Osteoma osteoide

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Quando sentiamo parlare di una patologia tumorale come l’osteoma osteoide a cosa ci stiamo esattamente riferendo? Questo specifico tumore ha un decorso di natura benigna e quindi utilizzando il giusto approccio, è possibile riuscire a eradicarlo oppure al contrario ha un decorso di natura maligna e richiede quindi un approccio di natura differente? Sono state elaborate delle linee guida che consentono di ridurre i potenziali rischi che una persona corre, adottando dei comportamenti attenti e consapevoli? Qual’è la metodologia più utilizzata per curare una neoplasia tumorale del genere? Si tratta di un tumore che colpisce in prevalenza uomini o colpisce maggiormente donne? C’è un’età, un periodo particolare nella vita di una persona nel quale ci sono maggiori probabilità che questa forma tumorale tenda a svilupparsi?

Per prima cosa è bene dire che questa patologia tumorale, fortunatamente ha un decorso e uno sviluppo di natura benigna. Si tratta di un tumore che presenta una struttura specifica nella quale è presente un nucleo centrale chiamato anche nidus. Attorno a questo nucleo è presente una parte che lo circonda di tessuto di natura ossea.

Ci sono delle zone specifiche nelle quali questo tumore tende a svilupparsi? Si, andiamole a vedere insieme:

  1. Si tratta di una patologia tumorale che ha uno sviluppo nella zona dell’omero
  2. Si tratta di una patologia tumorale che si può sviluppare nella zona della tibia
  3. In alcuni casi più rari, il tumore si può manifestare nella zona vertebrale

Sintomatologia

Esiste una precisa sintomatologia in base alla quale è possibile riconoscere con un certo grado di precisione questo tumore? Si, in linea generale le persone che ne sono affette, avvertono in maniera repentina e improvvisa, un dolore piuttosto acuto e pronunciato che si percepisce in un punto specifico.

Se ci si reca da un medico specialista, per determinare quali siano le cause specifiche di una problematica del genere, la prima cosa che si nota in fase di visita, è che la sindrome dolorosa pronunciata e molto intensa, non è assolutamente il risultato di un ipotetico trauma o lesione nella zona interessata dal dolore percepito.

Un fattore invece interessante che va messo in evidenza è come muti l’intensità del dolore percepito. Durante l’arco della giornata il soggetto che ne soffre avverte un dolore pronunciato. Tuttavia l’intensità di questa sindrome dolorosa, tende a crescere durante l’arco della notte.

Esistono dei rimedi, dei farmaci che un soggetto può assumere e che sono effettivamente in grado di ridurre i fastidi di una sindrome dolorosa così acuta? Si, se si avverte questo dolore acuto che durante le fasi notturne tende ad aumentare, l’unico modo per attenuarne l’intensità e il fastidio che ne può derivare, è quello di assumare un’aspirina.

Al contrario la sintomatologia lamentata dal paziente, tende decisamente a peggiorare se di assumono sostanze di natura alcolica. Queste sono le sintomatologie specifiche di questo tumore di natura benigna. Se la patologia è localizzata nella ossa lunghe, un medico che effettuerà una visita, sarà in grado tramite la palpazione di avvertire una zona nella quale è presente un inspessimento duro o una tumefazione. In questo caso si tratterà del nucleo centrale della patologia tumorale, chiamata anche nidus come detto in precedenza.

Radiografia e carattestiche del tumore

Se si effettua una radiografia per riuscire ad analizzare in maniera attenta la struttura del tumore, si potrà subito intravedere il nucleo centrale della neoplasia tumorale. Si tratta di un’area che ha una forma rotondeggiante o ovale di piccole dimensioni. Attorno a questa zona è presente una porzione di tessuto osseo piuttosto densa e spessa. Quali sono gli esami di natura diagnostica che vengono prescritti al paziente? Vediamoli nel dettaglio:

  1. Tomografia a risonanza magnetica
  2. Tomografia assiale computerizzata
  3. Un altro esame che può essere prescritto è la scintigrafia ossea

Evoluzione della forma tumorale

A differenza di altre patologie di natura tumorale che se non curate tendono a peggiorare e spesso a evolvere in forme magari maligne con relativa proliferazione in tessuti circostanti o invasione dei linfonodi, questo tumore ha un decorso completamente differente. Se la forma tumorale non viene trattata ma si parla in ogni caso di tempistiche molto lunghe, si può avere una remissione spontanea del tumore che può passare da una fase 2 nella quale il tumore ha un certo grado di attività a una fase 1.

Tende quindi a diventare latente. Se l’iter del tumore segue questo preciso schema accade che la struttura centrale del nucleo, tende con il tempo a subire dei cambiamenti nella sua struttura. Quello che si può notare è un progressivo livello di osteogenesi del nidus.

Intervento chirurgico

Una delle opzioni che si hanno a disposizione nella cura di questa tumorale, consiste nell’intervento chirurgico. Tuttavia per poter procedere in tal senso e riuscire ad avere un approccio di natura chirurgica mirato e funzionale, sarà necessario in una fase iniziale analizzare attentamente la struttura del tumore, cercando di identificare in maniera piuttosto precisa dove si trova il nidus.

L’intervento consiste nella completa rimozione del nucleo centrale del tumore. Se l’eradicazione del tumore avviene in maniera adeguata e non rimangono più tracce di questo dopo essere intervenuti in maniera chirurgica, le probabilità che si possa formare nuovamente sono all’incirca del cinque per cento.

Al contrario se durante l’intervento chirurgico l’asportazione della neoplasia non riesce come dovrebbe, allora il rischio che ci possa essere una recidiva nella patologia tumorale arriva circa al trenta per cento.

Asportazione dell’osso o rimozione del nidus

Perchè l’intervento abbia un buon livello di efficacia e successo è molto importante che prima dell’intervento di riesca a individuare con una certa precisione il nidus, in maniera tale che una volta che si procederà a intervenire, si ridurranno al minimo i rischi che si possa ripresentare il tumore (recidiva).

Nel caso in cui il chirurgo in fase di intervento non abbia la certezza di aver asportato correttamente il nucleo della massa tumorale, tenderà sicuramente ad asportare tutta la porzione di osso che è attorno al tumore. Nel caso in cui invece sappia indibiduare con certezza il nucleo, non sarà necessario intervenire in tal senso e ci si limiterà solo all’asportazione del nidus.

Tecnica della radiofrequenza

Fino a questo momento abbiamo parlato del ricorso all’intervento chirurgico, tuttavia si può anche pensare di utilizzare una tecnica meno invasiva come l’eradicazione dell’osteoma osteoide con la radiofrequenza. In pratica all’interno del nucleo centrale del tumore, con un apparecchio a in grado di generare un livello di calore notevole, si fa in modo tale che il nucleo vada in necrosi.