Mioclonie notturne

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Quando parliamo di Mioclonie notturne a cosa ci stiamo riferendo? Si tratta essenzialmente di scatti che avvengono durante la fase del sonno e in maniera particolare si producono durante le fasi iniziali del sonno o durante quella che viene definita la fase di addormentamento. Possiamo parlare di movimenti con natura intenzionale? La risposta è no, si tratta di movimenti del tutto intenzionali. Sono frequenti? La risposta corretta è si, secondo recenti statistiche, almeno un buon settanta per cento degli italiani ha avuto nel corso della propria esistenza episodi del genere durante la fase del sonno.

Da questo punto di vista è bene dire che in maniera frequente è il partner a lamentare una problematica del genere. Si tratta di una persona che ha da questo punto di vista come delle scosse durante la fase del sonno. Quali sono le zone del corpo maggiormente coinvolte in una problematica del genere? In linea generale si parla di braccia e di gambe.

Per le persone che tendono ad avere questi movimenti del tutto improvvisi, non hanno alcuna consapevolezza durante la fase del sonno di avere questi movimenti. In ogni caso è anche bene dire che nella maggioranza dei casi si tratta di mioclonie che come tali hanno una natura del tutto benigna.

Da questo punto di vista è bene dire che non si producono in tal senso delle conseguenze o problematiche di fondo, motivo per cui il soggetto non si dovrà in alcun modo sottoporre a trattamenti o cure specifiche.

Parliamo di cause

Quali possono essere le cause in base alle quali si possono produrre degli scatti durante la fase del sonno? Per quale ragione si producono? La risposta più corretta che possiamo dare in tal senso, parlando di cause è che possono avere differenti motivazioni anche se possiamo dividerle in due gruppi specifici, vediamo quali:

  • Se parliamo di mioclonie di natura fisiologica è bene dire che si tratta di movimenti in tal senso notturni che interessano soggetti che sono in buona salute. Da questo punto di vista è bene parlare di episodi del tutto benigni, non necessitando in tal senso di un trattamento, visto e considerato che hanno una durata breve e non hanno in tal senso delle conseguenze.

Quali manifestazioni potrebbe avere un soggetto che soffre di questi episodi? Potrebbe avere il singhiozzo che è una contrazione del tutto involonataria dei muscoli che interessano la zona del diaframma. Potrebbero essere delle scosse che riguardano la fase legata all’addormentamento, da questo punto di vista è bene dire che potrebbero causare un risveglio e il soggetto potrebbe avere delle sensazioni quali la caduta nel vuoto o la perdita di equilibrio.

Quali possono essere le cause? La causa principale è da imputare a una reazione del tutto naturale del cervello che potrebbe provocare scatti durante la fase del sonno per consentire di recuperare il controllo muscolare. Il cervello in tal senso tende a interpretare l’immobilità del corpo alla stregua di un segnale negativo e in tal senso tende a lanciare queste scosse del tutto improvvise.

Potrebbero verificarsi anche nei neonati? La risposta è si, da questo punto di vista parlando di scatti nel sonno dei neonati è bene dire che sono del tutto naturali e tendono a manifestarsi fino a quando il bambino arriva al sesto mese di vita. Si parla di episodi singoli o potrebbero verificarsi in successione. Riguardano da questo punto di vista la zona degli arti o il corpo intero. Tendono a verificarsi quando il bambino è magari stanco o magari nella fase prima di dormire. Ci possono essere in tal senso degli approcci di natura preventiva? La risposta è si, per esempio cercando di rendere il letto maggiormente confortevole.

Forme patologiche

Possiamo anche parlare di forme che possono essere patologiche? La risposta è si, in tal senso si parla di mioclonie di natura secondaria e sono collegate a una problematica che come tale va approfondita, cercando di risolverla. Possiamo in tal senso parlare di spasmi di natura muscolare che hanno una causa patologica ed è consigliabile in tal senso parlarne con il medico.

Vediamo in ogni caso di approfondire quali potrebbero essere le patologie secondarie che sono all’origine di queste problematiche, approfondiamole insieme:

  • Potrebbero essere la conseguenza di traumi al midollo spinale o un forte colpo ricevuto nella zona della testa. Potrebbero anche prodursi scatti di natura notturna del tutto improvvisi nel caso in cui siano presenti patologie come l’ictus o ischemie di natura cerebrale;
  • Una problematica del genere potrebbe essere collegata al morbo di Parkinson;
  • Potrebbe essere collegata al morbo di Alzheimer, in maniera particolare quando questa malattia risulta essere in una fase maggiormente avanzata, nel momento in cui questa patologia tende purtroppo a compromettere funzionalità importanti legate ad alcune aree del cervello;
  • Potrebbe essere la conseguenza nell’assunzione di droghe o farmaci. In questo caso si potrà risolvere il problema eliminando semplicemente la sostanza specifica che innesca la problematica. Vediamo in tal senso quali possono essere le sostanze che possono causare una problematica del genere:
  1. Potrebbe essere legata all’assunzione di ansiolitici;
  2. Potrebbe essere legata all’assunzione di antidepressivi;
  3. Potrebbe essere legata all’assunzione di oppiacei.

Approcci terapeutici

Quali sono in tal senso gli approcci di natura terapeutica che si possono mettere in campo? Vediamoli insieme:

  • Per prima cosa è bene dire che per iniziare a dormire meglio risulta necessario capire bene quale sia la problematica e intervenire in tal senso;
  • Motivo per cui potrebbe rendersi necessario sottoporre il paziente ad ulteriori esami di approfondimento quali l’elettroencefalogramma;
  • Potrebbe rendersi necessario eseguire un esame come la risonanza magnetica, volto più che altro a stabilire se possono essere presenti eventuali danni che interessano la zona del cervello;
  • Da questo punto di vista potrebbero anche essere consigliati dei test legati alla funzionalità di organi come il fegato, i reni, questi ovviamente finalizzati a escludere la presenza di eventuali disfunzioni.

Approccio farmacologico

Potrebbero esserci in tal senso casistiche nelle quali questa patologia potrebbe essere trattata con farmaci? La risposta è si, tuttavia è bene parlare di casi molto rari nei quali la patologia potrebbe essere trattata con:

  • Farmaci di natura tranquillante;
  • Farmaci di natura anti-convulsivante.

Considerazioni finali

La cura delle mioclonie nottune, passa per prima cosa da un consulto medico, per cercare di stabilire in prima battuta se si tratta di una problematica di natura fisiologica, del tutto benigna in tal senso e che non necessita di altri interventi, oppure se al contrario si tratta di una problematica di natura patologica che come tale necessita di un approfondimento.

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