Sintomi rettocele

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Quali sono i sintomi specifici del rettocele? Per prima cosa è bene dire che la sintomatologia che il soggetto percepirà per prima cosa dipendono dalla tipologia specifica di problematica, infatti potrebbe essere di tipo anteriore o di tipo posteriore. Un altro fattore molto importante è collegato a quanto sia marcato il prolasso. Se si tratta di una forma definita di primo grado, potrebbe non produrre nel paziente alcun tipo di sintomo, parliamo quindi di una forma del tutto asintomatica. Come avviene la diagnosi? Potrebbe avvenire nel corso di una visita di natura ginecologica o proctologica. Se si tratta invece di una forma di secondo grado o terzo grado, la sintomatologia maggiormente frequente potrebbe essere:

  • Il paziente potrebbe percepire una difficoltà che si manifesta in fase di espulsione del materiale fecale;
  • Il paziente potrebbe percepire una difficoltà che si manifesta in fase di svuotamento del retto. Nello specifico si potrebbe percepire una sensazione di mancato svuotamento.

Se parliamo invece di una forma chiamata anteriore che che riguarda maggiormente la donna, i sintomi ai quali la paziente potrebbe andare incontro prevedono:

  • Per prima cosa potrebbe avere una sindrome dolorosa che si manifesta nel caso in cui ha dei rapporti sessuali;
  • Potrebbe avere delle perdite di natura emorragica che si manifestano quando riguardano la zona della vagina;
  • Potrebbe percepire una sensazione di avere una sorta di massa presente nella zona interna della vagina. Se la massa è effettivamente presente, potrebbe comparire attraverso l’orifizio di natura vaginale.

 Definiamo la problematica

Quando parliamo della problematica in oggetto è bene sapere che a tutti gli effetti si tratta di una sorta di scivolamento che potrebbe essere di due tipologie differenti, vediamo quali:

  • Si parla di uno scivolamento che può essere parziale;
  • Si parla di uno scivolamento che può essere totale.

Lo scivolamento quale organo colpisce? Si tratta di intestino retto, nello specifico si tratta appunto di uno scivolamento che coinvolge la sede anatomica. Si tratta di una problematica che può riguardare maggiormente gli uomini o le donne? In realtà in tal senso è bene fare una specifica importante. Se si tratta della forma anteriore, allora sono maggiormente coinvolte le donne. Parlando invece dell’uomo è bene dire che la forma che lo può colpire è quella posteriore.

In tal senso si assiste a un prolasso che riguarda la parete posteriore della zona rettale. Tuttavia in tal senso è bene parlare di:

  • Se si tratta di una forma di primo grado lo scivolamento sarà minore di 2 centimetri;
  • Se si tratta di una forma di secondo grado lo scivolamento sarà compreso tra i 2 centimetri e i 4 centimetri;
  • Se si tratta di una forma di terzo grado lo scivolamento sarà superiore ai 4 centimetri.

Si tratta di una problematica isolata o potrebbe manifestarsi in contemporanea con altre problematiche? La risposta corretta è che potrebbe manifestarsi insieme al prolasso di altri organi quali:

  • Potrebbe manifestarsi con il prolasso della vescica chiamato anche cistocele;
  • Potrebbe manifestarsi con il prolasso dell’utero chiamato anche isterocele;
  • Potrebbe manifestarsi con il prolasso dell’intestino tenue chiamato anche enterocele.

Parliamo di cause

Quali possono essere invece le cause? In tal senso potrebbe essere legata a:

  • Potrebbe essere causato da una forma di assottigliamento di un’area per quanto riguarda la donne chiamata setto rettovaginale;
  • Potrebbe essere causato da una forma di indebolimento di quelli che vengono definiti i muscoli del pavimento pelvico.

Per quale motivo un paziente potrebbe andare incontro a delle condizioni del genere? Potrebbe essere la conseguenza di:

  • Potrebbe essere collegato ad un processo di invecchiamento;
  • Potrebbe essere la conseguenza di una predisposizione di natura genetica;
  • Potrebbe essere collegato ad altri fattori che andiamo ad approfondire;
  • Potrebbe essere collegato nel caso di una donna che ha avuto un parto naturale a un travaglio molto lungo e a dimensioni ragguardevoli del feto;
  • Potrebbe essere collegato all’utilizzo di strumenti quali il forcipe e la ventosa;
  • Potrebbe essere collegato a una lacerazione nella zona della vagina;
  • Potrebbe essere collegato a una procedura chiamata episiotomia. In cosa consiste? Si tratta di un’incisione di dimensioni molto piccole che viene praticata tra la zona della vagina e la zona anale;
  • Potrebbe essere collegata a fattori quali la presenza di una forma di stitichezza prolungata nel tempo che si è cronicizzata;
  • Potrebbe essere collegato a fattori quali il sollevare pesi;
  • Potrebbe essere collegato a un fattore quale la tosse che nel corso del tempo si è cronicizzata;
  • Potrebbe essere collegato a un fattore come l’obesità;
  • Potrebbe essere collegato a interventi di natura chirugica a livello ginecologico;
  • Potrebbe essere collegato in tal senso alla prostatectomia;
  • Potrebbe essere collegato a una problematica come la menopausa.

Parliamo di approcci di natura terapeutica

Quali sono in tal senso gli approcci di natura terapeutica che si possono mettere in campo? Per prima cosa è bene dire che la terapia che si potrà mettere in campo dipende dal tipo di sintomi lamentati dal paziente. Se si tratta di disturbi che sono lievi e non particolarmente marcati, si potrà intervenire con una serie di procedure quali:

  • Per prima cosa si dovrà intervenire con dei controlli di natura periodica;
  • Il paziente dovrà modificare il proprio regime alimentare in favore di dieta ricca sia di fibre che di liquidi;
  • Ci si potrà orientare su un rafforzamento della muscolatura pelvica attraverso gli esercizi di Kegel;
  • Si potrebbe utilizzare una terapia di natura fisica chiamata biofeedback. Questa consente un miglioramento in termini di coordinamento dei muscoli della zona perineale.

In alcune casistiche potrebbe risultare utile:

  • Verrò introdotta nella vagina un dispositivo dalla forma di anello chiamato pessario. Questo strumento è in grado di sostenere i tessuti.

Parliamo di chirurgia

Se si parla invece di chirurgia, potrà essere utilizzata nel caso in cui la sintomatologia lamentata dalla paziente è molto pronunciata. L’intervento chirurgico potrebbe essere molto utile anche nel caso in cui i sintomi del rettocele oltre a essere marcati, comportano un prolasso molto marcato.

Per quanto concerne l’intervento di natura chirurgica, potrà essere fatto con modalità differenti. In tal senso potrebbe prevedere:

  • Il classico intervento chirurgico;
  • Un intervento fatto in modalità laparoscopica.

Approcci preventivi

Si può prevenire una problematica del genere? In realtà no, tuttavia questo non eslude di possano eseguire una serie di pratiche utili per evitare peggiori quali:

  • Praticare con una certa costanza gli esercizi di Kegel, si tratta di una ginnastica che allena la muscolatura del pavimento pelvico;
  • Cercare di avere una dieta adeguata per prevenire problemi come la stitichezza;
  • Cercare di non sollevare oggetti pesanti;
  • Cercare di mantenere un peso adeguato.

Tumore al retto