Loud quitting : urlare il proprio disagio

15

Che cos’è il Loud quitting? Una risposta corretta che potremmo dare in tal senso è che risulta essere l’esatto opposto del quiet quitting, dove si perde in maniera progressiva interesse per la propria mansione lavorativa, fino al punto in cui si rassegnano le dimissioni senza innescare troppe tensioni all’interno dell’organizzazione aziendale. La motivazione è legata all’esigenza di cercare un lavoro più stimolante e coinvolgente all’interno di una nuova organizzazione. Se invece il lavoratore avverte un disagio profondo e decide di manifestare a gran voce quello che percepisce, magari andandosi a lamentare direttamente con il proprio responsabile, allora siamo in una dinamica del tutto differente.

Possiamo quindi dire che queste due modalità differenti di fuoriuscita dal proprio contesto di lavoro si differenziano principalmente per il tipo di approccio che utilizza il lavoratore? In realtà non è del tutto corretto, certo in una dinamica l’atteggiamento risulta essere passivo-aggressivo, nell’altra invece il lavoratore afferma a gran voce il suo disagio, puntando su una uscita dal contesto aziendale che si caratterizza principalmente per un atteggiamento aggressivo.

In realtà viene considerata a tutti gli effetti, come una tendenza di natura professionale del tutto nuova. Il fatto di affermare in maniera plateale che ci sono delle cose che non vanno, non è matematicamente collegato ad una fuoriuscita dal proprio contesto di lavoro, piuttosto il lavoratore vorrebbe invece tenere il proprio posto di lavoro, portandosi a casa per quanto possibile dei benefici. Qual’è quindi l’idea che è collegata a questa dinamica? La risposta corretta è che si tratta in tal senso di cercare di attrarre l’attenzione relativamente al proprio datore di lavoro. L’idea è quella in base alla quale se questo datore di lavoro riceve una rimostranza che riguarda colleghi, altre tipologie di impiegati, dovrà necessariamente prestare ascolto a quello che ha da dire il proprio dipendente.

Quali sono i vantaggi che potrebbe ottenere un dipendente nel fare una cosa del genere? La risposta corretta è che viene concretizzata per arrivare a vantaggi di natura economica o privilegi di altro genere, sempre tenendo conto del fatto che il datore di lavoro voglia evitare di perdere un’altra professionalità.

Approfondiamo la dinamica

Non si tratta sempre e solo di una dinamica che un dipendente mette in atto dopo aver studiato nei minimi dettagli quali possono essere i vantaggi, ci sono casitiche nelle quali la persona che lavora in un determinato contesto, esprime un malessere che potrebbe riguardare:

  1. Potrebbe essere un disagio legato al contesto di lavoro nel quale si trova.
  2. Potrebbe essere un disagio legato al tipo di relazione che il dipendente ha instaurato con i colleghi.
  3. Potrebbe essere un disagio legato al modo in cui le persone di grado superiore si approcciano con i dipendenti dell’organizzazione aziendale.
  4. Potrebbe essere un disagio legato a pressioni o richiede eccessive che provengono dal contesto di lavoro.
  5. Potrebbe essere un disagio causato dal fatto che non vengono pagati degli straordinari che dovrebbero invece essere retribuiti.

Vantaggi e svantaggi

Analizzando molto attentamente questa condotta di lavoro è bene sapere che la manifestazione di un malessere nei riguardi del proprio posto di lavoro, potrebbe essere una dinamica che produce dei vantaggi oppure al contrario degli svantaggi. Analizzando i possibili vantaggi nel momento in cui si denunciano e si rendono evidenti delle situazioni di disagio interne ad un’azienda, potrebbe essere un approccio volto a sensibilizzare il contesto aziendale per prendere dei provvedimenti che come tali possono migliorare la situazione interna. Tuttavia non è necessariamente detto che una dinamica del genere, un comportamento basato su questa logica porti dei vantaggi. Al contrario potrebbe invece comportare delle problematiche e degli svantaggi. Per prima cosa potrebbe essere una dinamica che una volta che si è innestata, porta ad avere un impatto del tutto negativo su quella che risulta essere la propria reputazione di natura professionale.

Tuttavia i potenziali svantaggi non sono solo per il dipendente, si potrebbero produrre delle problematiche anche lato azienda, infatti creare un clima che si basa sulla tensione ed il conflitto tra i dipendenti, potrebbe avere degli effetti negativi e sfavorevoli sulla produttività e sul flusso di lavoro. Non dimentichiamo poi la relativa perdita in termini di immagine che potrebbe avere un’azienda, in modo particolare se la dinamica dovesse essere conosciuta dai media o social network e in tal senso essere amplificata.

Dinamica gestita lato azienda

Se si dovesse trattare di un dipendente che arriva al punto tale da esprimere in forma del tutto plateale un disagio che coltiva dentro al proprio animo, l’azienda lato suo potrebbe fare una riflessione volta a verificare se si sta facendo tutto quello che si può per creare un contesto di lavoro che sia il più sereno possibile e accogliente.

Il fatto di avere un atteggiamento flessibile nei riguardi dei propri dipenenti, magari collegato ad un feedback, possono essere prassi che come tali consentono di costruire un ambiente di lavoro che sia il più sereno e gratificante per i dipendenti. Se una persona che lavora in un’organizzazione si trova bene è naturalmente portata ad incrementare il proprio livello di produttività.

Portare avanti una logica e un modo di accostarsi basato sul dialogo, sul confronto, nel quale si possa discutere di quelle che possono essere le aspettative della persona e gli obiettivi che si condividono, potrebbe essere un modo eccellente per creare nel contesto di lavoro un clima del tutto diverso.

Ottica del dipendente

Cosa fare invece sei sei la persona direttamente coinvolta nel dare delle dimissioni rumorose? Sicuramente è utile fare una riflessione che porti a far valere le proprie ragioni in un modo del tutto diverso. Vediamo insieme alcuni esempi concreti:

  1. Un modo diverso di porsi è quello legato al rivolgersi al proprio ufficio Risorse Umane per cercare di capire quali sono ad esempo diritti dei quali potresti usufruire garantiti dal contesto aziendale.
  2. Se ci si rivolge all’ufficio personale, avendo alle spalle ovviamente una solida reputazione professionale, si potrebbe esprimere in forma diplomatica il proprio disagio per capire se ci sono degli spazi di trattativa o crescita.
  3. Un’altra strada che si potrebbe utilizzare passa per un aumento di stipendio che si chiede, in modo particolare se da molto tempo non se ne riceve uno. Tuttavia va fatto nel modo giusto, infatti “sventolare” davanti agli occhi un’offerta di lavoro da parte di un’azienda concorrente che poi di fatto non esiste è una metodologia che si potrebbe ritorcere contro il lavoratore.
  4. Magari valutare un percorso di career coaching invece di adottare una modalità come il loud quitting, potrebbe essere un approccio migliore e meno istintivo di porsi.

Great resignation cos’è : dinamica aziendale