esofagite eosinofila : sintomi e cura

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Avete mai sentito parlare di esofagite eosinofila? di cosa si tratta e in quale organo si sviluppa compromettendone il corretto funzionamento? Quali sono gli approcci terapeutici che si possono mettere in atto, una volta che lo specialista ha diagnosticato la patologia? Ci sono dei consigli alimentari che possiamo seguire? Serve variare il regime alimentare abituale per poter stare meglio e ridurre il fastidio dei sintomi?

Non parliamo di una malattia non conosciuta, anzi al contrario viene sempre maggiormente diagnosticata, si può manifestare in qualsiasi fase della nostra vita, in un periodo compreso che va dall’infanzia fino all’età adulta. Può anche svilupparsi in persone più anziane ma questo avviene in maniera più rara. Si sviluppa in maniera più frequente negli uomini o nelle donne? Il suo tasso di sviluppo è molto maggiore nel sesso maschile.

Conosciamo le cause e il modo in cui si manifesta? Quello che sappiamo è che si scatena una risposta immunitaria che causa a sua volta un’infiammazione di natura allergica. Il decorso della malattia è altalentante, in pratica ci sono periodi nei quali i sintomi sono piuttosto acuti, mentre altri in cui la malattia improvvisamente si calma, addirittura i sintomi tendono a scomparire, questa fase viene anche definita remissione clinica.

Dovendo invece parlare di cause, si parla di una risposta di tipo immunitario agli antigeni di natura alimentare. Chiariamo meglio cosa significa antigene. Si tratta di una molecola che viene identificata dal sistema immunitario come corpo estraneo e con un certo grado di pericolosità. Persone che magari senza saperlo hanno una particolare predisposizione genetica, possono sviluppare una reazione di carattere immunitario nel momento in cui introducono nel proprio organismo alimenti antigeni.

In determinati casi, la causa scatenante di questa patologia, è legata a un’allergia di natura alimentare o respiratoria che si può manifestare nella persona che soffre di questa malattia. Non è purtroppo sempre possibile arrivare a capire quale sia la causa scatenante, nonostante si sottoponga il paziente a test allergologici o magari si studino dei regimi alimentari mirati.

Per questo motivo si ipotizza che nel suo sviluppo, siano coinvolti fattori legati a processi autoimmunitari che si originano magari in altri punti dell’apparato gastrointestinale.

Sintomi dell’esofagite

Ci sono dei sintomi specifici che manifesta il paziente in base ai quali il medico puoò eventualmente basarsi per effettuare una diagnosi corretta di esofagite eosinofila? Negli ultimi anni, si è visto che i sintomi che il paziente manifesta sono spesso riconducibili a malattie tipiche come quella da reflusso gastroesofageo. Quelli più classici sono:

  1. Nel momento in cui il paziente introduce alimenti dentro al corpo, avverte una sensazione piuttosto fastidiosa di difficoltà a far passare il cibo dall’esofago. La sensazione piuttosto fastidiosa è quella di avere del cibo che rimane bloccato.
  2. Il soggetto avverte un dolore alla bocca dello stomaco
  3. Si può anche sviluppare una sorta di rifiuto al cibo che sfocia in una forma di anoressia

Facciamo un esempio di ostruzione avvertita da un bambino. Mangia magari un pezzo di carne, una bistecca, avverte quella fastidiosa sensazione di un boccone di cibo che rimane fermo, non riesce ad andare giù e non ritorna neanche su. Per questo motivo deve recarsi al pronto soccorso, dove magari nelle situazioni più serie è necessario intervenire tramite un intervento endoscopico per riuscire a estrarre il boccone. Si parla di episodi che si ripetono con una certa frequenza o solo legato a particolari periodi dell’anno? 

In realtà questi episodi acuti hanno una frequenza ciclica e stagionale, e possono accadere nel periodo primaverile. 

Come effettuare la diagnosi

La diagnosi deve essere accurata e precisa, per questo motivo è bene raccogliere una buona quantità di informazioni, ponendo molte domande alla persona che soffre di queste manifestazioni. Serve quindi ricostruire in maniera attenta, la storia clinica e i problemi di salute lamentati dal paziente. Solo successivamente, si potrà procedere a una visita accurata. 

Chiaramente per effettuare una diagnosi corretta, non bastano certo questi due approcci che abbiamo citato, per avere una conferma della patologia, serve procedere con una endoscopia effettuando varie biopsie dell’esofago. Questo è l’unico modo per poter avere la certezza di trovarsi di fronte a un caso di esofagite

Per questo motivo, dopo aver ripercorso la storia clinica dei pazienti e dopo aver fatto una visita molto approfondita, tutte le persone che lamentano sintomatologie del genere, vengono sottoposte a questo esame diagnostico, solo in questo modo si possono avere eventuali conferme legate alla presenza della patologia.

Putroppo la fase di approfondimento non si ferma con questo esame, se si sospetta ci sia la presenza di eventuali alterazioni in corso della mucosa dell’esofago, serve fare un altro esame che si chiama esofagastroduodenoscopia. Per poterlo effettuare serve mettere in paziente in una condizione di sedazione profonda.

Per effettuare l’esame, si utilizza un endoscopio, parliamo di tubo che ha la caratteristica di essere flessibile, sottile, alle cui estremità sono presenti delle telecamerine con una luce che consentono al medico di vedere bene tutta la parete dell’esofago sullo schermo di un computer. Prelevando anche alcuni frammenti dell’esofago, si invieranno poi in un laboratorio per essere esaminati tramite un microscopio.

Una volta effettuate tutte le analisi necessarie, e confermata la diagnosi, si faranno dei test di natura allergologica per cercare di individuare le cause della malattia. 

Significato di sedazione profonda

A differenza dell’anestesia generale, uno stato nel quale i pazienti perdono completamente la coscienza, in questo stato non riuscirà a sentire, percepire, e soprattutto non ricorderà nulla. Nella sedazione profonda, non c’è una perdita di coscienza completa, il paziente risponde agli stimoli. 

Quali sono le terapie da effettuare per curare la patologia?

Quali sono gli approcci terapeutici che consentono di curare in maniera efficace un caso di esofagite eosinofila? La prima cosa che va detta è che non esiste una terapia standard per poter curare con successo questa patologia, serve invece un approccio personalizzato che può variare da paziente a paziente. 

La terapia che bisogna applicare non è certamente delle più semplici, possiamo dire che si basa su due fasi specifiche e distinte:

  1. Nella prima parte si deve affrontare la fase iniziale di questa patologia
  2. Nella seconda fase, si deve intervenire in termini di cure, per evitare che si ripresentino episodi di natura acuta di questa sindrome

Quali approcci abbiamo a disposizione per curare in maniera efficace patologie con sintomi così simili ad altre malattie? Gli unici due approcci proposti, sono quello farmacologico e quello alimentare. Per quanto riguarda i farmaci, parliamo di corticosteroidi e farmaci di natura biologica. 

Per quanto riguarda la dieta, può essere uno strumento molto efficace, soprattutto se ci troviamo in presenza di persone che hanno una sensibilità a alimenti come latte, uova o grano, la prima cosa è eliminarli dal proprio regime alimentare. La dietà più efficace si basa sull’eliminazione di sei alimenti specifici dall’alimentazione del paziente:

  1. Latte
  2. Uova
  3. Grano
  4. Pesce
  5. Soia
  6. Frutta a gusci

Viste le difficoltà diagnostiche legate alla patologia e come si manifesta, è necessario un approccio in cui ci sia uno spirito collaborativo tra vari specialisti tra cui gastroenterologi, allergologi, psicologi.