo in presenza di un’anomalia di natura cardiovascolare con la caratteristica di essere congenita. In quanti bambini appena nati si potrebbe presentare una problematica del genere? In termini puramente percentuali, siamo intorno allo 0.5 per cento e il 2 per cento dei bambini che nascono vivi.

Se un paziente dovesse presentare un’anomalia del genere è molto probabile possa sviluppare nel corso del tempo patologie quali:

  • Potrebbe sviluppare una patologia come la endocardite infettiva;
  • Potrebbe sviluppare una patologia come l’insufficienza aortica;
  • Potrebbe sviluppare una patologia come la stenosi aortica;

Si potrebbe parlare in tal senso di una predisposizione di natura genetica? Si, i parenti di primo grado che presentano un’anomalia del genere, dovranno essere sottoposti nel corso della loro vita a un esame quale l’ecocardiografia di screening. Anche se il paziente dovesse avere una funzione a livello di valvole del tutto normale ma presentare un’anomalia del genere è importante venga monitorato, questo perchè potrebbe formarsi un’aneurisma.

In termini percentuali, quale potrebbe essere la percentuale dei pazienti nei quali si può verificare questa dilatazione? La risposta corretta è che potrebbe verificarsi in oltre il 50 per cento dei casi, parlando di persone che hanno un’età inferiore ai 30 anni.

Sintomatologia

In termini di sintomi è bene sapere che nei pazienti nei quali è presente un’anomalia del genere, non è detto necessariamente possano verificarsi sintomi. In tal senso è bene specificare che molto dipende dalle possibili complicazioni alle quali potrebbe andare incontro il paziente.

In questo caso tra le complicazioni potremmo avere:

  • Una delle possibili complicazioni potrebbe essere la febbre nel caso in cui il paziente soffra di endocardite infettiva o dispnea;
  • Un altro sintomo al quale il paziente potrebbe andare incontro è l’affaticamento;
  • Il paziente potrebbe avere la sincope;
  • Il paziente potrebbe soffrire di palpitazioni;
  • Il paziente potrebbe soffrire di una forma d’intolleranza all’esercizio;

Endocardite infettiva

Quando parliamo di endocardite infettiva a cosa ci stiamo riferendo? Si tratta di un processo infettivo che interessa il rivestimento cardiaco definito in tal senso endocardio e in linea generale anche delle valvole cardiache. Per quale motivazione potrebbe svilupparsi una forma infettiva del genere? La risposta corretta è quando dei batteri, tendono a entrare in quello che viene definito torrente ematico. In questo modo possono attaccare a valvole cardiache che in precedenza sono state in tal senso lesionate.

Se parliamo ad esempio della forma definita acuta, in linea generale tende a manifestarsi con una febbre del tutto improvvisa, un aumento in quella che risulta essere il battito cardiaco, un senso di affaticamento e dei danni legati alla valvola cardiaca.

Se parliamo della forma subacuta, potrebbe in maniera graduale innescare nel paziente dei sintomi quali:

  • Il soggetto potrebbe avere un senso di affaticamento;
  • Il soggetto potrebbe avere la febbre;
  • Il soggetto potrebbe avere un battito cardiaco che risulta essere accelerato;
  • Il soggetto potrebbe andare incontro a una perdita di peso;
  • Il soggetto potrebbe andare incontro a sudorazione;
  • Il soggetto potrebbe avere una conta eritrocitaria bassa.

Se il paziente dovesse avere una valvola cardiaca artificiale, dovrà sottoporsi a una terapia di natura antibiotica in maniera tale da prevenire l’endocardite. L’approccio di natura terapeutica prevede in tal senso il somministrare tramite via endovenosa, alti dosaggi di antibiotici. Tuttavia in casistiche specifiche si dovrà ricorrere all’intervento chirurgico che consenta di riparare o eventualmente sostituire le valvole cardiache.

L’endocardite di natura infettiva tende a interessare maggiormente uomini o donne? In linea generale è bene dire che tende a colpire molto di più gli uomini. Si tratta di una forma maggiormente comune tra le persone anziane. Possiamo parlare di una forma univoca di endocardite o ci sono forme differenti? La risposta corretta è che potremmo trovarci in presenza di:

  • Potrebbe trattarsi di una forma infettiva acuta che tende a svilupparsi in maniera improvvisa e potrebbe diventare nel corso del tempo rischiosa per la vita stessa del paziente;
  • Potrebbe trattarsi di una forma infettiva definita subacuta che tende a svilupparsi in maniera del tutto graduale e nell’arco di qualche settimana o addirittura nell’arco di qualche mese.

 Fattori di rischio

Quali possono essere i fattori di rischio che possono interessare persone che hanno un’endocardite? Vediamoli insieme:

  • Si parla di persone che fanno magari uso di sostanze stupefacenti;
  • Si tratta di persone che tendono ad avere un sistema immunitario indebolito e come tale non più efficiente;
  • Si tratta di persone che hanno una valvola cardiaca artificiale, magari un pacemaker o un defribillatore.

Potrebbero esserci ulteriori fattori di rischio in tal senso? La risposta è si, vediamo quali sono:

  • Uno dei rischi in tal senso che potrebbe contribuire a sviluppare un’endocardite sono difetti congeniti a livello cardiaco;
  • Un altro dei rischi ai quali il soggetto potrebbe andare incontro è legato a danni che sono presenti nelle valvole cardiache legate magari a una febbre di natura reumatica;
  • Un altro rischio al quale un soggetto potrebbe andare incontro è legato a un processo degenerativo delle valvole cardiache medesime legate a un processo di invecchiamento.

Un altro fattore di rischio che in tal senso non va sottovalutato è la presenza di una lesione cardiaca causata da una forma di febbre di natura reumatica. Quali sono invece i fattori di rischio per persone anziane? Si può parlare in tal senso di un processo degenerativo che interessa le valvole cardiache come quella mitrale.

La forma definita batteria acuta tende a esordire in maniera del tutto improvvisa, il paziente ha una febbre con temperature molto elevate che possono oscillare tra i 38 gradi e i 40 gradi. In tal senso potrebbe anche esserci un aumento di quella che risulta essere la frequenza cardiaca. Il paziente potrebbe avere un senso di affaticamento.

Se parliamo invece della forma batterica subacuta, potrebbe indurre sintomi quali:

  • Affaticamento;
  • Febbre;
  • Una frequenza cardiaca lievemente accellerata;
  • Perdita di peso
  • Sudorazione;
  • Bassa conta a livello di eritrociti (definita anche anemia).

Come si diagnostica una forma di endocardite di natura infettiva? La risposta corretta è attraverso un’ecocardiografia, tramite emocolture. Il medico potrebbe avere il sospetto si tratti di un’endocardite se presentano sintomi quali:

  • Puntini rossi sulle dita;
  • Una valvulopatia;
  • Una valvola cardiaca arificiale;
  • Procedure chirurgiche.

Qual’è il trattamento di un’endocardite di natura infettiva? La risposta corretta è che verranno somministrati degli antibiotici per via endovenosa, in alcuni casi potrebbe rendersi necessario sottoporre il paziente ad un intervento chirurgico.

Considerazioni finali

Se un paziente dovesse avere una problematica quale la valvola bicuspide e non tricuspide, la diagnosi verrà effettuata tramite un esame chiamato ecocardiografia. L’approccio terapeutico invece prevederà una procedura che si avvarrà di dilatazione tramite palloncino e un’eventuale riparazione chirurgica.

Perdita di coordinazione dei movimenti