Steatorrea sintomi

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Quali sono i sintomi della Steatorrea? Il termine da un punto di vista medico indica la fase di eliminazione di un numero elevato di sostanze grasse che come tali non vengono digerite e l’eliminazione avviene quindi attraverso il materiale fecale. Le feci a loro volta tendono a modificare il proprio aspetto, motivo per il quale diventeranno untuose e di un colore chiaro. Per quanto riguarda l’odore si caratterizzerà per essere forte e pungente. Quali sono le cause per le quali un soggetto va incontro ad una condizione del genere? Nella maggior parte dei casi si tratta di una problematica di malassorbimento, da questo punto di vista è bene dire che si tratta di una caratteristica che come tali fa capo a diverse sindromi legate al malassorbimento. Tuttavia è bene dire che le condizioni che sono legate a questo disturbo sono diverse, vediamo quali:

  • Potrebbe trattarsi di calcoli alla cistifellea;
  • Potrebbe trattarsi di fibrosi cistica;
  • Potrebbe trattarsi di cirrosi;
  • Potrebbe trattarsi di pancreatite.

Oltre ai sintomi appena descritti, questa condizione potrebbe essere associata ad altre problematiche? La risposta è si, vediamo quali:

  • Tra i sintomi che potrebbe avere il paziente abbiamo il gonfiore addominale;
  • Tra i sintomi che il paziente potrebbe avere abbiamo il dolore localizzato alla zona dell’addome;
  • Tra i sintomi che il paziente potrebbe avere abbiamo la diarrea;
  • Tra i sintomi che il paziente potrebbe avere abbiamo i crampi;
  • Tra i sintomi che il paziente potrebbe avere abbiamo la nausea;
  • Tra i sintomi che il paziente potrebbe avere abbiamo il vomito.

Tuttavia è bene dire che il mutamento nelle feci potrebbe anche essere legato a modificazioni che sono in tal senso occasionali, collegate magari al tipo di alimenti che la persona ogni giorno introduce . Se si tratta di questa casistica l’eventuale anomalia tende a rientrare nell’arco di alcuni giorni.

Parliamo di malattie

Quali sono le patologie che potrebbero essere collegate a questa condizione? Vediamole insieme:

  • Potrebbe essere collegata a una patologia chiamata acromegalia;
  • Potrebbe essere collegata alla presenza di calcoli nella zona della cistifellea;
  • Potrebbe essere collegata alla celiachia;
  • Potrebbe essere collegata a una patologia chiamata Cirrosi biliare primitiva;
  • Potrebbe essere collegata a una patologia chiamata Cirrosi epatica;
  • Potrebbe essere collegata a una patologia chiamata Fibrosi cistica;
  • Potrebbe essere collegata a una patologia chiamata Morbo di Crohn;
  • Potrebbe essere collegata a una patologia chiamata Pancreatite.

  Cirrosi biliare primitiva

Quando parliamo di cirrosi biliare primitiva a cosa ci stiamo riferendo? Si tratta di una patologia del fegato che è caratterizzata da un processo infiammatorio cronico relativo ai dotti biliari. C’è una fascia di età nella quale si può manifestare maggiormente? La risposta è si, tende a colpire persone che hanno un’età compresa tra i 40 anni e i 60 anni. C’è una causa specifica legata a questa malattia? Si pensa che possa essere collegata a una reazione autoimmune, in pratica il sistema immunitario non riconosce le cellule dei dotti biliari come parte integrante dell’organismo del paziente.

Motivo per il quale tende ad attaccarle, motivo per il quale come diretta conseguenza abbiamo un processo infiammatorio cronico, in tal senso è anche bene ricordare che se non viene curata potrebbe portare a una distruzione legata ai dotti biliari. Ci sono delle cellule specifiche che in quanto tali possono essere responsabili di questa patologia? La risposta è si, si parla in tal senso di Linfociti T, una tipologia di globuli bianchi che generalmente svolge il compito specifico di difendere l’organismo dai processi infettivi.

Sintomi

Quali sono i sintomi che potrebbe avere il paziente? La risposta corretta è che in una fase iniziale, la malattia non causa in tal senso alcun tipo di disturbo e potrebbe accadere venga scoperta in maniera del tutto casuale durante dei controlli di routine eseguiti dal paziente per altre motivazioni.

Se si dovessero manifestare dei sintomi, questi comprenderebbero in tal senso:

  • Il paziente potrebbe percepire un fastidioso prurito;
  • Il paziente potrebbe avvertire un senso di stanchezza;
  • Il paziente potrebbe avere secchezza degli occhi e delle labbra;
  • Il paziente potrebbe avere dolore alle ossa e alle articolazioni;
  • Il paziente potrebbe percepire un senso di fastidio e una sindrome dolorosa che coinvolge la parte superiore lato destro dell’addome;
  • Potrebbe avere dei problemi nel riuscire a dormire nelle ore notturne;
  • Potrebbe avere delle vertigini nel momento in cui si alza in piedi ( si parla in tal senso di ipotensione ortostatica).

La sintomatologia in tal senso tende a variare, in funzione della progressione della malattia stessa con sintomi che potrebbero comprendere:

  • La pelle del paziente potrebbe assumere una colorazione giallastra (definita anche ittero);
  • Il paziente potrebbe avere un gonfiore che coinvolge gambe, caviglie e piedi;
  • Il paziente potrebbe avere un accumulo di liquido nella zona addominale (viene definita ascite);
  • Il paziente potrebbe avere dei depositi di grassi che tendono a depositarsi nella zona delle mani, dei piedi, dei gomiti e nella zona delle ginocchia ( vengono anche definiti xantomi);
  • Il paziente potrebbe emettere urine di colore scuro e materiale fecale invece di colore pallido;
  • Il paziente potrebbe avere una tendenza al sanguinamento;
  • Il paziente potrebbe avere problematiche di memoria e di concentrazione.

Diagnosi

Quale risulta essere il corretto iter diagnostico? Nel caso in cui il medico dovesse avere il sospetto che si possa trattare di una cirrosi biliare primitiva, al paziente potranno essere prescritti una serie di esami tra questi abbiamo:

  • Esami del sangue, le transaminasi, la gamma Gt, la fosfatasi alcalina, la bilirubina, le immunoglobuline, l’elettroforesi sieroproteica, il colesterolo;
  • Un altro esame che potrebbe venire prescritto al paziente è l’ecografia nella zona dell’addome superiore;
  • Un altro esame che potrebbe venire prescritto è la Tac nella zona dell’addome;
  • Un altro esame che potrebbe venire prescritto è la risonanza magnetica nella zona addominale. Può essere fatta con o senza utilizzare un mezzo di contrasto;

Approcci terapeutici

Quali possono essere gli approcci terapeutici in tal senso validi? Le terapie prevedono di rallentare il danno presente nella zona del fegato il più possibile. La terapia in tal senso prevede la somministrazione di acido ursodesossicolico che aiuta a ridurre il processo infiammatorio e la fibrosi.

Gli effetti collaterali dell’acido ursodesossicolico prevedono:

  • Il paziente potrebbe avere la diarrea;
  • Il paziente potrebbe avere la nausea;
  • Il paziente potrebbe avere il vomito;
  • Il paziente potrebbe avere un aumento di peso;
  • Il paziente potrebbe avere un diradamento a livello di capelli.

Considerazioni finali

Nel caso della steatorrea è bene specificare che non si tratta di una patologia ma di un sintomo che come tale riporta da altre problematiche di natura medica. Motivo per il quale per riuscire a mettere a punto un trattamento medico in tal senso, bisogna per prima cosa capire quale sia la causa e agire su quella.

Crampi addominali e diarrea