Sintomi del fiato corto

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Quali sintomi che una persona percepisce nel momento in cui ha il fiato corto? Viene anche definita come termine medico dispnea, si tratta per prima cosa di una sensazione molto spiacevole che percepisce il paziente, nella quale si ha una difficoltà oggettiva nella fase di respirazione. Per prima cosa è bene sapere che la frequenza di natura respiratoria e la profondità, tendono a subire nella norma, un incremento che magari è dovuto all’attività fisica piuttosto intensa o magari al fatto che ci possiamo trovare ad altitudini molto elevate. Tuttavia un aumento nella frequenza respiratoria, raramente è collegato ad una percezione di disagio. La frequenza respiratoria potrebbe avere un incremento anche se il paziente si trovasse in condizioni di totale riposo, in soggetti che presentano delle patologie di natura polmonare.

Questa condizione potrebbe anche manifestarsi in pazienti che hanno la febbre, in questo caso la frequenza respiratoria tende ad aumentare. Se si tratta di una problematica di dispnea, il respiro che rispetto ad una condizione normale tende a diventare maggiormente rapido, generalmente è collegato alla classica sensazione nella quale manca l’aria. Cosa potrebbe capitare al paziente? Si potrebbe accorgere che ha una necessità decisamente maggiore di espandere la cassa toracica durante la fase definita di inspirazione. Oppure potrebbe avere un’esigenza maggiore durante la fase di espulsione, definita anche di espirazione.

Tra le sensazioni che potrebbe provare il paziente abbiamo anche una sorta di un’urgenza nella fase di inspirazione ancora prima che venga completata la fase espiratoria. Una delle sensazioni che potrebbero accompagnare il paziente è un senso di oppressione percepito nella zona del torace.

Chiaramente, bisogna per prima cosa definire quale sia la causa, da questo punto di vista è bene sapere che potrebbero esserci ulteriori sintomi, tra questi abbiamo:

  1. Il paziente potrebbe avere la tosse;
  2. Il paziente potrebbe avere una sindrome dolorosa rilevata nella zona toracica.

Definiamo le cause

Quando parliamo di dispnea, generalmente ci riferiamo ad una condizione che in quanto tale, potrebbe avere delle cause legate a patologie che interessano i polmoni e il cuore. Volendo identificare quelle che sono le cause maggiormente comuni abbiamo:

  • Una delle cause potrebbe essere legata all’asma;
  • Un’altra delle cause potrebbe essere legata alla polmonite;
  • Un’altra delle cause potrebbe essere ad una Broncopneumopatia cronica ostruttiva;
  • Un’altra delle possibili cause potrebbe essere un infarto o un’angina ( si tratta in tal senso di una sindrome dolorosa che è legata ad un afflusso di sangue e ossigeno non adeguato nella zona del muscolo cardiaco, viene anche definita in termini prettamente medici ischemia miocardica;
  • Un’altra causa possibile legata alla dispnea potrebbe essere un’insufficienza a livello cardiaco;
  • Un’altra causa possibile potrebbe essere legata ad un indebolimento del paziente a livello muscolare e cardiaco, causato da una scarsa attività fisica ( inattività);

Tra le cause meno comuni ma più serie, potrebbe esserci un’embolia polmonare causata da un processo ostruttivo di un’arteria polmonare, generalmente legato alla presenza di un coagulo.

Patologie polmonari

Quando si tratta di pazienti che soffrono di patologie di natura polmonare, in maniera frequente possono avere la dispnea nel momento in cui fanno un certo sforzo fisico. Quando si svolge per esempio un’attività di natura fisica, l’organismo del soggetto tende a produrre una quantità maggiore di anidride carbonica e consuma più ossigeno. Se il soggetto dovesse trovarsi in una situazione in cui ha una ridotta capacità in termini di funzionalità a livello polmonare e o del muscolo cardiaco, un piccolo sforzo può comportare un aumento nella frequenza respiratoria del paziente notevole.

Tuttavia parlare di patologie polmonari vuol anche dire fare un approfondimento specificando che potremmo essere in presenza di:

  • Si parla di patologie polmonari definite restrittive;
  • Si parla di patologie polmonari definite ostruttive.

Se si tratta di patologie definite restrittive, citiamo in tal senso la fibrosi polmonare idiopatica, i polmoni tendono a subire un irrigidimento, oltre a richidere al paziente uno sforzo più marcato di espansione mentre si inspira. Un’altra causa da non sottovalutare è la presenza di una curvatura marcata relativa alla colonna vertebrale, definita anche scoliosi che tende in tal senso a limitare la respirazione. Cosa accade esattamente? La risposta corretta è che tende a ridurre il movimento relativo alla gabbia torarica.

Se si tratta invece di patologie definite ostruttive, si parla di una condizione nella quale le vie aeree tendono a ristringersi. Si produce una problematica nella quale l’aria non viene espulsa dai polmoni con una velocità normale, motivo per il quale il paziente tende a emettere sibili e ha delle oggettive difficoltà di natura respiratoria.

Parliamo di insufficienza cardiaca

Nel caso in cui il pompaggio di sangue ad organi come i polmoni non dovesse essere adeguato, si potrebbe accumulare del liquido nella zona polmonare, viene definito anche edema polmonare. Questa problematica tende a causare dispnea collegata ad una sensazione di soffocamento o oppressione nella zona toracica.

Parliamo di anemia

Se un paziente dovesse avere un trauma per il quale tende a perdere molto sangue, la conta degli eritrociti ha una conseguente diminuzione. Le conseguenze che un paziente potrebbe avere sono legate alla quota di ossigeno che il sangue tende ad erogare che in questo specifico caso si riduce.

Approccio valutativo

Quali sono i segnali che in un paziente che soffre di dispnea dovrebbero portarlo ad un consulto di natura medica? Vediamole insieme:

  • Se il respiro affannoso si presenta a riposo;
  • Se si percepisce uno stato di agitazione;
  • Se si percepisce un disagio nella zona del torace;
  • Se il soggetto tende a perdere peso;
  • Se ci sono sudorazioni notturne.

Nel momento in cui il paziente è dal medico, dopo aver posto una serie di domande, la prima cosa che farà sarà misurare i livelli di ossigeno presenti nel sangue, una radiografia nella zona del torace per evidenziare l’eventuale presenza di polmonite o di un polmone che ha collassato. Si eseguirà anche un elettrocardiogramma per valutare se il c’è un afflusso di sangue adeguato nella zona del cuore.

Se parliamo di pazienti che hanno un rischio oggettivo di embolia polmonare, potranno essere sottoposti a:

  • Angiografia con tomografia computerizzata;
  • Scintigrafia.

Per trattare invece i sintomi del fiato corto, se si dovesse essere in presenza di dispnea, per prima cosa sarà necessario stabilire quale sia la causa. Se il paziente presenta livelli di ossigeno bassi, si procederà alla somministrazione tramite cannula nasale fatta di plastica o maschera. Se si tratta di casistiche gravi, si procederà con ventilazione di natura meccanica avvalendosi di un tubo inserito nella trachea o una maschera facciale che aderisca bene.

A cosa è dovuto il fiato corto?

Dispnea