Claudicazione intermittente

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Quando parliamo di claudicazione intermittente ci stiamo riferendo a una condizione nella quale il soggetto percepisce una sindrome dolorosa che è causata da un afflusso di sangue che non risulta essere adeguato durante lo svolgimento di una qualsiasi attività di natura fisica. Il dolore dov’è localizzato? In linea generale si trova nella zona delle gambe, tuttavia questo non esclude si possa manifestare anche nella zona delle braccia. Generalmente nella fase iniziale quando il soggetto percepisce dolore è sempre collegabile allo svolgimento di esercizio fisico, tuttavia non si può escludere che questa sindrome peggiori al punto tale che fino a estendere la sindrome dolorosa anche quando il soggetto è completamente a riposo.

Quali sono le patologie che possono essere associate a questa problematica? Vediamole insieme:

  • La sindrome dolorosa potrebbe essere associata a una patologia come l’aterosclerosi;
  • La sindrome dolorosa potrebbe essere associata a una patologia come il piede diabetico;
  • La sindrome dolorosa potrebbe essere associtata a una patologia come la policitemia vera.

Parliamo di policitemia vera

Che cos’è esattamente la policitemia vera? Si tratta di una forma di tumore piuttosto rara che riguarda le cellule del sangue. Da cosa è caratterizzata? Da una produzione del tutto fuori controllo di globuli rossi e in alcuni casi da globuli bianchi e le piastrine. Essenzialmente parliamo di una patologia ad andamento cronico ed è caratterizzata da uno sviluppo lento e progressivo.

Sua manifestazione

Si tratta di un tumore del sangue piuttosto raro che è di fatto legato a una produzione del tutto incontrollata di globuli rossi, si tratta di cellule che hanno il compito di trasportare ossigeno e anidride carbonica. Cosa accade nell’organismo di una persona quando questi globuli rossi in maniera progressiva tendono ad accumularsi? Per prima cosa il loro progressivo accumulo tende a rendere il sangue molto più denso, in tal senso il flusso chiaramente viene rallentato. Tuttavia è bene dire che il decorso medesimo della patologia può essere in tal senso lento, per questo motivo potrebbero volerci anni prima che la malattia faccia la sua comparsa con la relativa sintomatologia.

Quando la patologia si manifesta, il paziente potrebbe avere una forma di astenia che di fatto si traduce in una sensazione di stanchezza e spossatezza. Tuttavia i sintomi che il paziente potrebbe avere non si limitano solo a quelli citati, in tal senso potrebbero esserci sintomi quali:

  1. Il paziente del volto potrebbe andare incontro a una forma di arrossamento;
  2. Il paziente potrebbe percepire delle sensazioni di arrossamento;
  3. Il paziente potrebbe percepire anomalie in termini di sensibilità relative alla zona dei mani e dei piedi;
  4. Il paziente potrebbe diventare piretico sviluppando una febbre tuttavia lieve;
  5. Il paziente potrebbe soffrire di mal di testa;
  6. Il paziente potrebbe soffrire di vertigini;
  7. Il paziente potrebbe soffrire di dispnea;
  8. Il paziente potrebbe andare incontro a sudorazioni molto abbondanti soprattutto durante le ore notturne.

Questa sudorazione abbondante potrebbe anche essere accompagnata da una perdita di peso. Non si può escludere che il paziente non possa andare incontro a disturbi di natura visiva quali lo scotoma. Si tratta di un’alterazione nella capacità di vedere del soggetto che si manifesta in un’area circoscritta di quello che viene definito campo visivo. In tal senso è caratterizzato dalla comparsa di macchie oltre a causare nel soggetto una visione doppia. Ci sono casi in cui il paziente potrebbe anche avere problemi legati alla milza con relativo ingrossamento, una problematica conosciuta anche con il termine di splenomegalia.

Globuli rossi e trombi

Tra le possibili conseguenze che si hanno nell’accumulo di globuli rossi c’è anche il rischio che si possano formare dei trombi. Si tratta di ostruzioni che riguardano i vasi sanguigni? Si tratta di ostruzioni pericolose? La risposta corretta è si se raggiungono determinati distretti corporei. Infatti se un trombo dovesse svilupparsi in un vaso sanguigno relativo all’encefalo, relativo al cuore, relativo all’apparato gastrointestinale questo potrebbe provocare un ictus o un infarto mettendo a rischio la vita del paziente.

Parliamo di cellule e midollo osseo

Quando in un paziente non ci sono anomalie di alcuna sorta le cellule del sangue vengono prodotte dal midollo osseo. In modo particolare il midollo produce le staminali multipotenti in forma del tutto controllata. Si tratta di cellule che rappresentano il primo stadio di formazione e maturazione cellulare. Nelle fasi seguenti potrebbero diversificarsi fino a diventare globuli rossi, globuli bianchi, piastrine.

Se un paziente dovesse soffrire di una patologia come la policitemia vera questo meccanismo di produzione e controllo delle cellule non funziona in maniera corretta. La proliferazione eccessiva di globuli rossi è di fatto collegata alla presenza di una mutazione di natura genetica che il paziente ha acquisito nel corso della propria vita. Ad oggi la medicina moderna non è ancora riuscita a stabilire quali siano le motivazioni specifiche per le quali in un soggetto si produce un’anomalia del genere.

Processo diagnostico

Qual’è il corretto iter diagnostico in base al quale si arriva a stabilire che il paziente soffre di policitemia? In realtà non si parla di iter ma di un processo che nella maggior parte dei casi è del tutto casuale. Infatti si potrebbe diagnosticare questa malattia facendo un normale controllo del sangue senza che in tal senso il paziente abbia lamentato problematiche particolari. Se invece il paziente dovesse avere sintomi sospetti è bene si rechi dal proprio medico.

Nella maggior parte dei casi l’iter corretto è quello di prescrivere analisi del sangue che come tali potranno stabilire con certezza se c’è stato un aumento di globuli rossi o sono presenti altre caratteristiche specifiche relative alla malattia. Se invece si deve confermare la diagnosi, lo si potrà fare effettuando il prelievo di un frammento di midollo osseo e di test genetici.

Approcci terapeutici

Gli approcci di natura terapeutica possono mutare in funzione a quelle che sono le condizioni fisiche del paziente e in base al livello di gravità della malattia. Tuttavia in linea generale gli approcci che vengono utilizzati servono per contrastare le possibili complicazioni a livello cardiovascolare e nel ridurre l’intensità dei sintomi percepiti dal paziente.

Si potrebbe ricorrere a una procedura definita flebotomia tramite la quale si procede a rimuovere il sangue dalle vene per ridurre la concentrazione dei globuli rossi. Oltre a questo i medici potrebbero prescrivere ai pazienti terapie a base di aspirina per ridurre il rischio che si possano coaguli sanguigni e si potranno utilizzare trattamenti mirati alla distruzione delle cellule tumorali.

Claudicazione intermittente : modificare lo stile di vita

Sembra un dettaglio banale ma in realtà se il soggetto soffre di una problematica di claudicazione del genere, sarà molto importante modificare il proprio stile di vita che prevederà;

  • Eliminare l’abitudine del fumo;
  • Fare esercizio fisico;
  • Controllare il colesterolo;
  • Non assumere farmaci che inducono vasocostrizione;

Se queste accortezze non dovessero bastare, si renderà necessario intervenire con una cura a baae di farmaci, sottoporsi a un intervento di angioplastica o un intervento di chirurgia vascolare.

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Alessandro Baldini
Web content writer senior, specializzato nella redazione di contenuti nel settore medico, laureato in filosofia a Bologna, corso di specializzazione conseguito allo Ial Web di Udine nel content management, corso conseguito al Cfa di Milano nel 2020, sul web marketing.