Displasia dell’anca

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Quando parliamo di displasia dell’anca a quale patologia ci stiamo riferendo? Si tratta essenzialmente di uno sviluppo del tutto anomalo di questa zona del corpo, questo causa un rapporto di natura articolare non corretto tra quella che viene definita testa del femore e l’acetabolo. Si tratta di una problematica che tende a colpire maggiormente persone di sesso maschile o persone di sesso femminile? In linea generale interessa maggiormente persone di sesso femminile.

Cosa può accadere se non viene opportunamente trattata? In pratica può capitare che la testa del femore tende a spostarsi da quella che dovrebbe essere la sua posizione normale. Questo spostamento avviene con la testa del femore che si sposta in quella che dovrebbe essere la sua posizione corretta : la  cavità dell’acetabolo.

Approfondiamo un attimo la struttura dell’anca partendo dal presupposto che questa sezione è formata da due parti specifiche, vediamo quali sono:

  • La prima parte viene definita testa del femore e ha una forma sferica;
  • L’acetabolo è la cavità dell’anca che accoglie la testa del femore che tende a ruotare al suo interno.

Quanto può essere diffusa questa problematica? In termini percentuali un due per cento dei bambini hanno una problematica nella quale la zona definita acetabolo, non è in grado di contenere in maniera adeguata la testa del femore. Quali sono in tal senso le conseguenze alle quali si va incontro? In pratica la testa del femore non è salda e si sposta dalla sua posizione naturale. Quando si produce questo evento si tende a parlare di una lussazione. Si tratta di uno stato permanente e cronico o del tutto temporaneo? In realtà nella maggior parte dei casi si tratta di un difetto temporaneo legato al fatto che la cavità non è ancora arrivata a un sufficiente livello di sviluppo. Per quale motivo avviene? Vediamolo insieme:

  • Si produce un ritardo nel processo di ossificazione;
  • La zona dei legamenti è ancora debole.

Se si intervenire con terapie adeguate si tratta di una problematica che può avere una risoluzione nell’arco di qualche mese. Da questo punto di vista è invece un fattore molto importante quello che vede il bambino cercare di tenere le proprie gambe divaricate verso l’esterno.

Per quale motivo è importante che tenga il più possibile le gambe divaricate verso l’esterno? Perchè in tal modo la testa del femore verrà spinta nella zona dell’acetabolo. In tal modo questi due segmenti specifici dell’osso potranno crescere insieme e il difetto nel corso del tempo verrà del tutto corretto.

Parliamo di cause

Quali possono essere le cause che portato un bambino ad avere una problematica del genere? In tal senso è bene dire che ad oggi la medicina moderna non è ancora riuscita a determinare le cause specifiche. Si parla tuttavia in tal senso di una probabile predisposizione di natura genetica. Tuttavia si possono individuare in tal senso dei fattori di rischio, vediamo insieme quali sono:

  • Per prima cosa il sesso è sicuramente un fattore di rischio, visto e considerato che colpisce in maniera prevalente il sesso femminile;
  • Un altro fattore di rischio che in tal senso potrebbe avere un’influenza è il fatto che il bambino possa essere in posizione podalica prima della nascita;
  • Un altro fattore di rischio in tal senso potrebbe essere collegato alla presenza di una quantità non sufficiente di liquido amniotico;
  • Potrebbe esserci un fattore di malformazioni quali il piede torto, il torcicollo miogeno;
  • Una certa familiarità in tal senso da parte di un parente sia di primo che di secondo grado che possa aver sofferto di questa condizione.

Manifestazione

In tal senso è bene dire che quando il bambino è appena nato è molto importante venga visitato da neonatologi  che sanno in grado di diagnosticare la corretta patologia, soprattutto se si tratta di casi gravi. Come si approcciano i pediatri neonatologi? Durante il corso della visita, eseguono una serie di manovre che sono a supporto della diagnosi. Tuttavia non è detto che la sola visita consenta di individuare in tutti i casi la patologia, soprattutto se parliamo di forme che sono più lievi e hanno in tal senso sintomatologie meno marcate. Il rischio è che la diagnosi tardiva, le possa far peggiorare se non diagnosticare e curate.

Per poter avere una diagnosi in tal senso più certa, si dovrà sottoporre il bambino a un esame di natura ecografica che conviene venga fatto nei primi mesi di vita. Successivamente si sottoporrà il paziente a un piccolo esame radiografico se si tratta di bambini che sono più grandi di età.

Chiaramente prima si riesce a individuare questa problematica all’anca prima si potrà intervenire per riuscire a correggerla. Per tutte queste motivazioni appena elencate è molto importante che l’esame ecografico dell’anca venga eseguito sui bambini entro il terzo mese di vita del bimbo. In tal senso se la visita del pediatra dovesse dare adito a dubbi sul fatto che potrebbe esserci una problematica del genere, sarà utile in tal senso anticipare l’esame ecografico.

Se il quadro clinico del piccolo paziente non presenta in tal senso possibili rischi legati a una possibile displasia dell’anca, è bene non anticipare troppo l’eventuale ecografia. Per quale motivo si deve procedere in tal senso? Perchè possono esserci dei ritardi nel processo di maturazione legato all’articolazione dell’anca che possono essere considerati in tal senso del tutto normali. Infatti tendono a risolversi nel corso del tempo senza che si renda necessario un intervento medico esterno.

Approcci terapeutici

Per quanto concerne gli approcci terapeutici è bene dire che variano in base a due aspetti molto importanti da considerare, vediamo insieme quali sono:

  • Per prima cosa un fattore da tenere in considerazione è l’effettiva età del bambino;
  • Un secondo fattore da tenere in considerazione è legato alla gravità della problematica.

Infatti solitamente questa problematica viene identificata in base a quattro stadi differenti che sono legati a quanto è seria. Partiamo quindi da una forma che in può essere lieve fino alla lussazione vera e propria. Come si cura la displasia? Da questo punto di vista è bene sapere che nella maggior parte dei casi il problema viene risolto applicando dei tutori. Questi immobilizzando le anche del piccolo paziente in una posizione idonea, consentono lo sviluppo dell’acetabolo.

In caso di diagnosi tardiva che arriva in un periodo successivo ai sei mesi, si dovrà intervenire con gessi che correggono il difetto che dovrànno essere cambiati ogni mese. Soli nei casi più gravi si interverrà tramite apposito approccio chirurgico. Successivamente all’intervento si posizioneranno i gessi fino al raggiungimento di una stabilità dell’articolazione coinvolta.

Dolore all’anca