Sanguinamenti vaginali

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Quando parliamo di sanguinamenti vaginali a cosa ci stiamo riferendo? Si tratta essenzialmente di un’emorragia alla vagina nella quale fuoriesce del sangue tramite la zona dell’utero, generalmente capita dalla cervice uterina (definita anche collo dell’utero) o dalla vagina medesima.

Se parliamo di quali possano essere le cause che innescano un sanguinamento del genere è bene dire che potrebbe essere collegato a delle patologie di natura tumorale quali:

  • Si parla in tal senso di cancro al collo dell’utero;
  • Potrebbe essere invece collegata a polipi uterini.

Potrebbe essere legata a patologie di natura infettiva e infiammatoria quali:

  1. Si parla di clamidia;
  2. Si parla di gonorrea;
  3. Si parla di vaginite;
  4. Si parla di cervicite;
  5. Si parla di malattia infiammatoria a livello pelvico.

Quali sono invece i sintomi che potrebbero accompagnare un percorso del genere? Vediamoli insieme:

  • La sintomatologia in oggetto potrebbe essere il percepire un prurito che in tal senso potrebbe avere gradi di intensità del tutto differenti;
  • La paziente potrebbe provare un bruciore di intensità variabile;
  • La paziente potrebbe percepire una sindrome dolorosa che tende a manifestarsi durante la minzione;
  • La paziente potrebbe percepire una sindrome dolorosa che tende a manifestarsi durante rapporti sessuali;
  • Potrebbero esserci dei mutamenti legati alla secrezioni vaginali.

Malattie

Quali possono essere le malattie che potrebbero essere associate al sanguinamento in questa zona? Vediamole insieme:

  • Una delle patologie associabili a questa problematica potrebbe essere il cancro al collo dell’utero;
  • Un’altra delle patologie associabili a questa condizione potrebbe essere la presenza della candida;
  • Un’altra delle patologie associabili a questa condizione potrebbe essere la cervicite;
  • Un’altra delle patologie associabili a questa condizione potrebbe essere la clamidia;
  • Un’altra delle patologie associabili a questa condizione potrebbero essere i condilomi;
  • Un’altra delle patologie associabili a questa condizione potrebbe essere l’ebola;
  • Un’altra delle patologie associabili a questa condizione potrebbe essere la gonorrea;
  • Un’altra delle patologie associabili a questa condizione potrebbe essere la malattia infiammatoria a livello pelvico;
  • Un’altra delle problematiche che potrebbe essere associata a questa condizione sono i polipi uterini;
  • Un’altra delle problematiche che potrebbe essere associata a questa condizione è la pre-eclampsia;
  • Un’altra delle problematiche che potrebbe essere associata a questa condizione sono i traumi;
  • Un’altra delle problematiche che potrebbe essere associata a questa condizione è la vaginite.

Pre-eclampsia

Quando parliamo di pre-eclampsia a cosa ci stiamo riferendo? Si tratta essenzialmente di uno sviluppo ulteriore e una fase di peggioramento in un paziente che soffre di ipertensione già esistente, con la presenza di un eccesso di proteine nelle urine che tende a svilupparsi dopo venti settimane di gestazione.

Essenzialmente una donna che soffre di pre-eclampsia è una persona che soffre di crisi convulsive. Cosa potrebbe provocare questa problematica? Vediamolo insieme:

  • Potrebbe esserci un distacco prematuro della placenta;
  • Potrebbe esserci un gonfiore che coinvolge le mani, le dita, il collo, i piedi, se si tratta di una forma marcata (di una certa gravità) e magari non è stata trattata, la paziente potrebbe andare incontro a crisi convulsive e a eventuali danni all’organo;

Quante sono in termini percentuali le donne che tendono a sviluppare una problematica del genere? La percentuale in tal senso potrebbe variare da un tre per cento a un sette per cento, in tal senso si assiste ad un aumento nei valori della pressione del sangue, accompagnato in tal senso dalla presenza di proteine nelle urine (condizione in tal senso definita proteinuria).

La donna potrebbe sviluppare oltre alla preeclampsia anche la sindrome di Hellp, si tratta di:

  • Emolisi per meglio dire corrispondente a rottura dei globuli rossi;
  • Si presentano livelli elevati di enzimi di natura epatica, ad indicare un danno nella zona del fegato;
  • Si presenta una bassa conta a livello di piastrine, in conseguenza della quale tende a ridursi la capacità di coagulazione del sangue e tende ad aumentare il rischio che possa prodursi un sanguinamento durante dopo la fase di travaglio;

Cause

Quali possono essere le cause legate alla preeclampsia? Ad oggi la medicina moderna non è ancora riuscita a stabilire delle cause specifiche, tuttavia è bene dire che la patologia maggiormente comune da questo punto di vista risulta essere:

  • Si tratta di donne che hanno un’ipertensione di natura arteriosa o un disturbo di natura vascolare;
  • Si tratta di donne che soffrono di diabete;
  • Si tratta di donne che hanno un’età compresa tra i 17 e i 35 anni;
  • Si tratta di pazienti che hanno una certa familiarità ( parliamo di parenti) che hanno già evidenziato a loro tempo la preeclampsia durante una gravidanza precedente;
  • Si tratta di persone che hanno due o un numero maggiore di feti ( si parla in tal senso di parto plurimo);
  • Si parla di donne che hanno uno stato di obesità;
  • Si tratta di donne in tal senso che possono avere un disturbo legato alla coagulazione.

Sintomi

Per prima cosa è bene dire che la preeclampsia potrebbe essere del tutto asintomatica, in altri casi i sintomi che la donna potrebbe avere sono:

  • Ritenzione idrica ( definito anche edema);
  • In maniera particolare questa problematica potrebbe presentarsi nelle mani, nelle dita, nel collo, nel viso, nella zona degli occhi, nella zona dei piedi;

Se si tratta di una forma grave, potrebbero essere danneggiati organi quali il cervello, i reni, i polmoni, il cuore, il fegato. I sintomi di una forma grave di eclampsia includono:

  • Tra i sintomi che potremmo avere abbiamo cefalee piuttosto gravi;
  • Potremmo avere una visione distorta;
  • Potremmo avere uno stato confusionale;
  • Potremmo avere riflessi iperattivi;
  • Potremmo avere un dolore localizzato nella parte superiore della zona addominale, appena sopra il fegato;
  • Potremmo avere la nausea;
  • Potremmo avere il vomito;
  • Potremmo avere delle difficoltà a livello respiratorio;
  • Potremmo avere una minzione ridotta;
  • Potremmo avere una pressione arteriosa piuttosto marcata;
  • Potremmo avere una forma di ictus.

Diagnosi

Qual’è il corretto iter diagnostico? La risposta corretta è che la diagnosi di preclampsia si basa da questo punto di vista su una serie di situazioni, vediamo quali sono:

  • Tra i sintomi tipici in tal senso abbiamo la cefalea;
  • Il paziente potrebbe sviluppare una forma di gonfiore intorno alla zona degli occhi;
  • Il paziente potrebbe avere un aumento relativo alla pressione sanguigna che tende a manifestarsi durante il periodo della gravidanza;
  • Il paziente potrebbe avere proteine nelle urine;

Come si muovono i medici? La risposta corretta è che eseguono esami del sangue e delle urine che in tal senso forniranno una conferma della diagnosi.

Approcci terapeutici

Quali sono invece gli approcci terapeutici in tal senso? Da questo punto di vista si procederà al ricovero e in alcuni casi si somministreranno dei farmaci adatti a trattare la problematica dell’ipertensione. Si procederà con il parto a seconda del livello di gravità della preeclampsia e del benessere relativo al feto. In alcuni casi potrebbe essere utile somministrare del solfato di magnesio che consenta di prevenire o interrompere le convulsioni.

Considerazioni finali

Quando parliamo di sanguinamenti vaginali è bene sapere che potrebbe essere legato a differenti condizioni di natura medica, motivo per il quale si dovrà mettere a punto un trattamento specifico. Per poter agire in tale direzione è importante sia individuata la causa che è all’origine del sanguinamento vaginale.

Se si tratta di processi infettivi di natura batterica, il medico prescriverà degli antibiotici. Se si tratta invece di processi infettivi di natura fungina, verrà prescritto l’utilizzo di antimicotici.

Rottura utero