Apofenia in psicologia

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Che cos’è l’apofenia in psicologia? La risposta corretta è che stiamo parlando a tutti gli effetti di un pregiudizio di natura cognitiva nel quale una persona è fortemente propensa a credere che esista uno schema tra vari oggetti che nella realtà non hanno alcuno tipo di legame e correlazione. Da un punto di vista storico, lo psichiatra Conrad nel 1958, coniò questo termine. Partiamo dal presupposto che il cervello di una persona è strutturato in maniera tale da lavorare in base a degli schemi, tuttavia può capitare che in alcune occasioni, sia fortemente convinto di averne trovati alcuni che in realtà non hanno alcun nesso con la realtà.

Immaginiamo ora per un attimo, volendo in tal senso portare un esempio, una persona che durante un esame che deve affrontare all’università, utilizza sempre la stessa penna persuaso del fatto che gli porti una certa fortuna. Questo esempio riassume molto bene il significato del termine che stiamo analizzando, si tratta di un fenomeno che come tale può essere accaduto a varie persone, al punto tale che potrebbe decisamente evolvere in una patologia.

Cosa accade esattamente? La risposta corretta è che il cervello lavora e crea una sorta di connessione tra eventi che in realtà non hanno un legame oggettivo. Potremmo dire che questa patologia per certi versi è equiparabile a quello che viene definito pensiero magico.

Ora è importante approfondirne le dinamiche in maniera dettagliata:

  • Una delle caratteristiche specifiche di una problematica del genere è che una persona, tende a rilevare delle conessioni senza in tal senso che ci sia una motivazione. Non si tratta in tal senso di riuscire a vedere schemi che sono realmente presenti, al contrario si tratta di immaginare degli schemi, accettarli, essere sicuri che siano veri anche là dove non esiste alcuna prova oggettiva che possa effettivamente confermarne la loro presenza.
  • Quello che ci accade nella vita di tutti i giorni, fatti che dovrebbero avere una valenza del tutto oggettiva, diventano in realtà fatti soggettivi. Per il soggetto che ne è fortemente persuaso, questi hanno un significato ad un’importanza molto più marcata di quello che si potrebbe pensare e si è fortemente persuasi e convinti che ci sia sicuramente un significato recondito (nascosto) che è legato al fatto che si verificano.

Facciamo degli esempi

Ora per capire meglio la portata di questo fenomeno è importante fare degli esempi specifici, vediamoli insieme:

  1. Una persona magari durante il corso della mattinata, deve affrontare un colloquio di lavoro. Recandosi nella sede del colloquio, vede passare persone che sorridono, questo lo porterà a pensare che il tutto costituisca a tutti gli effetti un buon auspicio.
  2. Stavate riflettendo tra voi e voi, proprio in quel momento il vostro pensiero era focalizzato su un amico che non vedete magari da molto tempo, capita proprio che in quel momento quella persona vi chiami. Questa patologia porta ad esempio a ritenere che ci sia una sorta di connessione tra i pensieri che avevate in mente in quel momento e il fatto che si sia prodotto questo evento.
  3. Un altro esempio che si può portare in tal senso è legato alla fine di una storia d’amore con una persona con la quale avete condiviso una parte importante della vostra vita. Tuttavia nonostante la storia sia finita, vi capita di sentire sempre la canzone preferita che ascoltavate insieme. Dal punto di vista della persona che vive questa condizione particolare, si pensa che in effetti si manchi al partner con il quale si è interrotta la relazione.

Motivazioni che innescano questa dinamica

Quali sono le motivazioni che possono innescare una dinamica del genere? Per prima cosa è bene sapere che potrebbe essere accaduto a varie persone, almeno in un’occasione di vivere un’esperienza così particolare. Non si tratta a tutti gli effetti di un disturbo che interessa la nostra mente, nè necessariamente è legato al fatto che un soggetto stia vivendo una problematica di natura mentale. In realtà c’è una risposta più semplice legata a questa dinamica. Si tratta di un bisogno di sicurezza che riguarda gli uomini.

La mente di una persona funziona in maniera tale che avverte la necessità di avere una sorta di controllo sul contesto nel quale viviamo, sull’ambiente. Per non percepire una sensazione che è quella dell’insicurezza, si attribuisce un significato a quello che non lo ha, oltre a crearsi relazioni tra eventi che hanno la caratteristica di essere in tal senso del tutto causali e privi di un collegamento tra di loro.

Sicuramente si tratta di una dinamica che può maggiormente riguardare quelle persone che hanno un certo grado di insicurezza e in virtù del quale tendono a percepire l’ambiente come un elemento caratterizzato da elementi minacciosi. Questo tuttavia non esclude che una dinamica del genere non si possa anche produrre su persone che non hanno questa insicurezza, per il semplice fatto che il cervello è di fatto programmato per riconoscere degli schemi e attribuirne un significato.

Molto dipende da quante volte si verifica una dinamica del genere, infatti se si tratta di episodi sporadici, questi non hanno questa importanza che potremmo pensare. Diverso invece è il discorso di chi tende a interpretare la realtà utilizzando maniera costante e abituale una dinamica del genere.

Se dovesse essere così, allora si tratta di una situazione maggiormente preoccupante che potrebbe essere effettivamente legata alla presenza di una psicosi. Secondo la rivista Journal of Cognitive Neuroscience, in base ad alcune indagini condotte, in termini biologici il fatto che il soggetto possa avere livelli elevati di dopamina, potrebbe sicuramente essere legata alla comparsa di questo fenomeno.

Come affrontarlo

Quindi come si deve affrontare una dinamica del genere? Partendo dal presupposto che l’apofenia non necessariamente indica una problematica psicologica, infatti in molti casi è del tutto innocua e potrebbe in tal senso manifestarsi in qualunque persona, tuttavia si corre il rischio oggettivo di magari fare delle scelte errate, prendere decisioni in tal senso sbagliate, in maniera particolare se si presenta con cadenza regolare.

Per prima cosa è bene utilizzare e attivare in tal senso il pensiero definito critico, certamente alla persona in tal senso è richiesto uno sforzo maggiore, rispetto a quello di utilizzare schemi e scorciatoie. Se la problematica dovesse essere legata ad una forma di psicosi, si potranno utilizzare dei farmaci che consentono di regolare i livelli dopaminergici.

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Alessandro Baldini
Web content writer senior, specializzato nella redazione di contenuti nel settore medico, laureato in filosofia a Bologna, corso di specializzazione conseguito allo Ial Web di Udine nel content management, corso conseguito al Cfa di Milano nel 2020, sul web marketing.