Sintomi infarto intestinale

470

Quali sono i sintomi dell’infarto intestinale? Per prima cosa è bene dire che la sintomatologia che il soggetto potrebbe lamentare è strettamente collegata all’area nella quale si evidenzia il problema. In ogni caso se dobbiamo per prima cosa parlare della forma maggiormente diffusa e comune in tal senso è bene citare la colite ischemica. In tal senso il soggetto potrebbe avere:

  • Il paziente affetto da colite ischemica potrebbe avere una lieve sindrome dolorosa a livello addominale localizzata nella parte sinistra
  • Il paziente potrebbe avere stimoli legati alla defecazione piuttosto pronunciati
  • Il paziente potrebbe avere delle perdite di natura emorragica nella zona

Se invece il paziente dovesse avere una forma differente che si chiama ischemia mesenterica, a livello di sintomatologia potrebbe avere:

  • Il paziente potrebbe avere un dolore nella zona dell’addome che si manifesta in maniera del tutto improvvisa
  • Il paziente potrebbe avere stimoli piuttosto marcati per quanto concerne la necessità di espellere materiale fecale
  • Il paziente potrebbe avere delle perdite emorragiche a livello di feci
  • Il paziente potrebbe avere un gonfiore localizzato nella zona addominale
  • Il paziente potrebbe avere la nausea
  • Il paziente potrebbe avere il vomito
  • Il paziente potrebbe diventare piretico

Parliamo di questa patologia

Siamo chiaramente abituati ad associare l’infarto a zone come il muscolo cardiaco, in realtà è una condizione che può interessare vari organi presenti nel corpo. Se parliamo per esempio di quello relativo all’intestino, ci stiamo essenzialmente riferendo a una condizione nella quale tende a diminuire o a non esserci del tutto un normale flusso di sangue che irrora e nutre la zona intestinale.

Si tratta di una condizione patologica che può interessare a manifestarsi in zone specifiche del corpo oppure è una condizione univoca che interessa uno specifico segmento dell’intestino? In realtà la risposta più corretta è la prima, la condizione di infarto può interessare zone come la parte dell’intestino tenue o la parte dell’intestino crasso.

Da questo punto di vista potremmo andare incontro quindi a forme differenti, vediamo quali sono:

  • Se parliamo di una zona dell’intestino come quella tenue, dobbiamo parlare di una forma chiamata ischemia mesenterica acuta
  • Se si parla di una zona quella dell’intestino crasso verrà definita colite ischemica
  • Se la patologia è legata alla creazione di un trombo che interessa la zona delle vene mesenteriche viene definita trombosi venosa mesenterica
  • Se una formazione tende a creare un’ostruzione nella zona dell’arteria si parla di ischemia mesenterica cronica

Parliamo di cause

Quali sono le cause che possiamo ritrovare per le varie forme di infarto nella zona intestinale? Vediamole insieme:

  • Se si parla di ischemia mesenterica potrebbe trattarsi di un’ostruzione formata da colesterolo e sostanze grasse che va in circolo e magari crea un’ostruzione nelle arterie legate alla zona dell’intestino
  • Potrebbe trattarsi della conseguenza legata alla formazione di un coagulo nell’area arteriosa mesenterica
  • Potrebbe trattarsi di una problematica legata al muscolo cardiaco che tende a creare non tanto un processo di natura ostruttiva ma un ridotto apporto di flusso sanguigno negli organi interessati ( per esempio l’intestino)
  • Potrebbe essere la conseguenza di una problematica legata a una quantità di sostanze stupefacenti come la cocaina

Parlando invece di una patologia come la trombosi venosa mesenterica, tra le possibili cause abbiamo:

  • Problemi di coagulazione eccessiva
  • Potrebbe essere collegata a una forma di pancreatite
  • Potrebbe essere la conseguenza di una colite ulcerosa
  • Potrebbe essere la conseguenza di un intervento chirurgico eseguito sul paziente in precedenza nella zona addominale
  • Potrebbe essere la conseguenza di una patologia tumorale che ha innescato una pressione nell’area delle vene

Se parliamo invece di una forma che viene definita colite ischemica, putroppo non è detto si possano rilevare le cause specifiche che l’hanno provocata, da questo punto di vista potrebbe essere collegata a:

  1. Potrebbe essere la conseguenza di una fibrillazione di natura atriale
  2. Potrebbe essere la conseguenza di un infarto del miocardio
  3. Potrebbe essere collegata a una forma di aterosclerosi
  4. Potrebbe essere collegata a problematiche inerenti le valvole cardiache
  5. Potrebbe essere collegata a ipotensione

Parliamo di variabili di rischio

Quali sono invece le variabili in termini di rischio che possono innescare in un soggetto una patologia come un infarto nella zona intestinale? Vediamoli insieme:

  • I fattori di rischio possono essere legati all’età del soggetto
  • Tra i fattori di rischio possiamo annoverare patologie di natura cardiaca quali l’infarto del miocardio
  • Tra i fattori di rischio possiamo annoverare l’utilizzo di farmaci anticoncezionali o per curare emicranie
  • Tra i fattori di rischio possiamo annoverare problematiche come i disturbi relativi alla coagulazione

Diagnosi e percentuali di sopravvivenza

Parlando di quelle che possono essere le percentuali legate al tasso di sopravvivenza che il soggetto ha, dipendono molto dalla tipologia specifica di infarto legato alla zona dell’intestino. Se si parla di intestino tenue in termini percentuali, il tasso di sopravvivenza è stimato all’incirca al dieci per cento.

Se si parla di colite ischemica le percentuali di sopravvivenza del soggetto tendono ad elevarsi, in ogni caso è necessario che il soggetto venga ricoverato in una struttura ospedaliera il prima possibile. La possibilità di recuperare il paziente nel migliore dei modi garantendo un livello di sopravvivenza elevato è di fatto collegato alla capacità di essere il più tempestivi possibili nella diagnosi di questa problematica.

Quali sono le possibili conseguenze di un  flusso di sangue non sufficiente verso la zona dell’intestino? La risposta corretta è che molto dipende da quanto tempo il flusso sanguigno non irrora nella maniera adeguata la zona interessata. Se l’interruzione del corretto flusso sanguigno corrisponde a una tempistica pari a 10/12 ore, molto probabilmente una porzione dell’intestino è destinata ad andare in necrosi.

Tra le altre possibili conseguenze abbiamo:

  • Presenza di batteri nell’area intestinale oggetto della necrosi
  • Il paziente potrebbe andare in stato di shock
  • Il paziente potrebbe rischiare di morire

Tra le altre possibili complicazioni abbiamo:

  1. La parete dell’intestino potrebbe perforarsi
  2. Potrebbe manifestarsi una peritonite

Parlando invece delle possibili complicazioni che si potrebbero innescare in presenza della colite ischemica abbiamo:

  • Formazione di tessuto di natura cicatriziale che interessa la zona del colon. Questa condizione potrebbe portare il soggetto a essere in seguito sottoposto a un intervento chirurgico
  • Il paziente potrebbe andare incontro a una colite di natura cronica che potrebbe innescare sintomatologie quali:
  1. Il soggetto potrebbe soffrire di diarrea con perdite emorragiche
  2. Il soggetto potrebbe essere soggetto a processi di natura infettiva
  3. Il soggetto potrebbe andare incontro a una sindrome dolorosa a livello addominale
  4. In tal senso si dovrà intervenire con un approccio di natura chirurgica relativo al tratto dell’intestino coinvolto

Processo diagnostico

Il processo diagnostico è di elevata complessità perchè una sindrome dolorosa che interessa la zona dell’addome può essere legato a cause di natura tra di loro molto differente. Per questo motivo è molto importante che il medico in fase di diagnosi sia molto attento, perchè nella fase iniziale di questa patologia il dolore addominale che il paziente lamenta non è particolarmente pronunciato.

Solo al progredire alla patologia e dei segmenti dell’intestino interessati alla patologia, il dolore diventerà una condizione maggiormente pronunciata. Da questo punto di vista non esiste un iter in termini di esami specifico alla rilevazione della condizione del paziente, motivo per cui il medico potrebbe valutare di sottoporre il paziente a esami quali:

  • Sottoporre il paziente a un emocromo approfondito
  • Parametri legati ai livelli di acido legati al metabolismo quali l’amilasi

Altri esami che potrebbero rivelarsi utili sono:

  • Si potrà sottoporre il paziente a un’ecografia
  • Si potrà sottoporre il paziente a un’ecografia computerizzata
  • Si potrà sottoporre il paziente a una colonscopia
  • Si potrebbe sottoporre il paziente a un’angiografia
  • Si potrebbe ricorrere a una tecnica basata sulla chirurgia esplorativa per verificare se ci sono porzioni o tratti intestinali che hanno subito dei danni

Approcci terapeutici

Quali sono le cure e gli approcci che si possono mettere in campo per questa problematica? Se il paziente lamenta un dolore poco pronunciato la procedura corretta sarà quella di sottoporlo a un’angiografia con catetere che viene inserito nella zona dell’arteria della zona dell’inguine con una soluzione di contrasto per rilevare l’eventuale presenza di ostruzioni. Se si riesce e rilevare l’ostruzione, al paziente potranno essere prescritti dei farmaci anticoagulanti e trombolitici.

Se invece il paziente dovesse lamentare un dolore acuto a livello addominale, si dovrà procedere a sottoporre il paziente a un intervento chirurgico tramite la rimozione dell’ostruzione o un baypass. Il colon a differenza dell’intestino ha un sistema di vasi sanguigni piuttosto ricco, al punto tale che nel caso di ostruzione di una parte, l’altra crea un meccanismo di compensazione adeguato.

Se parliamo di colite ischemica il paziente potrà essere curato con:

  • Liquidi per endovena
  • Antibiotici se si tratta di  un processo di natura infettiva
  • Il paziente potrebbe essere sottoposto a digiuno se la patologia è in una forma acuta

Nel corso di questo approfondimento abbiamo visto quali sono i sintomi dell’infarto intestinale, valgono alcuni consigli di base quali:

  • Evitare di fumare
  • Fare sport
  • Avere un regime alimentare equilibrato basato sul maggior consumo di frutta e verdura

Calprotectina nelle feci