Anasarca sintomi

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Quali sono i sintomi dell’anasarca? Per prima cosa il paziente lamenterà un gonfiore generalizzato e diffuso e avrà un accumulo di liquido di natura edematoso che tenderà ad avere una maggiore concentrazione nelle zone inferiori del corpo. Questo accumulo concentrato in questa zona specifica, porterà alla formazione di quelli che vengono chiamati edemi colonnari che interessano gli arti inferiori.

Da questo punto di vista un’altra zona che sarà interessata da problemi di vario genere è quella dell’addome. Gli effetti prodotti da questa condizione potranno essere lievi o pronunciati? La risposta corretta è dipende, infatti potrebbe presentarsi in una forma piuttosto lieve fino a una forma molto seria e marcata nella quale l’assottigliamento della cute sarà talmente evidente che renderla fredda e lucente. Potrebbe esserci anche una screpolatura con pieghe che tendono a scomparire.

Volendo invece parlare di quella che potrebbe essere la consistenza della cute, avremo due specifiche condizioni, vediamo quali:

  1. La consistenza della medesima potrebbe essere molle se gli edemi hanno avuto una formazione del tutto recente;
  2. La consistenza della medesima potrebbe essere invece dura se gli edemi sono presenti da un pò di tempo e si sono cronicizzati.

Per quanto riguarda l’edema stesso, sarà maggiormente presente in determinate zone vediamo quali:

  • Potrebbe essere presente nella zona delle palpebre;
  • Sarà maggiormente presente nella zona dove c’è una maggior pressione legata alla forza di gravità come ad esempio gli arti inferiori, la zona lombosacrale e i genitali esterni.

Oltre alle problematiche fin qui descritte, potrebbero manifestarsi:

  • Versamenti di natura pleurica;
  • Versamenti pericardici;
  • Versamento peritoneale.

Parliamo della problematica

Volendo invece approfondire un minimo la problematica, si deve per prima cosa specificare che si tratta di un gonfiore nella zona dei tessuti al di sotto della cute che potrebbe manifestarsi con presenza di versamenti in quelle che vengono definite cavità sierose. In tal senso si forma un edema di natura generalizzata. Volendo in tal senso identificare le cause potremmo avere:

  1. Potrebbe essere un edema legato a una forma di cirrosi epatica;
  2. Potrebbe essere un edema legato a una forma di insufficienza cardiaca;
  3. Potrebbe essere un edema legato a un’insuffienza di natura renale;
  4. Potrebbe essere legato a una forma chiamata eritoblastosi fetale;

Parliamo del quadro clinico

Volendo un attimo approfondire il quadro clinico possiamo sicuramente dire che è caratterizzato da complessità e sintomi eterogenei. In tal senso potremmo avere:

  • La cavità adddominale potrebbe presentarsi rigonfia;
  • Si potrebbe avere un ombelico estroflesso;
  • La cute potrebbe avere una sorta di lucentezza;
  • Il paziente potrebbe lamentare un malessere generale;
  • Il paziente potrebbe avere una forma di dispnea. Si tratta di una difficoltà di natura respiratoria con mancanza di aria.

Quali sono gli approcci di natura diagnostica in tal senso? In tal senso si interverrà tramite:

  • Un esame oggettivo;
  • L’anamnesi;
  • Una tac al torace;
  • Una tac nella zona dell’addome.

Parliamo di cause

Quali sono le cause che possono portare a una problematica del genere? Vediamole insieme:

  1. Le cause fisiologiche dell’edema sono:
  • Potrebbe essere collegata a una problematica di ipossia;
  • Potrebbe essere collegata a una reazione di natura allergica;
  • Potrebbe essere collegata alla presenza di un’ustione;
  • Potrebbe essere collegata a un trauma;
  • Potrebbe essere collegata a una sepsi.

Potrebbe essere collegato a:

  • Potrebbe essere collegato a una forma di insufficienza a livello renale acuta;
  • Potrebbe essere collegato a uno scompenso di natura cardiaca;
  • Potrebbe essere collegato a una forma di cirrosi epatica;
  • Potrebbe essere un effetto collaterale nell’utilizzo di alcuni farmaci quali i corticosteroidi;
  • Potrebbe essere un effetto di un edema a livello polmonare in forma acuta;
  • Potrebbe essere collegato a una sindrome mediastinica;
  • Potrebbe essere collegato a una forma di atresia congenita dei vasi linfatici;
  • Potrebbe essere collegato a un processo di natura infettiva dei vasi linfatici.

 Approccio diagnostico

Qual’è il corretto iter a livello diagnostico? Per prima cosa si dovrà effettuare un’anamnesi molto attenta e un esame obiettivo rigoroso. Si dovrà anche verificare che non siano presenti eventuali patologie quali l’insufficienza renale, la cirrosi epatica, una forma di scompenso cardiaco.

Una metodologia essenziale in fase di analisi della problematica è quella legata al processo di palpazione. Esercitando una determinata pressione nelle aree nelle quali è presente l’edema. In questo modo si potrà notare come la pressione che viene esercitata lascia un’impronta perchè il liquido tende a spostarsi.

Tuttavia il processo diagnostico non potrà esimersi dall’effettuare alcuni esami quali la radiografia nella zona del torace e una tac al torace per escludere la presenza di un’eventuale ascite. Gli esami di laboratorio hanno una grande importanza, soprattutto se i sintomi dell’anasarca sono causati da una forma di insufficienza a livello renale o dalla carenza di proteine e di albumina. Oltre a questo possono aiutare a comprendere quale sia la funzionalità degli organi quali:

  • Il cuore;
  • I reni;
  • Il fegato.

Approccio terapeutico

Per prima cosa l’approccio terapeutico deve tenere conto di quale sia la causa. In ogni caso si potrà intervenire con approcci che potranno essere di natura medica o di natura chirurgica. Da un punto di vista terapeutico si potrebbe intevenire con:

  1. Per prima cosa modificare il regime alimentare con una dieta che dovrà essere povera di sodio e di liquidi;
  2. Cercare di evitare che ci sia un ristagno per esempio sollevando gli arti superiori;
  3. Potranno essere somministrati al paziente farmaci diuretici che favoriscono l’eliminazione di liquidi a livello renale tramite diuresi;
  4. Al paziente potranno essere applicati dei bendaggi di natura elastica.

Parliamo di versamento chiamato ascite

Se invece dovesse prodursi un versamento chiamato ascite, si potrà eseguire quella che viene definita paracentesi addominale. Con questa tecnica viene estratto una quantità di liquido. La procedura prevede una puntura che verrà fatta in una zona specifica, si parla del:

  • Quadrante inferiore sinistro;
  • Il liquido tenderà ad accumularsi per la forza di gravità;
  • Successivamente alla puntura si porrà un catetere che consentirà la fuoriuscita in maniera progressiva del liquido legato all’ascite.

Se invece si dovesse presentare un versamento pleurico di natura massiva che non risponde in alcun modo alla terapia di natura medica che verrà messa in atto, si potrà in tal senso eseguire un drenaggio di natura pleurica.

Parliamo di ascite

Quando parliamo di ascite e cosa si stiamo riferendo? Si tratta di una raccolta di liquidi nella zona addominale che sono superiori alla norma. Potrebbe essere la spia di patologie tra di loro differenti, vediamo quali:

  • Potrebbe essere legata a una malattia al fegato;
  • Potrebbe essere collegata a una forma di epatite virale;
  • Potrebbe essere legata a una cirrosi epatica;
  • Potrebbe essere collegata a un’insufficienza di natura cardiaca;
  • Potrebbe essere collegata a una sindrome quella di Budd-Chiari;
  • Potrebbe essere collegata a una tubercolosi;
  • Una pancreatite;
  • Un carcinoma peritoneale.

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Alessandro Baldini
Web content writer senior, specializzato nella redazione di contenuti nel settore medico, laureato in filosofia a Bologna, corso di specializzazione conseguito allo Ial Web di Udine nel content management, corso conseguito al Cfa di Milano nel 2020, sul web marketing.