Tremori interni e ansia

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I tremori interni sono collegati all’ansia? La risposta è si, una persona che inizia ad avere dei tremori potrebbe avere sicuramente problemi di ansia. Ricordiamoci poi che uno stato di ansia può essere accompagnato da uno stato di natura depressiva. In quali zone del corpo potrebbe essere localizzato un problema del genere? Vediamole insieme:

  • La problematica di tremore potrebbe essere collegata alla zona delle mani;
  • La problematica di tremore potrebbe essere collegata alla zona delle gambe;
  • La problematica di tremore potrebbe essere manifestarsi in tutto il corpo.

Una cosa importante da ricordare è che se parliamo di un soggetto che soffre di ansia la sintomatologia fisica alla quale va incontro un paziente potrebbe avere un livello invalidante piuttosto alto. Tra le altre cose è bene dire che l’ansia quando si manifesta a livello fisico, può generare in un soggetto uno scompenso di natura psichica e patologica tale che la persona potrebbe andare incontro a una forma di depressione.

Quando può capitare che una persona possa avere una manifestazione del genere con tremori diffusi? In realtà è bene dire che la sua insorgenza può essere del tutto improvvisa, senza che in tal senso ci siano prima dei segnali che la anticipano. Tuttavia quando parliamo di tremore è bene dire che potrebbe essere di due gradi differenti, vediamo quali:

  • Potrebbe trattarsi di un tremore di natura interna e per questo motivo non visibile in alcun modo a un soggetto esterno;
  • Potrebbe invece trattarsi di un tremore di natura esterna che in realtà risulta essere visibile. In questo caso di solito si manifesta nella zona degli arti superiori e nella zona degli arti inferiori.

Se si tratta di un attacco molto marcato, allora il tremore potrebbe riguardare la zona delle mani, potrebbe arrivare alle gambe, alla fine potrebbe interessare tutto il corpo del paziente. 

Parliamo di attacchi di panico

Non bisogna dimenticarsi in tal senso che potrebbe trattarsi di attacchi di panico, si tratta di problematiche di natura ansiogena nelle quali è molto facile che il paziente possa soffrire di un tremore che riguarda gli arti. In tal senso è bene parlare di attacchi di ansia che non danno alcun tipo di preavviso e possono provocare nel soggetto vari sintomi di natura fisica tra cui:

  • Il soggetto potrebbe avere un tremore;
  • Oltre ai tremori non è escluso che il soggetto non possa avere delle palpitazioni;
  • Il soggetto potrebbe andare incontro a delle problematiche di natura respiratoria manifestando in tal senso delle difficoltà;
  • Il soggetto potrebbe avere la nausea;
  • Il soggetto potrebbe avere problematiche come le vertigini;

  Attacchi di panico e paura di morire

Una persona potrebbe anche avere un attacco di panico senza che questo sia associato a emozioni quali:

  • Una persona potrebbe avere un attacco senza in tal senso temere di morire;
  • Una persona potrebbe avere un attacco senza in tal senso temere di perdere il controllo.

Studi e percentuali

Ci sono degli studi che in tal senso hanno fatto degli approfondimenti per cercare di capire quali sono le caratteristiche specifiche di un attacco di panico? Si, in tal senso si è visto che nel caso in cui una persona ha un attacco di panico, fornendo in tal senso delle percentuali, in almeno il 30 per cento dei casi avviene senza che si producano paure quali quella della morte o della perdita di controllo.

Questa specifica tipologia di attacchi di panico rispetto a quelli nei quali il soggetto sperimenta anche la paura di morire o la perdita del controllo hanno una frequenza molto meno marcata di sintomi quali:

  • Il paziente nel classico attacco di panico ha un sintomo come il respiro corto;
  • Il paziente nel classico attacco di panico ha un sintomo come il tremore;
  • Il paziente nel classico attacco di panico ha in sintomo come la depersonalizzazione.

 Depersonalizzazione

Quando parliamo di depersonalizzazione a quale disturbo specifico ci stiamo riferendo? In pratica il soggetto percepisce come una sorta di sensazione nella quale si trova completamente scollegato dal proprio corpo e nello stesso modo percepisce anche una sorta di scollegamento/estraneità a quelli che in condizioni normali sono i propri processi di natura mentale.

Si tratta di un disturbo che può avere un modo di manifestarsi in maniera continua o al contrario potrebbe manifestarsi in maniera del tutto occasionale. Per arrivare a una diagnosi in tal senso è bene per prima cosa sottoporre il paziente a una serie di esami che potranno escludere siano presenti altre cause.

Una volta stabilita una diagnosi certa in tal senso si dovrà procedere con una psicoterapia di natura cognitivo-comportamentale che risulta essere utile in più occasioni. 

Depersonalizzazione patologica

Quando si può parlare di condizioni che come tali hanno una base di natura patologica? Per prima cosa si tratta di manifestazioni che hanno un’insorgenza del tutto spontanea, senza che in tal senso siano state provocate da:

  • L’assunzione di farmaci specifici;
  • Disturbi di natura mentale di altro genere;
  • Sono patologici quando tendono a mantenersi costanti nel corso del tempo;
  • Sono patologici quando sono ricorrenti.

In tal senso si parla di disturbi che possono creare nel soggetto un livello di sofferenza piuttosto accentuato. Proprio in virtù di questa problematica il soggetto potrebbe avere difficoltà evidenti che riguardano:

  • La vita abituale che svolge quando si trova nel proprio spazio domestico;
  • La vita abituale che svolge quando si trova nel proprio contesto di lavoro.

C’è modo di avere un recupero completo da una problematica del genere? La risposta corretta è dipende, infatti se si tratta di disturbi legati a una condizione di forte stress, allora ci sono delle buone probabilità. Tuttavia questo non esclude che in presenza di persone che non reagiscono bene al trattamento, il disturbo possa assumere una valenza cronica.

 Approcci terapeutici

L’approccio utilizzato in linea generale prevede la psicoterapia, in tal senso potrebbero essere utilizzate tecniche quali:

  • Approcci cognitivi basati sul cercare di arrestare i pensieri ossessivi;
  • Approcci di natura comportamentale che aiutino il soggetto a svolgere delle attività in grado di distrarlo;
  • Tecniche definite grounding che si basano sull’utilizzo dei cinque sensi per cercare di aiutare il soggetto a sentirsi maggiormente collegato al circostante:
  • Tecniche di natura psicodinamica nelle quali il focus è quello di cercare di staccarsi dalle da quelle emozioni negative alle quali il soggetto sente di essere collegato.

  Tremori interni e ansia : la terapia

Quale potrebbe essere una terapia efficace quella per i tremori di natura interna? Sicuramente un approccio di natura farmacologica nel quale al paziente verranno prescritti farmaci:

  1. Al paziente potranno essere prescritti farmaci di natura ansiolitica;
  2. Al paziente potranno essere prescritti farmaci di natura antidepressiva.

Tuttavia la terapia farmacologica deve essere fatta tramite uno specialista che possa ridurre al minimo il rischio che il paziente possa avere una dipendenza di natura farmacologica. Tuttavia per avere risultati duraturi nel tempo non è sufficiente utilizzare benzodiazepine, servirà anche un approccio tramite psicoterapia. In tal senso la terapia cognitivo-comportamentale è quella maggiormente utilizzata.

 

Tremori essenziali