Acinetopsia : non percepire il movimento

31

Quando parliamo di Acinetopsia a cosa ci stiamo riferendo? Si tratta di una forma di incapacità che riguarda la percezione del movimento. Le persone che manifestano una condizione del genere, presentano nella vita di tutti i giorni delle grandi difficoltà, pur svolgendo delle attività che risultano semplici quali per esempio dover attraversare una strada. Per comprendere meglio di quale problematica stiamo parlando è bene fare un esempio.

Ora immaginiamo per un attimo la classica dinamica mattiniera, durante la quale una persona si sveglia per fare colazione e poi successivamente si reca al lavoro. Se pensiamo ad un attimo al gesto semplice di versare il latte, in condizioni del tutto normali è una cosa molto semplice. Infatti lo si versa e si guarda la tazza che tende a riempirsi, fino al momento in cui ci si rende conto che si deve smettere.

Ora immaginiamo in tal senso uno scenario del tutto differente nel quale iniziamo a versare il latte nella tazza ma in apparenza non ci sembra esca nulla. Quale sarà il risultato? Per prima cosa si produce una condizione in base alla quale la persona continua a versare il liquido ma continua non vederlo riempirsi nella tazza. Per questo motivo ad un certo punto la tazza sarà talmente piena di latte che questo tenderà a versarsi sulla tovaglia.

Cosa è accaduto esattamente? La problematica della quale è affetta una persona che ne soffre è quella di non percepire in alcun modo gli oggetti che si muovono. Se parliamo per esempio della forma visiva descritta bene da Trivino e Arnedo, si produce un’alterazione di natura visiva nella quale non si riconoscono gli oggetti ( oppure si può parlare di caratteristiche concrete che riguardano uno stimolo come quello del colore o del movimento).

Visione a fotogrammi

Le persone che presentano problematiche del genere, tendono a percepire e vedere la realtà circostante tramite fotogrammi, questa caratteristica chiaramente incide in maniera molto negativa sulla qualità della loro vita, al punto tale che riescono con molta difficoltà personale a svolgere delle attività molto semplici quali l’attraversamento della strada.

Questa problematica porta una persona ad avere una percezione di una macchina in movimento non idonea, infatti viene vista a fotogrammi, in un punto specifico oppure in un altro. Può chiaramente capitare che la persona utilizzando l’intuito si renda conto della velocità pur non riuscendo di fatto a percepire il movimento. Non si conosce in pratica l’esatta ubicazione del veicolo in un dato momento, per questo motivo ci sono dei rischi oggettivi che la persona possa essere investita.

Come si può affrontare ad esempio una problematica come quella del latte? La risposta corretta è che è sufficiente inserire un dito nella tazza che dobbiamo riempire, in questo modo ci si potrà accorgere del momento in cui il latte sta arrivando al bordo della tazza. Una persona che soffre di una problematica del genere non è in grado di guidare la macchina.

Problematica e tipologie

Esiste una forma univoca di una problematica del genere? In realtà no, una esistente viene definita discreta, si tratta della forma maggiormente diffusa, per questo motivo il soggetto tende a percepire il movimento come dei fotogrammi, possiamo parlare di fotografie disposte come in una sequenza, vicine tra di loro. In questa forma la persona ha la possibilità di ricostruire il movimento con una certa precisione.

Volendo utilizzare l’esempio della tazza, la persona ne percepisce il relativo riempimento attraverso delle immagini che hanno la caratteristica di essere statiche.

Parliamo della forma macroscopica

Si tratta di una problematica che ha la caratteristica di essere meno frequente, tuttavia è una forma con un livello di gravità maggiore. In tal senso il soggetto tende ad avere una non percezione del movimento che è totale. Proprio per questo motivo il paziente che ne soffre, se ad esempio deve guardare una macchina che risulta essere in movimento, quello che accade è che il paziente tende a percepire il movimento vedendo la macchina quando magari è ad una certa lontananza, ripercependola e vedendola quando ormai è vicina.

Per chiarire ulteriormente come questa patologia si sviluppa, immaginiamo per un attimo una persona che si trova magari nel salotto di casa sua, nella stanza entra un’altra persona che si avvicina. Il soggetto non è in grado di percepirne il movimento, motivo per il quale molto probabilmente si troverà la persona davanti in maniera del tutto improvvisa.

Identificare la problematica

Le informazioni di natura visiva tendono a muoversi in avanti, passando dalla retina, ad una zona definita talamo e poi si ritroveranno nella corteccia definita occipitale. La vista in una persona normale funziona in maniera analoga ad una telecamera, motivo per il quale è in grado di percepire molte immagini. Queste nel momento in cui vengono riprodotte ad una velocità costante, producono in una persona la sensazione di movimento e continuità.

Parliamo di percezione

Quando ci riferiamo al termine percezione di cosa stiamo realmente parlando? La risposta più corretta che si può dare è che si tratta di un processo che consente di poter dare un significato specifico a input di natura sensoriale che come tali arrivano dal mondo esterno. ll termine stesso percezione è fortemente influenzato dall’ambito scientifico che se ne occupa. Infatti se parliamo di psicologia la percezione viene a tutti gli effetti intesa come una sorta di processo mentale ha la capacità di effettuare una conversione tra dati definiti sensoriali in concetti che hanno per noi un significato. Spesso si è portati a confondere il termine sensazione con quello di percezione, partendo invece dal presupposto che sono due termini con un significato del tutto differente.

Infatti quando parliamo di sensazione, ci stiamo invece riferendo ad un processo che ha la caratteristica di essere elementare ed è strettamente collegato agli organi definiti di senso. Se invece vogliamo parlare di percezione, ci dobbiamo per forza riferire ad una dinamica molto più complessa, infatti si tratta di un processo che come tale è legato all’attribuire un significato ai dati di natura sensoriale che tendiamo a percepire.

Percezione definita distale

Se dovessimo dare una definizione di come percepiamo il mondo, dovremmo parlare di una forma distale nella quale ci sono gli oggetti fisici che vengono percepiti, i quali a loro volta sono molto ricchi di informazioni che arrivano dall’esterno. In tal senso possiamo citare:

  • Una delle informazioni che arrivano dall’esterno è legata alla luce.
  • Un’altra delle informazioni che arrivano dall’esterno è legata alla forma.
  • Un’altra delle informazioni che arrivano dall’esterno è legata ai colori.

Nel momento in cui lo stimolo di natura visiva tende a raggiungere la zona della retina, viene definito prossimale. Nel corso del tempo varie persone hanno cercato di capire meglio cosa fosse la percezione, ad esempio Helmholtz, formulò la teoria definita empirica in base alla quale, quello che si percepiva nel mondo circostante, quindi gli oggetti si produceva avvalendosi di esperienza e apprendimento, legati al contatto con il mondo al di fuori di noi.

Al contrario di questa teoria, quella della Gestalt parla invece di leggi innate in base alle quali viene organizzato il campo percettivo. In base invece ad un movimento definito New Look, i cui ideatori erano gli americani Bruner, Postman, la percezione è il risultato di un incontro che si produce tra gli stimoli provenienti dal mondo esterno e le aspettative. Per aspettative si intendono i valori e gli interessi che esprime la singola persona.

In base alle teorie che si basano su quelle di Gibson, le informazioni derivano dalla stimolazione che viene percepita. In pratica la persona si deve limitare solamente a cogliere le informazioni di natura percepittiva che risultano essere esistenti nell’ambiente cicostante.

Un’altra teoria che riguarda la percezione viene definita ciclo percettivo di Neisser, in base a queste nella mente di una persona sono presenti determinati schemi in base ai quali orientiamo la nostra attenzione. In questo modo possiamo esplorare l’ambiente circostante.

Parliamo di Cudeiro

Un’analisi interessante che ci consente di comprendere meglio una problematica come quella dell’Acinetopsia è legata alla corteccia temporale mediale. Si tratta di un’area molto importante per consentirci di percepire nel modo giusto il movimento e la relativa direzione.  Se si producono lesioni in questa regione specifica, si possono produrre dei deficit molto seri tra questi la problematica di cui stiamo parlando.

Secondo Alvarez e Masjuan, questa problematica è la conseguenza di lesioni bilaterali che interessano il lobo parietale che si sono prodotte a seguito di un’ischemia o magari un trauma.

Si tratta in ogni caso di una patologia che è oggetto di studio, ci sono ancora molti elementi che non aiutano a comprendere in maniera completa questo fenomeno. Qual’è la sensazione che ha una persona che soffre di Acinetopsia? La risposta corretta è che le persone hanno la decisa sensazione che gli oggetti effettuino dei salti da una parte ad un’altra. In una dinamica del genere una persona fatica anche a comprendere se un oggetto tende ad avvicinarsi o ad allontanarsi.

Competere nell’ambiente di lavoro