Disprassia sintomi

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Quali sono i sintomi della disprassia? La risposta corretta è che potrebbero manifestarsi varie tipologie di sintomi, tra questi abbiamo:

  • Uno dei sintomi che il paziente potrebbe avere è una difficoltà in termini di coordinazione;
  • Un’altro sintomo che il paziente potrebbe avere è un senso di goffaggine;
  • Un altro sintomo che il paziente potrebbe avere è un equilibrio piuttosto ridotto;
  • Il paziente potrebbe avere delle difficoltà nell’eseguire uno specifico gesto quale ad esempio quello del camminare;
  • Il paziente potrebbe avere una forma di lentezza nell’eseguire un gesto;
  • Il paziente potrebbe avere un deficit nell’area del linguaggio;
  • Il paziente potrebbe presentare una certa difficoltà nel mantenimento della soglia di attenzione;
  • Il paziente potrebbe essere da questo punto di vista iperattivo;
  • Il paziente potrebbe avere una difficoltà nel riuscire a mantenere la soglia di attenzione;
  • Il paziente potrebbe avere una difficoltà nell’organizzare gli impegni;
  • Il paziente potrebbe essere irritabile;
  • Il paziente potrebbe avere un livello di autostima basso;
  • Il paziente potrebbe avere un’autonomia scarsa;
  • Il paziente potrebbe soffrire di discalculia;
  • Il paziente potrebbe soffrire di disortografia.

Approfondiamo la problematica

Quando si parla di diprassia a cosa ci stiamo riferendo? La risposta corretta è che si tratta di una condizione in tal senso cronica che potrebbe innescare delle difficoltà a livello motorio e a livello di coordinazione. Le persone che sono affette da disprassia, potrebbero avere delle capacità di natura cognitiva come tali nella norma, ma potrebbero presentare delle difficoltà nel compimento di atti volontari a livello motorio. Quando si parla di disprassia, ci stiamo riferendo alla motrocità di natura globale o alle capacità di naturia motoria definite fini? La risposta corretta è che questa problematica potrebbe riguardare entrambe le aree. Ci sono in tal senso delle cause come tali specifiche? La risposta è no, ad oggi non c’è chiarezza in tal senso e la sintomatologia potrebbe comprendere in tal senso:

  • Il paziente potrebbe avere delle difficoltà nell’eseguire dei movimenti;
  • Il paziente potrebbe andare incontro a lentezza nel riuscire a eseguire delle azioni;
  • Il paziente potrebbe essere goffo;
  • Il paziente potrebbe avere un equilibrio in tal senso molto scarso.

Qual’è il corretto iter diagnostico da questo punto di vista? La risposta corretta è che la diagnosi si basa essenzialmente su quella che risulta essere la storia clinica del paziente, su un’attenta osservazione della sintomatologia, invece il trattamento da questo punto di vista è orientato ad aiutare il paziente a migliorare quelle che sono le difficoltà che incontra e manifesta. 

Approfondiamo la problematica

Quando parliamo di disprassia, ci stiamo riferendo a un disturbo che come tale riguarda la coordinazione relativa allo sviluppo. Si tratta in tal senso di una condizione che potremmo definire cronica? La risposta è si, generalmente tende a manifestarsi durante la fase dell’infanzia, potrebbe anche prolungarsi durante l’età adulta e produce nel soggetto da questo punto di vista delle difficoltà nell’area motoria e in quella della coordinazione.

Se la disprassia dovesse interessare quella che viene definita motricità globale, potrebbe interessare zone quali:

  • Le mani;
  • La bocca;
  • Gli occhi.

Proprio in virtù di queste motivazioni, potrebbe diventare molto difficoltoso per il soggetto che decide di farlo, praticare magari uno sport, andare in bicicletta, praticare attività motorie quali ad esempio lo scrivere. In tal senso è bene sapere che queste problematiche potrebbero risultare manifeste quando il bambino è in tenera età, al contrario potrebbero essere evidenti quando il bambino tende a crescere.

Le persone in tal senso che hanno la disprassia, possono avere delle capacità motorie che risultano essere nella norma, potrebbero però avere delle difficoltà evidenti nel momento in cui si devono compiere dei movimenti a livello motorio che siano coordinati e di natura volontaria.

Da questo punto di vista è bene sapere che la disprassia potrebbe manifestarsi in forme del tutto differenti e potrebbe avere livelli di intensità diversi. In termini percentuali quante persone potrebbero essere interessate da questa problematica? La risposta corretta è che questa condizione tende a colpire una percentuale intorno ai sei per cento, in un’età compresa tra i 6 anni e i 15 anni. In linea generale tende ad interessare maggiormente persone di sesso maschile piuttosto che di sesso femminile. Può capitare in maniera frequente che sia una condizione che non viene diagnosticata nelle tempistiche previste, motivo per il quale potrebbe risultare maggiormente frequente nell’età evolutiva.

Parliamo di cause

Quali possono essere le cause legate alla disprassia? La risposta corretta è che ad oggi non sono del tutto conosciute, si ipotizza in tal senso che potrebbe essere legata ad alcuni neuroni di natura motoria, da questo punto di vista in alcun modo efficienti nella trasmissione delle informazioni corrette che sono legate ai muscoli che consentono di coordinare un gesto che compie il soggetto o una specifica azione.

Quando si parla di una disfunzione del genere è bene sapere che potrebbe essere acquisita, oppure legata ad un ritardo nello sviluppo di natura neurologica. Possiamo parlare in tal senso di fattori che definiamo di predisposizione legati alla disprassia? La risposta è si, in tal senso potrebbero rientrare un’esposizione in fase prenatale a sostanze di natura alcolica, un fattore come la prematurità, un peso corporeo basso al momento della nascita, un’eventuale sofferenza pre e peri natale.

Approccio diagnostico

Qual’è il corretto approccio diagnostico da questo punto di vista? La risposta è che un medico che riesce a inquadrare nella maniera più precisa possibile e precisa la problematica, può mettere in atto un intervento più efficace che riguarda quelle che sono le difficoltà che vengono in tal senso riscontrate.

Quali sono i medici specialisti che si occupano della diagnosi? La risposta corretta è che se ne occupano:

  • Si parla del pediatra;
  • Si parla del neuropsichiatra infantile;
  • Si parla del neurologo;
  • Si parla dello psicologo infantile;
  • Si parla del terapista di natura occupazionale.

Quali sono i criteri in base ai quali può essere valutata la disprassia? La risposta corretta è che si dovrà tenere conto dei seguenti criteri, vediamo quali:

  • Delle capacità motorie che sono inferiori rispetto a quelli che dovrebbero essere i livelli previsti;
  • Una carenza nell’ambito delle capacità motorie;
  • Una difficoltà oggettiva rilevabile nell’ambito delle capacità motorie che non abbia una spiegazione medica da questo punto di vista specifica.

Approcci terapeutici

Quali sono invece gli approcci di natura terapeutica che si possono mettere in campo? I sintomi della disprassia richiedono un intervento di natura terapeutica che sia in tal senso personalizzato e tenga conto delle difficoltà del paziente. Da questo punto di vista si rivelerà quindi utile che ci sia un intervento di una serie di specialisti quali i fisioterapisti, i logopedisti, terapisti di natura occupazionale.

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