Edema cerebrale sintomi

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Quali sono i sintomi dell’edema cerebrale? Per prima cosa è bene dire che la sintomatologia potrebbe essere differente a seconda della gravità e a seconda delle singole casistiche specifiche. Quali sono i fattori che determinano le varie castistiche? Vediamoli insieme:

  • Per prima cosa un fattore che andrà tenuto in considerazione riguarda la causa specifica che l’ha scatenato;
  • Un secondo fattore del quale dovremo tenere conto è l’età del soggetto;
  • Un terzo fattore del quale dovremo tenere conto è legato a quelle che sono le condizioni fisiche del paziente;

Una volta che si saranno tenuti in considerazione questi fattori, i sintomi che il paziente potrebbe avere sono:

  • Il paziente potrebbe avere mal di testa;
  • Il paziente potrebbe avere la nausea;
  • Il paziente potrebbe avere il vomito;
  • Il paziente potrebbe soffrire di vertigini;
  • Il paziente potrebbe avere problemi di vista con limitata visuale;
  • Il paziente potrebbe soffrire di rigidià a livello di nuca;
  • Potrebbe avere un battito cardiaco del tutto irregolare;
  • Potrebbe avere l’afasia;
  • Potrebbe andare incontro a perdita di memoria;
  • Potrebbe percepire un senso di malessere diffuso;
  • Potrebbe avere la febbre;
  • Potrebbe andare incontro a uno stato confusionale;
  • Potrebbe manifestare delle problematiche a livello motorio;
  • Potrebbe avere degli attacchi di epilessia.

Approfondiamo la patologia

Si tratta di una patologia piuttosto seria che di fatto è legata ad un accumulo del tutto anomalo di liquidi relativi al sistema nervoso centrale. Quali sono le conseguenze? In tal senso il paziente potrebbe andare incontro a:

  • Un aumento di quello che risulta essere il volume cerebrale;
  • Un aumento della pressione nella zona del cranio.

Quanto è grave un edema nella zona del cervello ? Si tratta di una condizione molto seria che richiede di fare una diagnosi nei tempi più brevi, questo per evitare che possano crearsi dei danni a livello cerebrale del tutto irreversibili.

Definiamo le cause

Il progressivo accumulo di liquidi che causa una pressione nella zona del cervello a cosa può portare un soggetto? Vediamolo insieme:

  • Per prima cosa l’ipertensione endocranica che di fatto è un aumento della pressione nella zona cranica con un conseguente riduzione della corretta ossigenazione e sostante nutrienti in corrispondenza delle cellule cerebrali. Tra le altre conseguenze abbiamo la morte del tessuto cerebrale legato all’edema;
  • Un’altra conseguenza di una problematica del genere è l’idrocefalo che consiste nell’accumulo di liquido cefalo rachidiano (definito anche liquor).

Quali sono le cause? Vediamole insieme:

  1. Potrebbe essere la conseguenza di un trauma cerebrale causate da cadute, incidenti sul lavoro, traumi di natura sportiva;
  2. Potrebbe essere la conseguenza di un ictus cerebrale che a sua volta potrebbe essere causato da la rottura di un vaso sanguigno a livello cerebrale. Potrebbe essere collegato alla rottura del tutto imprevista e improvvisa di un vaso cerebrale.

Ci sono altre cause oltre a quelle appena citate? La risposta è si, in tal senso potrebbe essere:

  • Potrebbe essere collegato a infezioni batteriche, virali o legate a parassiti. In tal senso nella maggior parte dei casi si parla di meningiti, encefaliti, toxoplasmosi;
  • Potrebbe essere la conseguenza di patologie neoplastiche di natura tumorale quali:
  1. Potrebbe essere collegato a un astrocitoma;
  2. Potrebbe essere collegato a un glioblastoma;
  3. Potrebbe essere collegato a un meningioma.

Potrebbe essere collegato a una condizione come il trovarsi ad altezze elevate, infatti sopra i 2500 metri potrebbe verificarsi una condizione definita ” mal di montagna” le cui manifestazioni sono:

  • Il soggetto potrebbe avere la nausea;
  • Il soggetto potrebbe avere il mal di testa;
  • Il soggetto potrebbe avere le vertigini;
  • Il soggetto potrebbe avere la palpitazioni;
  • Il soggetto potrebbe avvertire una mancanza di respiro;

Un’altra causa ascrivile a questa problematica in un paziente è l’abuso di:

  • Farmaci di natura oppiacea quali morfina, codeina, ossicodone;
  • Potrebbe essere collegata a una patologia come il diabete mellito.

Parliamo di complicazioni

Quali possono essere le complicazioni che si manifestano nel momento in cui un paziente si trova nella condizione di avere un apporto di ossigeno ridotto nella zona del cervello? Vediamole insieme:

  • Il paziente potrebbe andare in coma;
  • Il paziente potrebbe avere una paralisi;
  • Il paziente potrebbe andare incontro a dei ritardi di natura cognitiva;
  • Il paziente potrebbe andare incontro a dei deficit di natura motoria o intellettivi permanenti.

Approccio diagnostico

Qual’è l’approccio diagnostico più corretto? Per prima cosa è bene dire che è necessario cercare di essere il più tempestivi possibili. Da questo punto di vista si renderà necessario essere il più attenti possibili quando si sottopone il paziente a una visita di natura neurologica. Una volta eseguito questo primo step, sarà molto importante sottoporre il paziente a :

  1. Per prima cosa si dovrà sottoporre il paziente a degli esami del sangue in maniera particolare se il medico sospetta che l’edama nella zona del cervello possa essere la conseguenza di una patologia come il diabete, la presenza di agenti di natura infettiva, l’utilizzo di farmaci;
  2. Un altro step molto importante riguarda esami di natura radiologica come la Tac, tomografia assiale computerizzata, la risonanza magnetica nucleare, che dovranno essere condotte a livello cerebrale. Questo consentirà l’individuazione precisa e anche le dimensioni inerenti all’edema di natura cerebrale.

 Approccio terapeutico

Quale sarà in tal senso il corretto approccio di natura terapeutica? I trattamenti in tal senso hanno delle finalità, per prima cosa si punterà a ripristinare il corretto apporto di ossigeno e sostante nutritive necessarie al cervello, facendo in maniera tale che si blocchi l’evoluzione dell’edema stesso e si cerchino di ridurre al minimo eventuali rischi che ci possano essere dei danni di natura cerebrale.

Un altro fattore molto importante da non sottovalutare è quello di trattare nella maniera adeguata la causa che ha prodotto l’edema. In tal senso si potrà intervenire tramite:

  • Somministrare al paziente ossigeno in una camera iperbarica o tramite dei respiratori;
  • Tramite endovena si procederà a dare al paziente il mannitolo. In tal modo sarà possibile ridurre la pressione intracranica;
  • Al paziente potrebbero essere somministrati farmaci diuretici, corticosteroidi, anticoagulanti, dietro ovviamente attento monitoraggio del medico;
  • Il paziente potrebbe essere sottoposto a un trattamento chiamato ipotermia indotta. Per rallentare il rischio di avere danni al cervello in caso di ipossia o anossia, si abbasserà in maniera volontaria la temperatura corporea del paziente a 32-33 gradi;
  • Il paziente potrebbe essere sottoposto a un intervento chirurgico definito ventricolostomia. In cosa consiste? Si pratica un foro nel cranio del paziente, tramite catetere si aspirerà il liquido cefalorachidiano;
  • Un altro approccio nel caso di sintomi legati a edema cerebrale consisterà a livello chirurgico nella rimozione di tumori, nella riparazione o la rimozione della causa specifica dell’edema. L’approccio chirurgico potrebbe prevedere anche un intervento chiamato craniectomia decompressiva. Si tende a ridurre la pressione intracranica eradicando (rimuovendo) la parte di cranio che crea pressione sull’edema.

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Alessandro Baldini
Web content writer senior, specializzato nella redazione di contenuti nel settore medico, laureato in filosofia a Bologna, corso di specializzazione conseguito allo Ial Web di Udine nel content management, corso conseguito al Cfa di Milano nel 2020, sul web marketing.