Intelligenza artificiale nella gestione della vita quotidiana

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Come può L’intelligenza artificiale supportarci nella gestione della vita quotidiana? Il Giappone, paese particolare, noto per le sue usanze e tradizioni molto differenti dalle nostre, mette in campo i robot dotati di Ia (intelligenza artificiale) per cercare una soluzione alla problematica presente nel loro paese che è quello dell’abbandono scolastico. La notizia che riportiamo, parla di una località del Giappone e si chiama Kumamoto, si tratta di un’isola dove alcune famiglie che hanno dei figli, avranno la possibilità di poter mandare dei robot, al posto dei loro figli nella scuola che frequentano.

Quando parliamo del Giappone, ci riferiamo ad un paese dotato di un modello di vita molto stressante, nel quale ci sono delle pretese e delle esigenze di perfezionismo e di competitività che vengono richiesti talmente alti che in maniera frequente vanno al di là delle effettive capacità che ha l’individuo.

Questa impostazione rende sicuramente questo paese uno dei più alti in termini di processo di industrializzazione, tuttavia c’è anche da dire che per un livello di competitività del genere, c’è un prezzo molto alto da pagare in termini di serenità personale dell’individuo, al punto tale che il livello di suicidi che risulta essere presente in questo paese è tra i più elevati al mondo.

Processo di isolamento

Proprio per questa motivazione, risulta essere presente una tendenza molto marcata per l’isolamento, al punto tale che non è un caso se il fenomeno chiamato degli hikikomori, risulta oggi essere presente e conosciuto anche in Occidente, ha mantenuto la sua struttura linguistica tipica di questo paese e non è stato sostituito da altre terminologie.

Scuola e assenze

Tuttavia il fenomeno dell’isolamento sociale che in Giappone risulta essere diffuso, non è una problematica come tale che interessa solo il mondo degli adulti e quello lavorativo, la stessa realtà delle scuole è toccata da questo fenomeno, al punto tale che c’è un trand in crescita tra i bambini che è quello di rifiutare l’esperienza della scuola.

Alla luce di tutto questo ci sono una serie di problematiche che andiamo a vedere insieme:

  1. Il problema dell’ansia.
  2. Quello del bullismo.
  3. Una sorta di sfiducia che si sente di avere nelle proprie capacità.
  4. Una forma di depressione che alcuni bambini percepiscono.
  5. Non dimentichiamo poi di quei bambini che manifestano difficoltà nella fase di apprendimento.

Tutte queste difficoltà appena descritte, di fatto molto difficoltoso se non in alcuni casi del tutto impossibile affrontare in maniera tranquilla le difficoltà che il mondo esterno presenta a questi giovani. Un evento poi come la pandemia ha di fatto peggiorato la situazione, se parliamo poi di questa isola, dobbiamo fornire alcuni dati importanti, tra questi abbiamo il fatto che nell’isola di Kumamoto, su una popolazione di circa 700.000 abitanti, circa tremila bambini, comprendendo in tal senso sia quelli che vanno alla scuola elementare, sia quelli che vanno alle medie, non hanno mai di fatto frequentato la scuola.

Robot per incrementare la frequenza scolastica

Per quale motivo questo comune giapponese ha deciso di introdurre i robot? Secondo il loro punto di vista, la possibilità di introdurre questi nel contesto scolastico, potrebbe fare da supporto a bambini che hanno problematiche psicologiche e in tal modo li si potrebbe aiutare per gradi a superare le loro paure e cercare di lavorare in maniera progressiva sulle loro ansie.

Quindi il robot a tutti gli effetti, nelle intenzioni di chi ha deciso di introdurli nel contesto scolastico non saranno dei veri e propri protagonisti, ma più dei canali dei collegamento tra il mondo esterno e la realtà chiusa di questi bambini. Si tratta di robot che saranno alti circa un metro, potremmo definirli una sorta di avatar che rimarranno in classe, interagiranno con gli altri compagni e i loro docenti, avranno in tal senso come dotazione schermi, microfoni, pedane che ruotano.

La proposta non è la prima iniziativa della quale si rende protagonista quest’isola del Giappone, in precedenza si era deciso di utilizzare degli assistenti di natura didattica per consentire la trasmissione di lezioni in modalità streaming. In questo modo gli studenti assenti, hanno comunque potuto partecipare alle lezioni, chiaramente in una modalità del tutto passiva.

In seguito a questi alunni è stato richiesto di esprimere il loro parere relativo a questa modalità di approccio all’insegnamento, gli alunni in tal senso si sono espressi in maniera favorevole dichiarando che il fatto di poter accedere a delle aule seppur virtuali è stato un supporto più che valido per fattori quali l’autostima e il livello di ansia sociale presente.

Possiamo parlare di tele-assistenza?

Questa modalità, questo approccio del tutto nuovo alle lezioni è di fatto uno spaccato di un modo del tutto nuovo che alcuni hanno già definito tele-assistenza e consente di interagire da questo punto di vista con la realtà in tempo reale, avvalendosi dell’utilizzo della robotica e potendo in tal senso essere da un punto di vista fisico da un’altra parte.

Ci sono casistiche nelle quali la robotica unita all’intelligenza artificiale può far percepire la scuola in maniera del tutto diversa? La risposta è in parte si, in una scuola media di Genova, si è deciso di avvalersi della collaborazione di un robot umanoide per un periodo di circa tre mesi, con la peculiarità di potersi adattare al comportamento della persona che si ha di fronte. Il robot è dotato di intelligenza artificiale che è stata pensata e progettata al dipartimento di informatica e robotica dell’università di Genova.

In maniera particolare il robot chiamato Pepper ha avuto la capacità di rendere più semplici le relazioni con dei bambini di nazionalità ucraina che a causa della guerra si sono trovati a vivere in Italia. Non dimentichiamo poi che il campo della robotica, potrebbe avere degli sviluppi interessanti nell’ambito di bambini che hanno disabilità di natura fisica o di natura cognitiva.

Lo stesso Antony Seldon, nel 2017 aveva sostenuto fermanente la tesi secondo la quale i robot avrebbero potuto sostituire in parte o nella maggioranza dei casi gli insegnanti umani a partire dall’anno 2027. Secondo gli attuali sviluppi dell’intelligenza artificiale, sembra difficile pensare ad un iter così drastico in termini di trasformazione, questo non toglie che parlando di intelligenza artificiale nella gestione della vita quotidiana, possiamo dire che nei prossimi anni, ci sarà sempre un livello di integrazione maggiore tra la robotica e l’uomo.

Fonte: ainews.it

Intelligenza artificiale e dati sintetici