Calcoli renali cause

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Quali sono le cause legate ai calcoli renali? La risposta corretta è che in maniera frequente, non c’è una singola causa da questo punto di vista ben definita, potrebbero esserci in tal senso fattori diverso genere. Tra questi abbiamo:

  • Un fattore che in tal senso va considerato è la presenza di familiari che magari soffrono di una forma di calcolosi renale;
  • Persone che in passato hanno sofferto di calcoli renali, hanno un elevato rischio che questi nel corso del tempo possano riformarsi;
  • Un altro fattore che in tal senso non deve essere sottovalutato è la presenza di una condizione come la disidratazione. Persone ad esempio che tendono a vivere in condizioni climatiche calde, con abbondante sudorazione presentano un rischio maggiore in tal senso;
  • Non dimentichiamo anche il regime alimentare al quale una persona è abituata. Infatti un’alimentazione ricca di proteine, sodio, zuccheri e povera in tal senso di fibre, decisamente è un fattore di rischio aumentato che si possa sviluppare nel corso del tempo una calcolosi renale;
  • Persone che soffrono di una condizione di sovrappeso o obesità, hanno in tal senso un indice di massa corporea che risulta essere elevato, hanno sicuramente maggiori rischi che si possano manifestare i calcoli nella zona dei reni;
  • Un altro fattore di rischio che va considerato in tal senso è la presenza di patologie che interessano l’apparato digerente, eventuali interventi di natura chirurgica, patologie di natura infiammatoria che interessano un organo come l’intestino, una forma di diarrea che risulta essere cronica, possono portare ad un processo di alterazione nella capacità di assorbire il calcio e l’acqua;
  • Un altro fattore di rischio in tal senso che va considerato è legato a pazienti che assumono determinati farmaci. Quali sono questi farmaci? Vediamone alcuni:
  1. Uno dei farmaci che possiamo utilizzare in tal senso è l’aspirina;
  2. Altre tipologie di farmaci che aumentano questo rischio sono i diuretici;
  3. Alcune tipologie di antibiotici;
  4. Si parla in tal senso anche di alcuni retrovirali;
  5. Si parla in tal senso anche di alcuni antiepilettici.

Possiamo parlare in tal senso di altre tipologie di malattie che come tali, aumentano il rischio di possano sviluppare dei calcoli nella zona dei reni? La risposta è si, vediamo quali sono:

  • Si parla in tal senso di una condizione di iperattività che interessa le ghiandole paratiroidi;
  • Potrebbe essere legato ad una problematica come un inefficace riassorbimento relativo all’aminoacido cistina;
  • Potrebbe essere legato alla presenza di patologie renali che sono direttamente responsabili nell’accumulo di acidi nel sangue ( questa condizione viene anche definita con il termine di acidosi renale tubulare).

Differenti tipologie di calcoli

Un fattore molto importante che in tal senso va considerato è che possono esserci differenti tipologie di calcoli. Se si tratta ad esempio di calcoli di calcio potrebbero essere causati da:

  • Un livello eccessivo di un ormone definito paratiroideo;
  • Una patologia cronica multisistemica di natura infiammatoria come la sarcoidosi;
  • Un procedimento di filtraggio eccessivo del calcio relativo al rene.

I calcoli relativi all’acido urico sono determinati da:

  • Un regime alimentare troppo ricco di proteine;
  • Una patologia come la gotta;
  • La chemioterapia.

Calcoli renali

Il fatto che in un paziente possano esserci i calcoli renali, viene anche definita in linguaggio medico come una condizione che si chiama litiasi renale. Si tratta in sostanza di piccoli sassi che tendono a formarsi all’interno dei reni nel momento in cui le sostanze presenti nel flusso urinario assumono delle concentrazioni eccessivamente elevate.

Si tratta di una condizione comune o rara? La risposta corretta è che si tratta di una condizione piuttosto comune, da questo punto di vista è bene sapere che sono comuni tra sia nel caso di pazienti di sesso maschile che nel caso di pazienti di sesso femminile, con una frequenza maggiore tra persone che hanno un’età compresa tra i 30 anni e i 60 anni.

Possiamo dire che sono diversi in base alla forma, alle dimensioni, alla composizione e al colore. In ogni caso è anche bene dire che la composizione dei calcoli renali è varia, vediamo insieme quelli maggiormente comuni:

  • In una percentuale che arriva da questo punto di vista al 75 per cento, parliamo di calcoli formati dal calcio;
  • Potrebbero esserci calcoli definiti in tal senso di struvite, in tal senso si parla di calcoli che sono formati da cristalli di fosfato di ammonio e magnesio;
  • Potrebbero esserci in tal senso calcoli formati da acido urico, con particolare predisposizione per tutti quei pazienti che hanno urine molto acide;
  • Potrebbero essere calcoli di cistina, di un colore giallo, si tratta in maniera particolare di quelle persone che soffrono di cistinuria. Si tratta di una malattia di origine genetica che si caratterizza per la sostanziale incapacità del rene di riassorbire un amminoacido chiamato cistina.

Sintomatologia

Per quanto riguarda i sintomi, un fattore importante che va considerato è il fatto che se si tratta di calcoli piccoli, in maniera frequente possono attraversare l’uretere, la vescica e l’uretra con relativa loro espulsione all’esterno del flusso urinario senza che ci sia in tal senso alcuna sindrome dolorosa.

Questo non esclude che in presenza di un calcolo di natura renale, potrebbe esserci la comparsa di una sindrome dolorosa acuta e del tutto improvvisa definita anche come colica renale. Se il calcolo da questo punto di vista dovesse rimanere bloccato nella zona del rene, potrebbe causare sintomi quali:

  1. Una sindrome dolorosa costante e marcata che tende a manifestarsi nella parte bassa dell’addome e della schiena;
  2. Il paziente potrebbe avere la nausea;
  3. Il paziente potrebbe manifestare un senso di irrequietezza;
  4. Il paziente potrebbe avere la necessità di urinare in maniera frequente più di una condizione normale (viene anche definito in tal senso stranguria);
  5. Il paziente potrebbe avere una sindrome dolorosa che si manifesta mentre si urina (definita anche disuria);
  6. Potrebbe esserci anche la presenza di sangue nelle urine.

Nel caso in cui un calcolo renale dovesse creare un’ostruzione completa dell’uretere, potrebbe prodursi una condizione come l’infezione del rene omolaterale (definito anche come pielonefrite).

Quali sono invece i disturbi ai quali potrebbe andare incontro una persona che soffre di un processo infettivo nella zona dei reni? Vediamolo insieme:

  • Il paziente potrebbe avere la febbre alta ( si parla di 38 gradi e anche di più);
  • Il paziente potrebbe avere i brividi;
  • Il paziente potrebbe avere la stanchezza;
  • Il paziente potrebbe avere la debolezza;
  • Il paziente potrebbe avere la diarrea;
  • Il paziente potrebbe avere un’urina che risulta essere torbida in tal senso e maleodorante.

Approccio diagnostico

Qual’è il corretto iter diagnostico nel caso in cui si sospetti un calcolo ai reni? La risposta corretta è che si procederà con:

  • Esami di natura ematochimica;
  • Analisi delle urine che consente di individuare l’eventuale presenza di cristalli che sono responsabili della calcolosi;
  • Un’analisi del calcolo renale che consente di comprendere quali siano la cause per poi procedere con la cura maggiormente adatta;
  • Un’ecografia
  • Una tomografia computerizzata assiale;
  • Un’urografia endovenosa.

Approcci terapeutici

Quali possono essere in tal senso gli approcci di natura terapeutica che si possono mettere in campo? La risposta corretta è che se si tratta di calcoli che come tali hanno dimensioni troppi grandi per essere espulsi, si potranno utilizzare tecniche quali:

  • Litotripsia extracorporea ad onde d’urto che si avvale di onde sonore ad elevata frequenza definiti anche come ultrasuoni che colpendo il calcolo, lo frantumano in piccoli pezzetti in maniera tale possano essere espulsi con il flusso delle urine;
  • L’ureteroscopia invece è una tecnica nella quale il calcolo renale potrebbe rimanere intrappolato nell’uretere. In questo caso in anestesia generale si introduce un lungo e sottile strumento chiamato ureteroscopio che raggiungere l’uretere dove il calcolo risulta essere incastrato. Lo si potrà rimuovere utilizzando le pinze oppure avvalendosi dell’energia del laser che consente di frantumarlo;
  • Un’altra tecnica è la nefrolitotomia percutanea che permette di praticare un’incisione sulla schiena, tramite questa verrà introdotto uno strumento chiamato nefroscopio. Il calcolo verrà poi frantumato attraverso il laser in pezzetti che verranno poi rimossi con delle pinzette;
  • La chirurgia invece definita aperta, passa attraverso un taglio che viene praticato sulla schiena e in questo modo il calcolo verrà direttamente rimosso.

Approcci preventivi

Dopo aver visto in maniera approfondita quali siano le cause dei calcoli renali, parliamo ora degli approcci di natura preventiva che prevedono un consumo quotidiano adeguato di acqua, si parla in tal senso di due o tre litri. Sarà consigliabile in tal senso anche evitare cibi che contengono ossalato quali:

  • Il cioccolato;
  • Le mandorle;
  • Le arachidi;
  • Anacardi;
  • La barbietola;
  • I porri;
  • Il prezzemolo;
  • Il sedano.

Al paziente potrebbero essere prescritti anche farmaci? La risposta è si, in tal senso molto dipende dalla tipologia di calcolo renale. Potrebbero quindi essere farmaci diuretici, antibiotici per prevenire processi infettivi dell’apparato urinario, farmaci che riducono i livelli di cistina nel flusso urinario.

Dolore ai reni