Bronchiectasie e stanchezza

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Quando parliamo di bronchiectasie e stanchezza a cosa ci riferiamo? Si tratta di patologie respiratorie in forma cronica che possono dare una serie di sintomi, vediamo insieme quali sono:

  • Uno dei sintomi è legato alla tosse;
  • Un altro sintomo è legato all’espulsione di catarro;
  • Un altro sintomo potrebbe essere legato a processi di natura infettiva;

Questi sono gli unici sintomi che il paziente potrebbe avere? La risposta è no, potrebbero esserci ulteriori manifestazioni, tra queste abbiamo:

  • Una delle manifestazioni è la presenza di sangue nello sputo;
  • Un’altra delle manifestazioni è la mancanza di fiato;
  • Un’altra manifestazione è l’avere una stanchezza in forma continua;
  • Il paziente potrebbe andare incontro a sudorazioni durante la notte;
  • Il paziente potrebbe diventare piretico ( avere la febbre).

Si tratta di sintomi principali o sintomi secondari? La risposta corretta è che si tratta di sintomi da questo punto di vista definiti “accessori”, del tutto secondari alla produzione di catarro in forma quotidiana, alla tosse e a processi di natura infettiva che possono manifestarsi con una certa frequenza.

Approfondiamo la problematica

Quando parliamo di bronchiectasie ci stiamo riferendo a malattia di natura respiratoria a carattere cronico che come tali non vengono nominate con una certa frequenza, nonostante siano più comuni di quello che uno potrebbe pensare. Da questo punto di vista interessano circa 400 persone ogni 100.000 adulti. Qual’è la caratteristica di queste patologie? La risposta corretta è che sono legate a una dilatazione del tutto anomala e con carattere permanente di una porzione di quello che viene definito albero bronchiale.

Quali sono le conseguenze? Per prima cosa nel soggetto tende ad accumularsi del catarro e in maniera molto frequente potrebbero svilupparsi delle:

  • Potrebbero svilupparsi delle bronchiti;
  • Potrebbero svilupparsi delle polmoniti.

Parliamo dei bronchi

Quando parliamo dei bronchi a quale strutture ci stiamo riferendo? La risposta corretta è che letteralmente siamo in presenza di tubi che tendono a condurre l’aria nella zona interna ai polmoni. In condizioni normali i bronchi hanno da questo punto di vista un diametro standard, tuttavia se vanno incontro a una dilatazione molto marcata, possono svilupparsi quelle che vengono definite bronchiectasie.

Questa dilatazione inerente alla zona dei bronchi tende a provocare nel corso del tempo una sindrome di natura clinica che risulta essere caratterizzata da un accumulo di catarro. Questo può essere espulso dai pazienti in maniera costante, quasi tutti i giorni, con tosse e frequenti episodi di bronchite o di polmoniti.

Volendo in tal senso fare un approfondimento mirato su questa patologia è bene dire che esiste una sorta di coesistenza di una sindrome di natura clinica, questa sviluppa nel paziente una produzione di catarro, potrebbe portare a tosse, potrebbe portare a processi infettivi che possono essere in tal senso frequenti, potrebbero portare a una dilatazione in tal senso del tutto anomala di una porzione dell’albero bronchiale.

Segnali d’allarme

Quali sono i segnali relativi a queste patologie? Non sono da sottovalutare dei segnali quali:

  • Uno dei sintomi da non sottovalutare è la tosse;
  • Un altro sintomo che in tal senso non va sottovalutato è l’espulsione di catarro;
  • Un altro sintomo che in tal senso non dev’essere sottovalutato è la presenza di processi di natura infettiva.

Sono gli unici sintomi ai quali un paziente deve prestare attenzione? La risposta è no, in tal senso bisogna porre attenzione anche:

  • Se il paziente dovesse riscontrare la presenza di sangue nello sputo;
  • Se il paziente dovesse riscontrare anche la mancanza di fiato;
  • Se il paziente dovesse lamentare una stanchezza in forma continua;
  • Se il paziente dovesse andare incontro a sudorazioni durante le ore notturne;
  • Se il paziente dovesse avere la febbre.

Approcci di natura diagnostica

Qual’è quindi da questo punto di vista il corretto iter di natura diagnostica? La risposta corretta è che per poter diagnosticare questa problematica per prima cosa si dovrà eseguire una Tac che riguarda la zona toracica e dovrà avere da questo punto di vista un livello di risoluzione molto elevato.

Per prima cosa il paziente dovrà sottoporsi a una visita da uno specialista che è il pneumologo, in alternativa perchè durante una radiografia nella zona del torace, sono state rilevate delle bronchioectasie, in alternativa potrebbe essere legata a sintomi specifici. Se fosse legato a questo seconda casistica, sarà lo stesso medico specialista (il pneumologo) a richiedere una Tac nella zona del torace, con un livello di risoluzione molto elevato.

Parliamo di cause

Quali possono essere le cause che portano un soggetto a sviluppare una bronchiectasia? La risposta corretta è che potrebbero avere cause del tutto differenti, motivo per il quale vengono distinte in congenite e acquisite. Possiamo parlare di patologie che da questo punto di vista potrebbero portare a uno sviluppo delle bronchiectasie? Si, vediamo in tal senso quali sono:

  • Una delle patologie che potrebbe in tal senso portare a uno sviluppo delle bronchiectasie è la fibrosi cistica;
  • Un’altra delle patologie che potrebbe portare in tal senso a uno sviluppo delle bronchiectasie è la discinesia ciliare primitiva. Si tratta di una patologia che come tale tende a colpire le ciclia dei bronchi. Potrebbe anche essere collegata a un deficit inerente a una proteina chiamata alfa 1 antitripsina.

Possono esserci da questo punto di vista altre patologie collegate a questa? Si, potrebbero essere collegate alla patologia di Crohn, potrebbero essere collegate alla colite ulcerosa, potrebbero essere collegate all’artrite reumatoide, oppure ad altre patologie del connettivo o autoimmuni.

Potrebbero essere collegate ad altre patologie di natura respiratoria con carattere cronico quali l’asma o la broncopneumopatia cronica ostruttiva.

Tuttavia è bene segnalare in tal senso un punto critico, nonostante sia abbiano a disposizione tecnologie di natura diagnostica, in una percentuale pari al 40-50 cinquanta per cento dei casi i pazienti che hanno queste bronchiectasie, non è possibile stabilire quale sia la causa.

Approcci terapeutici

Trattandosi di patologie che possono avere molteplici cause, si dovranno in tal senso studiare molteplici trattamenti, sarà compito dello specialista individuare i sintomi della patologia che possono essere in tal senso trattabili. Uno dei primi dei quali bisogna tenere conto è la produzione di muco, maggiore è la capacità del paziente di espellere il catarro, minori saranno i rischi che si possa manifestare un’infiammazione di natura polmonare e un processo infettivo di natura cronica.

La fisioterapia respiratoria è da questo punto di vista il trattamento che risulta essere maggiormente idoneo per questa patologia. I processi di natura infettiva sono trattabili tramite antibiotici, facendo in modo tale che si possano tenere sotto controllo i processi infettivi cronici.

Come vengono somministrati? Gli antibiotici vengono somministrati tramite nebulizzazione, in tal senso quindi si utilizzeranno l’aerosol, per un periodo temporale compreso di alcune settimane, fino ad arrivare a mesi e in alcuni casi anche ad anni se la patologia ha un livello di gravità molto marcato in tal senso.

Considerazioni finali

Un fattore molto importante da questo punto di vista è che se siamo in presenza di bronchiectasie e stanchezza, si renderà necessario un approccio multidisciplinare avvalendosi oltre che del medico pneumologo, di un fisioterapista respiratorio. Potrà in tal senso essere consultato anche un microbiologo che potrà eventualmente identificare l’eventuale presenza di batteri, funghi, micobatteri.

Il radiologo viene consultato se il paziente presenta un sintomo quale il sangue nello sputo. Potrebbe anche essere consultato un gastroenterologo se sono presenti patologie quali la malattia di Crohn o la colite ulcerosa.

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