Midriasi sintomi

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Quali sono i sintomi della Midriasi? La caratteristica maggiormente presente in una problematica del genere è il fatto che una delle pupille o magari entrambe, risultano essere dilatate e risultano anche essere prive dei normali riflessi di accomodamento che si mettono in moto per esempio quando l’occhio viene illuminato durante una visita di natura neurologica.

I pazienti che soffrono di questa problematica possono anche lamentare una sensibilità alla luce molto marcata, causata dal fatto che la pupilla non è in grado di bloccare in maniera adeguata la luce in eccesso che proviene da un fonte, restringendosi al momento giusto. Questo ovviamente potrebbe portare il paziente a sviluppare sintomi quali:

  • Mal di testa;
  • Il paziente potrebbe avere dei capogiri.

Approfondiamo la problematica

Quando si parla di midriasi a cosa ci stiamo riferendo esattamente? Si tratta di una condizione nella quale il diametro della pupilla tende ad aumentare con un valore superiore ai cinque millimetri. Se per un attimo cerchiamo di comprendere meglio i meccanismi legati al funzionamento della pupilla, per prima cosa potremo dire che questa, in presenza di ha un aumento del tutto fisiologico del diametro che tende a prodursi quando ci si trova in condizioni di scarsa illuminazione.

Nel caso invece in cui si assista al fenomeno opposto, in pratica risulta esserci una riduzione del diametro della pupilla, viene definita come miosi e si osserva quando è presente una luce piuttosto intensa.

Come si può manifestare una problematica del genere? Potrebbe presentarsi come:

  • In maniera unilaterale e in tal senso limitata a un solo occhio;
  • In maniera bilaterale e in tal senso tende a interessare entrambi gli occhi.

Un’ulteriore differenziazione è legata invece a:

  • Si parla di pupilla reagente quando tende a reagire agli stimoli della luce;
  • Si parla di pupilla fissa quanto tende a non reagire agli stimoli luminosi.

Parliamo di cause

In condizioni del tutto normali, la pupilla ha un diametro compreso tra i 2 millimetri e i 5 millimetri. Se il paziente soffre di una problematica come la midriasi, la pupilla tende ad avere una dilatazione che è pari a oltre 5 millimetri. Parliamo di una condizione in tal senso che possiamo definire fisiologica o patologica? Vediamolo insieme:

  • La risposta corretta è che potrebbe essere fisiologica e in tal senso quando è presente una scarsa illuminazione. Possiamo dire che siamo in presenza di una reazione fisiologica anche quando il soggetto magari prova una forte emozione;
  • Al contrario si tratta di una reazione di natura patologica quando il soggetto magari sta assumendo dei farmaci, parliamo in tal senso di sostanze midriatiche che vengono utilizzate a uso topico e consentono la dilatazione del diametro della pupilla. Da questo punto di vista le sostanze che vengono maggiormente utilizzate sono il ciclopentolato, si tratta di una sostanza a lunga durata. Si parla di tropicamide, una sostanza che è di breve durata.

Ci sono altre condizioni che potrebbero provocare una condizione del genere? La risposta è si, vediamo insieme quali sono:

  • Il soggetto che soffre di Amaurosi, si tratta di una forma di (cecità), potrebbe avere una midriasi che tende a prolungarsi nel tempo;
  • Potrebbe essere un problema di Ambliopia (definito anche occhio pigro);
  • Potrebbe essere una problematica legata all’emicrania;
  • Potrebbe essere una condizione collegata a una paralisi del nervo oculomotore;
  • Potrebbe essere collegata a un glaucoma;
  • Potrebbe essere collegata a un problema di botulismo;
  • Potrebbe essere collegata a un problema di ictus;
  • Potrebbe essere collegata a un problema di asfissia;
  • Potrebbe essere collegata a un trauma;
  • Potrebbe essere collegata a un processo irritativo del sistema nervoso definito simpatico;
  • Potrebbe essere collegata a una sindrome serotoninergica;
  • Potrebbe essere collegata a una sindrome definita di Reye.

Sindrome di Reye

Quando parliamo della sindrome di Reye ci stiamo riferendo a una condizione nella quale ci stiamo essenzialmente riferendo a una patologia piuttosto rara nella quale si produce un processo di natura infiammatoria, con edema cerebrale e un processo di degenerazione a livello epatico.

Quali sono i sintomi che potrebbe avere il paziente? Vediamoli insieme:

  • Il paziente potrebbe avere una nausea piuttosto accentuata;
  • Il paziente potrebbe avere il vomito;
  • Potrebbe percepire un senso di disorientamento;
  • Potrebbe avere una forma di sonnolenza;
  • In alcuni casi potrebbe andare in coma.

Sintomi

Parlando di sintomi è bene dire che il livello di gravità della problematica, risulta essere molto variabile. Generalmente il suo esordio è un’infezione di natura virale legata alle vie aeree alte. All’incirca in un arco di tempo pari a 5-7 giorni, il paziente in maniera del tutto improvvisa potrebbe avere la nausea e il vomito molto marcati.

Dopo circa un giorno il bambino potrebbe diventare improvvisamente sonnolento, potrebbe essere confuso, potrebbe essere disorientato, potrebbe essere agitato. I cambiamenti nella psiche del bambino sono causati da quella che risulta essere un aumento nella pressione a livello intracranico, in alcuni casi seguiti da convulsioni, il coma e un decesso.

In alcuni bambini il fegato potrebbe non avere un funzionamento corretto, questo potrebbe portare ad avere problemi di coagulazione, emorragici, potrebbe esserci un accumulo di ammoniaca nel sangue.

Approccio diagnostico

Qual’è il corretto iter diagnostico? Per prima cosa si procederà con esami di laboratorio, si potrà anche effettuare una biopsia del fegato. Per riuscire a confermare la diagnosi ed escludere in tal senso che possano esserci ulteriori patologie, vengono fatti esami del sangue e in maniera frequente una biopsia del fegato.

I medici potrebbero prescrivere in tal senso una tomografia computerizzata o in alternativa una risonanza magnetica per immagini che riguarda la testa. Potrà anche essere effettuata sul paziente una puntura di natura lombare finalizzata a prelevare il liquido cerebrospinale che consentirà di effettuare ulteriori esami.

Il paziente potrebbe essere sottoposto a un prelievo di liquido cerebrospinale per ulteriori approfondimenti. Una volta che si sarà confermata in tal senso la diagnosi, si potrà stabilire quale sia il livello di gravità partendo da quello più basso e arrivando a quello più alto.

Approcci terapeutici

Quali sono in tal senso gli approcci terapeutici che si potranno utilizzare? Vediamoli insieme:

  • Per prima cosa si adotteranno delle misure che serviranno a ridurre la pressione sulla zona del cervello;

Ad oggi la medicina moderna non è ancora riuscita a trovare un trattamento che sia in tal senso mirato a questa sindrome, i bambini affetti da questa patologia, vengono infatti ricoverati in un’unità di terapia intensiva. Al fine di ridurre il gonfiore e la pressione che si sono creati nella zona del cervello, i medici potranno in tal senso inserire un tubo nella zona della trachea (viene definita intubazione endotracheale).

Altre metodologie comprendono l’iperventilazione, il limitare i liquidi, sollevare la testa dal letto e somministrare farmaci.

Considerazioni finali

Quando parliamo di sintomi della midriasi è bene ricordare che si tratta di una condizione che possiamo definire fisiologica nel momento in cui si manifestano delle situazioni nelle quali la luminosità è scarsa, se invece dovesse rendersi necessario un trattamento dovrà essere mirato alla correzione della causa che lo ha scatenato.

I farmaci invece che potranno essere prescritti ai fini del trattamento sono:

  • Gocce di felinefrina;
  • Pilocarpina;
  • Scopolamina;
  • Atropina;
  • Steroidi.

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Alessandro Baldini
Web content writer senior, specializzato nella redazione di contenuti nel settore medico, laureato in filosofia a Bologna, corso di specializzazione conseguito allo Ial Web di Udine nel content management, corso conseguito al Cfa di Milano nel 2020, sul web marketing.