Vulvodinia

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Se non avete mai sentito parlare della vulvodinia, si tratta di una sindrome dolorosa che riguarda la zona delle vulva femminile. In termini puramente percentuali nel nostro paese si manifesta all’incirca sul quindici per cento delle donne. Esiste un periodo specifico, un’età nella quale questa problematica si può presentare? In realtà no, si tratta di una sindrome correlata a una percezione dolorosa che può colpire donne di qualsiasi età che sono però fertili. In linea generale questo è il periodo nel quale si può presentare, si può anche manifestare in periodi differenti della vita di una donna. In alcuni casi potrebbe presentarsi durante il periodo della pubertà, in altri periodi potrebbe anche manifestarsi quando una donna attraversa la fase della menopausa. Esiste una sola forma specifica o possiamo trovarci in presenza di manifestazioni tra di loro differenti?

Sindrome distinta in varie forme

Possiamo avere differenti manifestazioni legate a questa specifica problematica, andiamo a vedere quali insieme:

  • La donna potrebbe essere affetta da una forma di natura spontanea. In questo caso non è un problema associato a una specifica stimolazione che avviene sulla zona della vulva. Tuttavia la donna avverte in ogni caso sintomi quali il fastidio e il dolore
  • Può trattarsi di una forma scatenata, indotta magari da una penetrazione di natura vaginale ( quindi nel caso in cui una donna abbia un rapporto sessuale) o semplicemente per un contatto

Si tratta di un disturbo che interessa una zona specifica della vulva o si tratta di una condizione generalizzata? In realtà in base a dove si presenta, viene distina in due forme differenti e specifiche, vediamo quali sono:

  1. Potremmo trovarci in presenza di una donna che presenta un disturbo del genere in forma diffusa e generalizzata. In questo caso la sindrome dolorosa riguarda tutta la zona della vulva femminile
  2. Potremmo trovarci in presenza di una donna che presenta un disturbo di natura localizzata. In questo caso il dolore che la donna avverte e percepisce, interessa zone specifiche come ad esempio il clitoride o il vestibolo

Sintomatologia

Esiste una precisa sintomatologia in base alla quale si può presentare questo disturbo nella donna? Si, vediamo insieme quali possono essere i sintomi legati a questa problematica:

  • La sindrome dolorosa potrebbe essere la conseguenza di una infezione di natura batterica o di una micosi vaginale. Si tratta di una malattia localizzata nella zona genitale femminile che è causata da funghi. La sindrome infiammatoria colpisce la zona della mucosa vaginale e delle labbra della vagina. L’agente patogeno scatenante nella maggior parte dei casi, si parla di percentuali che sfiorano l’ottanta per cento è il Candida Albicans. Le cause più frequenti in base alle quali si può manifestare questa forma infettiva sono legati a possibili squilibri nella flora batterica, squilibri di natura ormonale che possono essere causati dall’assunzione della pillola, l’assunzione di antibiotici a base cortisonica e un abbassamento delle difese immunitarie.
  • La donna senza saperlo potrebbe avere una predisposizione a livello genetico che la porta a sviluppare una malattia del genere
  • Se si è prodotta una lesione nella zona del nervo pudendo in seguito a un parto, la donna potrebbe avere questa sindrome dolorosa
  • Potrebbe trattarsi di una condizione che è la diretta conseguenza modificazioni intervenute a livello genetico ( più corretto parlare di alterazioni)
  • Potrebbe essere una condizione che si è prodotta in seguito a un possibile trauma che è avvenuto successivamente a un rapporto di natura sessuale
  • Potrebbe anche essere la conseguenza di un intervento chirurgico di natura ginecologica che ha causato una forma di sensibilità molto accentuata nella zona della vulva

Abitudini quotidiane che causano il disturbo

Si tratta di una sindrome dolorosa causata solo da queste condizioni che abbiamo approfondito o può manifestarsi anche in seguito ad abitudini che rappresentano la quotidianità di una donna?

Potrebbe anche essere la conseguenza di un’abitudine anche sana che molte donne hanno: quella di utilizzare la bicicletta. Un’altra causa associabile a questa forma è quella dell’indossare indumenti intimi che sono eccessivamente stretti. Tuttavia la sindrome dolorosa potrebbe anche essere scatenata da un’abitudine come quella di stare semplicemente sedute.

Può essere una sindrome dolorosa che è correlata a disturbi che interessano la zona della vescica o dell’uretra.

Aspetti emotivi

Non è una malattia che incide solo sulla sfera organica nella quale la donna percepisce dei dolori che riguardano tutta la zona della vulva o solo zone specifiche, ovviamente ha degli impatti anche di natura emotiva. La qualità della vita di una donna, può risentirne in maniera piuttosto accentuata.

La sindrome infatti incide nella sfera umorale e psicologica della donna, causando stati di irritazione, una forma depressiva e anche di irritabilità della donna che presenta questa sindrome. A lungo andare tutta la sfera sociale, quella dei rapporti con i colleghi, con gli amici e anche con i parenti stessi ne risulterà fortemente compromessa.

Diagnosi richiede ascolto della paziente

Effettuare una diagnosi di vulvodinia richiede che il medico ginecologoco ascolti con molta attenzione tutta la sintomatologia lamentata dalla specifica paziente. Successivamente il ginecologo farà una visita molto accurata della zona interessata alla sindrome dolorosa (vulva o clitoride a seconda se è diffusa e generalizzata o localizzata in una zona specifica). Se la visita ginecologica non dovesse rivelare alcun tipo di anomalia nella zona interessata (assenza completa di eventuali lesioni) la diagnosi si orienterà su questa problematica.

Ovviamente dopo aver escluso la presenza di forme di natura infettiva o altre patologie. Un test che si può condurre sulla paziente si orienta a determinare se esiste un’accrescita sensibilità nella zona della vulva. Per fare questo si utilizza un cotton fioc con il quale si andrà a esercitare una pressione in punti localizzati nell’area interessata alla sindrome dolorosa.

Questa pressione potrebbe far percepire alla donna un dolore di natura acuta e di una certa intensità.

Approcci terapeutici

Trattandosi di una malattia molto particolare, per certi versi complessa che in maniera frequente non viene diagnosticata correttamente come si dovrebbe arrivare già a una diagnosi certa e riuscire a comunicare a una paziente quali sono le motivazioni che l’hanno scatenata è già un passo molto importante.

Trattandosi di una malattia che può avere cause differenti, il medico che ha in cura la paziente dovrà tenere conto della sintomatologia che la donna lamenta e personalizzare la cura. Si possono utilizzare metodi differenti, tutti tesi a ridurre l’intensità dei dolori percepiti dalla donna e anche a ridurne gli episodi.

Si può quindi utilizzare un approccio di natura farmacologica che prevede un mix di antidepressibi e farmaci anticonvulsivanti ( si tratta di farmaci specifici che di solito vengono utilizzati per sedare crisi convulsive ed epilettiche). L’efficacia di questi farmaci è collegata a ridurre la sensibilità dei nervi interessati alla sindrome dolorosa.

Prima di avere un rapporto sessuale, una donna può utilizzare la lidocaina in grado di ridurre il dolore. Se la paziente presenta una muscolatura che interessa la zona pelvica molto tesa, può essere utile un approccio fisioterapico nel quale si insegna alla donna a ridurre la tensione sui muscoli con esercizi di rilassamento.

Si può ricorrere a una tecnica che prevede l’applicazione di elettrodi nella parte interessata. Gli impulsi elettrici emessi ( con una frequenza bassa) dovrebbero aiutare a ridurre la sensibilità dei nervi che causano il dolore. La donna può eseguire dei massaggi sulla zona o sulle zone interessate dal dolore con una pressione.

Comportamenti preventivi

Unitamente alle terapie, è necessario adottare uno stile di vita che consenta di ridurre i dolori. Da questo punto di vista se si soffre di vulvodinia è bene seguire alcune regole quali:

  • Evitare esercizi fisici che stimolino la zona della vulva come ad esempio la bicicletta
  • Non utilizzare detergenti intimi aggressivi ma delicati
  • Non utilizzare biancheria intima quando si va a dormire
  • Utilizzare dei lubrificanti prescritti dal medico per avere rapporti sessuali più piacevoli e meno contratti