Calcolosi salivare

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Quando parliamo di calcolosi salivare a cosa ci stiamo riferendo? Si tratta di calcoli che come tali sono composti da sali di calcio che tendono ad ostruire le ghiandole salivari. Qual’è la conseguenza di questa problematica? Per prima cosa il soggetto potrebbe avere una sindrome dolorosa, un’altra problematica alla quale potrebbe andare incontro è la tumefazione, in alcuni casi potrebbero prodursi dei processi di natura infettiva.

Qual’è il corretto iter diagnostico? La risposta corretta è che la diagnosi viene effettuata in maniera clinica, attraverso la tomografia computerizzata, l’ecografia o la scialografia. L’approccio terapeutico prevede invece l’espulsione dei calcoli presenti attraverso stimolanti del flusso legato alla saliva, una manipolazione di natura manuale, una sonda o in alternativa tramite approccio di natura chirurgica.

Quando parliamo di ghiandole salivari a quali ci stiamo riferendo? La risposta corretta è che quelle maggiori si chiamano ghiandole parotidi. Abbiamo poi quelle presenti sotto alla mandibola, ci sono poi quelle sottolinguali bilaterali. Parlando di calcoli presenti nelle ghiandole salivari è bene sapere che sono frequenti negli adulti. Volendo in tal senso fornire delle statistiche è bene dire che almeno nell’ottanta per cento dei calcoli l’origine è legata a quelle definite sottomandibolari, motivo per il quale viene ostruito il dotto di Wharton.

Per quanto riguarda i calcoli rimanenti che si possono formare è bene dire che hanno un’origine legata alle ghiandole parotidi e bloccano in tal senso il dotto di Stenone. In una percentuale molto residua, pari all’uno per cento, l’origine potrebbe essere legata alle ghiandole definite sublinguali.

In una percentuale circa del venticinque per cento, i calcoli potrebbero essere multipli.

Composizione dei calcoli salivari

Da come sono composti i calcoli salivari? La risposta corretta è che nella maggior parte dei calcoli, la composizione è di fosfato di calcio oltre a poterci essere ma in quantità più modeste magnesio e il bicarbonato. Nel caso invece di pazienti che soffrono di una malattia come la gotta, i calcoli sono formati da acido urico.

Quando parliamo di stasi a livello salivare a cosa ci stiamo riferendo ? La risposta corretta è che questo stato tende a verificarsi in pazienti che hanno:

  • Si parla di pazienti che sono debilitati;
  • Si parla di pazienti che si trovano in uno stato di disidratazione;
  • Si tratta di pazienti che vivono una condizione di ridotta assunzione del cibo;
  • Si tratta di pazienti che assumono colinergici.

Se i calcoli dovessero riformarsi, questi potrebbero predisporre il paziente ad un processo infettivo legato alla ghiandola coinvolta (definita anche scialoadenite).

Parliamo di sintomi

Quali sono invece i sintomi che potrebbe avere il paziente? Il processo ostruttivo legato alla presenza dei calcoli innesca tumefazione a livello ghiandolare e una sindrome dolorosa. In maniera particolare questa condizione tende a manifestarsi quando il paziente mangia degli alimenti perchè il flusso salivare viene stimolato.

Quanto possono durare i sintomi? La risposta corretta è che nell’arco di alcune ore tendono a scomparire. La fase definita di sollievo generalmente coincide con un’abbondante perdita di saliva. Tuttavia non è detto che il paziente possa avere sintomi, in alcuni casi potrebbe invece avere dei sintomi che sono del tutto intermittenti.

Approccio diagnostico

Qual’è il corretto iter a livello diagnostico? La risposta corretta è che si dovrà procedere con una valutazione di natura clinica, in alcuni casi potrebbe rendersi necessario sottoporre il paziente a una serie di indagini quali la tomografia computerizzata, l’ecografia, la scialografia. Se parliamo di un calcolo di natura salivare che da questo punto di vista non risulta in alcun modo evidente, al paziente potrà essere somministrato uno scialogogo.

Qual’è la corretta definizione di scialogogo? La risposta è che si tratta di una sostanza da questo punto di vista adatta a stimolare la secrezione di natura salivare. Gli esami invece come la tomografia computerizzata, l’ecografia, la scialografia, sono molto sensibili e vengono utilizzati in tutti quei casi in cui la diagnosi di natura clinica potrebbe risultare dubbia. In quali casi potrebbe essere sottoposto un paziente a una scialografia con mezzo di contrasto? Viene inserito un catetere nel dotto e questo aiuta a far capire se si tratta di:

  • La scialografia con mezzo di contrasto è utile a capire se si tratta di un calcolo;
  • La scialografia con mezzo di contrasto è utile a capire se si tratta di stenosi;
  • La scialografia con mezzo di contrato è utile a capire se si tratta di una patologia tumorale.

Scialoadenite

Quando si parla di scialoadenite a cosa ci stiamo riferendo? Si tratta di un processo infiammatorio che può essere acuto, cronico relativo a una ghiandola salivare. In linea generale tende a interessare la parotide o la ghiandola sottomandibolare, tuttavia ci possono anche essere casistiche di scialoadenite delle ghiandole salivari definite minori.

Parliamo di cause

Quali sono le cause maggiormente frequenti legate alla scialoadenite? La risposta corretta è una forma di iposecrezione di natura ghiandolare, i calcoli ostruttivi, processi di natura infettiva. Possiamo parlare da questo punto di vista anche di altri fattori predisponenti? La risposta è si, vediamo quali sono:

  • Uno dei fattori predisponenti è la disidratazione;
  • Un altro fattore predisponente sono i traumi;
  • Un altro fattore predisponente è legato all’utilizzo di farmaci quali i diuretici, gli antidepressivi.

Sintomi

Quali sono invece i sintomi? La risposta corretta è che i sintomi in caso di scialoadenite acuta sono:

  • Per prima cosa la comparsa di una sindrome dolorosa;
  • Un altro fattore è una tumefazione definita monolaterale;

Potrebbero esserci ulteriori sintomi? La risposta è si tra questi abbiamo:

  • Uno dei sintomi potrebbe essere la febbre;
  • Un altro sintomo potrebbero essere i brividi;
  • Un altro sintomo potrebbe essere la cefalea.

Diagnosi

Il processo di diagnosi corretto si basa su una corretta raccolta di natura anamnestica, su un esame di natura obiettiva come la palpazione e la spremitura della ghiandola. Per quanto riguarda i trattamenti questi varieranno in funzione della causa, tra le terapie somministrabili abbiamo quella antibiotica, impacchi caldi e una buona igiene orale.

Nel caso di forme che possono essere croniche e recidivanti, potrebbe rendersi necessario un trattamento chirurgico da uno specialista come l’otorinolaringoiatra.

Considerazioni finali

Nel caso in cui il paziente dovesse soffrire di una calcolosi salivare, quali sono i trattamenti che ha a disposizione da questo punto di vista? La somministrazione al paziente di antibiotici antistafilococcici è utile ai fini della prevenzione di una scialoadenite acuta. I calcoli potrebbero essere eliminati in forma del tutto spontanea o in alternativa con la stimolazione del flusso salivare attraverso scialogoghi. Si procederà tramite rimozione chirurgica solo se le altre metodologie utilizzate non sono risultati efficaci.

Dolore alla mandibola

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Alessandro Baldini
Web content writer senior, specializzato nella redazione di contenuti nel settore medico, laureato in filosofia a Bologna, corso di specializzazione conseguito allo Ial Web di Udine nel content management, corso conseguito al Cfa di Milano nel 2020, sul web marketing.