Tumore alla tiroide

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Quali sono le dinamiche che causano il tumore alla tiroide? Ad oggi, gli approcci di natura chirurgica o farmacologia, riescono a curare in maniera efficace questa patologia tumorale, garantendo al paziente un buon livello di vita, successivamente all’intervento? Esistono degli approcci di natura preventiva che si possono mettere in atto, che consentono di ridurre quelli che sono i rischi che in un soggetto, si possa sviluppare una patologia tumorale del genere? Esistono oggi farmaci in grado di migliorare e allungare la vita di pazienti che presentano stadi tumorali piuttosto avanzati? Se mettiamo a confronto, la popolazione maschile e quella femminile, quali sono i soggetti che hanno maggiori probabilità di sviluppare questo tumore?

Prima di parlare dello sviluppo di questa forma tumorale, è bene fare un approfondimento sul funzionamento della tiroide, a cosa serve, dove si trova. Per prima cosa è bene dire che si tratta non di un organo ma di una ghiandola, si trova nella zona del collo. Si tratta di una ghiandola che ha una forma specifica? Si, ha una forma molto precisa, a tutti gli effetti sembra una farfalla. Cosa fa la tiroide esattamente? Qual’è il suo compito specifico?

Si tratta di una ghiandola con la specifica funzione di produrre degli ormoni chiamati tiroidei, che verranno poi immessi nel flusso sanguigno. A cosa servono esattamente questi ormoni che vengono immessi nel flusso sanguigno? Quali sono le funzioni specifiche che hanno?

Una volta entrati nel flusso sanguigno, hanno una funzione di natura regolativa, che coinvolge varie dinamiche presenti dentro al nostro organismo, oltre a degli organi specifici, andiamo a vedere insieme, le funzioni specifiche di questi ormoni:

  1. Gli ormoni tiroidei, hanno una funzione di natura regolativa che riguarda i battiti del nostro cuore
  2. Gli ormoni tiroidei, regolano in maniera adeguata la nostra temperatura corporea
  3. Sono molto importanti per regolare in maniera efficace il metabolismo di una persona
  4. Sono ancora più importanti se riferiti ai bambini. Infatti sono direttamente responsabili nella crescita fisica e psichica. Se non presenti in quantità sufficiente, ci possono essere conseguenze nello sviluppo che riguardano la statura del bambino, quindi la sua crescita, oltre a incidere in maniera significativa sullo sviluppo dei processi cognitivi

Disfunzioni alla tiroide

Oltre ad averne illustrato il funzionamento e di quanto sia importante il contributo degli ormoni che la ghiandola produce, per regolare una serie di processi nel nostro corpo, dobbiamo ora vedere quali sono le possibili disfunzione della tiroide:

 

  1. Non è detto che la tiroide funzioni come dovrebbe, quindi un soggetto potrebbe avere un problema di ipertiroidismo, con una espansione del livello ormonale oltre i valori normali
  2. Oppure al contrario, il soggetto potrebbe soffrire di ipotiroidismo, una condizione di squilibrio nella quale il livello ormonale è basso

Bisogna dire che in entrambi i casi, i soggetti che manifestano queste alterazioni della tiroide, hanno delle conseguenze che non vanno sottovalutate.  

Livelli di diffusione della patologia tumorale

Quali sono gli attuali livelli di diffusione del tumore alla tiroide? Si tratta di una patologia di natura tumorale, con un certo grado di diffusione. Interessa un specifico segmento della popolazione? Si, nella maggior parte dei casi, si tratta di donne con una fascia di età compresa tra i 40 e i 60 anni. 

Volendo paragonare un attimo il livello di incidenza di tale patologia tumorale tra la popolazione maschile e quella femminile, ci si accorge subito che le differenze in termin numerici, sono abbastanza significative. Mentre per la popolazione maschile, si parla di una media di cinque casi su 100.000 abitanti, per le donne le numeriche salgono decisamente, arrivando a una percentuale di 15 casi ogni 100.000 abitanti.

 Si è anche notato che in termini numerici, questa patologia tumorale specifica è crescita in termini negli ultimi anni. Probabilmente questo dato  significativo, è collegato a un processo di diagnosi, tramite ecografie tiroidee che sono aumentate.  

Fattori di rischio

Quali sono i fattori di rischio nello sviluppo del tumore? Dopo aver notato che la patologia interessa con maggiore frequenza la popolazione femminile, bisogna vedere insieme quali sono i principali fattori di rischio che potrebbero influenzarne lo sviluppo:

  1. Se nel soggetto, ci sono carenze strutturali di iodio, il rischio aumenta. Tra le altre cose spesso, la carenza di iodio è associata ad un’altra malattia che è il gozzo
  2. Questa forma tumorale, si manifesta con maggior frequenza, tra persone che sono magari state curate con tecniche come la radioterapia nella zona del collo
  3. Un’altra casistica specifica che fa aumentare i rischi per il soggetto di poter sviluppare tale patologia tumorale è la presenza nel nucleo familiare, di un parente che ha già avuto questo tumore. 

Forme tumorali specifiche

Quante sono le tipologie di cancro alla tiroide? Ne esiste solo una forma specifica o ci sono varie forme? Allora, quando parliamo di questa neoplasia tumorale, ne possiamo individuare più di una che andiamo a vedere in dettaglio:

  1. Il cancro nella zona della tiroide può essere papillare o midollare e rappresenta la forma più diffusa, con oltre l’80 per cento dei nuovi casi riscontrati
  2. Esiste poi una forma tumorale definita anche scarsamente differenziata
  3. Esiste la forma midollare di questo cancro
  4. Esiste un’altra forma definita anche anaplastica

Sintomatologia

Esiste una sintomatologia specifica, in base alla quale è possibile accorgersi di un’anomalia che richiede un approfondimento tramite visita medica? Se palpando il collo, nella zona della ghiandola, si sente la presenza di un nodulo, questo potrebbe indicare la presenza di una forma tumorale. Stiamo utilizzando il condizionale perchè non necessariamente un nodulo indica la presenza di un cancro. Spesso invece, si tratta semplicemente di manifestazioni di natura benigna.

Per fortuna, i casi in cui ci troviamo in presenza di una patologia tumorale aggressiva, con una massa localizzata nella zona del collo, che ha livelli di crescita rapidi, sono piuttosto rari. Un altro fattore molto importante che è bene sapere, è che la tiroide in questi casi funziona regolarmente. 

Approcci preventivi

Ad oggi non esistono approcci preventivi specifici, quello che si può fare, tenendo sempre presente che si tratta di una ghiandola posta nella zona del collo, è quello di procedere a far esaminare la zona, magari dal proprio medico, tramite palpazione, per esaminare la parte e rilevare la presenza di eventuali noduli. Sarà sempre il medico che valuterà se è il caso di procedere con un approfondimento di natura diagnostica, qualora ne riscontrasse la necessità. In questo caso, potrà decidere di fare un’ecografia nella zona della tiroide.

Processo diagnostico

Quali sono gli approcci di natura diagnostica, una volta che il medico ha individuato il nodulo sospetto? Solitamente, il medico sottopone il paziente a degli esami specifici che sono mirati ad analizzare gli ormoni della tiroide che sono presenti nel flusso sanguigno, oltre a verificare il funzionamento della tiroide stessa.

I mutamenti patologici  nei livelli ormonali indicano sempre la presenza di un possibile tumore? In realtà no, spesso sono più associati a condizioni patologiche di natura infiammatoria o autoimmune.

Tuttavia ad oggi, l’esame più attendibile per poter fare un’analisi attenta della tiroide e rilevare la presenza di eventuali anomalie è l’ecografia tiroidea. L’unico esame che consente di rilevare la presenza di noduli anche di minime dimensioni. Tuttavia l’utilizzo di un esame di approfondimento come quello citologico, è consigliato per noduli che abbiano una grandezza superiore a un centimetro. Successivamente si procederà ad aspirare alcune cellule con l’utilizzo di un ago per poterle poi esaminare e capire quali sono i rischi oggettivi relativi a un cancro.

Ulteriori specifiche

Pur essendo eventi rari, ci possono essere casi in cui il tumore è in uno stadio avanzato, in questi casi, il loro processo espansivo, può riguardare organi vicini come ad esempio la trachea. In questi casi il paziente può lamentare delle difficoltà oggettive ad alimentarsi e a respirare.

Il tumore alla tiroide definito papillare, presenta una fase di maggiore espansione e crescita in soggetti maschi o in soggetti che hanno un’età che supera i 50 anni. 

Come si cura questo tumore

Quali sono gli approcci che consentono di curare in maniera efficace questa patologia tumorale? Generalmente, si utilizza l’intervento chirurgico, che prevede l’asportazione di tutta la tiroide. L’intervento prevede anche l’asportazione di quei linfonodi che sono collegati alla patologia tumorale. Negli ultimi periodi, c’è un dibattito in corso, nel quale si sta valutando se sia il caso di provvedere all’asportazione dei linfonodi come forma preventiva, anche quando non c’è una correlazione tra la loro presenza e la patologia.

Negli ultimi anni, si è adottato un nuovo approccio per quelle forme tumorali che sono molto ridotte, nelle quali i linfonodi non sono coinvolti. Si può anche decidere di non intervenire, monitorando attentamente il paziente. Chiaramente, la rimozione della ghiandola tiroidea causa uno scompenso nel soggetto a livello ormonale, questo richiede una somministrazione successiva all’intervento, degli ormoni che produceva la ghiandola.

Come si interviene dopo aver eseguito l’intervento, se c’è il ragionavole dubbio che ci sia ancora tessuto di natura tumorale? Si interviene con l’inoculazione di una sostanza che è lo iodio in forma radioattiva. Questa procedura, parte dal presupposto che le cellule tiroidee evolute in tumorali, ricercano lo iodio, che in forma radioattiva, una volta introdotto nelle cellule stesse, ha la capacità di distruggerle.

Viene ancora utilizzata la chemioterapia? No, è stata progressivamente sostituita da terapie e approcci completamente nuovi. Esistono farmaci nuovi che puntano a fermare la fase espansiva delle cellule e dei vasi sanguigni che le nutrono. Ne citiamo alcuni:

  1. Vandetanib
  2. Cabozantinib