Febbre ondulante

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Quando parliamo di febbre ondulante a cosa ci stiamo riferendo? Si tratta di una serie di malattie relative all’uomo e ad aninali quali caprini, bovini e ovini che sono causate da batteri del genere definito Brucella. Nello specifivo volendo fare un approfondimento sulla Brucellosi, bisogna sapere che è causata da batteri che si chiamano Brucella spp, in tal senso è bene dire che si tratta di batteri definiti Gram negativi. Quali sono i sintomi in fase iniziale ai quali può andare incontro il paziente nella fase iniziale? La risposta corretta è che nella prima fase i sintomi che il paziente ha, sono molto simili a quelli di una patologia in forma acuta febbrile. Non ci sono segni localizzati, tuttavia potrebbe avere una progressione verso una forma cronica, in tal senso i sintomi potrebbero essere:

  • La febbre potrebbe diventare una condizione del tutto ricorrente;
  • Il paziente potrebbe percepire un senso di debolezza;
  • Il paziente potrebbe avere sudorazione;
  • Il paziente potrebbe lamentare una sindrome dolorosa diffusa.

Parliamo di microrganismi

Quali sono da questo punto di vista i microrganismi direttamente responsabili di questa malattia? La risposta corretta è che potremmo trovarci in presenza di un batterio denominato B. abortus (arriva dai bovini), potremmo trovarci in presenza di un batterio che deriva da B. melitensis ( in tal senso è di derivazione da ovini e da caprini), potrebbe essere un batterio chiamato B. suis ( in tal senso è bene sapere che deriva dai suini). Quali sono le fonti maggiormente frequenti relative a questi processi infettivi? Gli allevamenti di animali, prodotti di natura casearia crudi. Qual’è la modalità attraverso la quale si acquisisce la brucellosi? Vediamolo insieme:

  • Si potrebbe contrarre venendo a contatto con secrezioni o escrezioni di animali che risultano infetti in tal senso;
  • Si potrebbecontrarre venendo in contatto ingerendo carne che è poco cotta, latte crudo, prodotti di natura lattiero-casearia che contengono al loro interno microrganismi vitali;
  • Si potrebbe contrarre inalando aresol con del materiale che risulta infetto;
  • Potrebbe capitare che in forma molto rara, la trasmissione da essere umano a essere umano.

Quando parliamo di Brucellosi, ci stiamo riferendo in tal senso a una malattia di natura professionale che come tale riguarda una serie di lavoratori, vediamo quali sono:

  • Si parla in tal senso di macellai;
  • Si parla in tal senso di veterinari;
  • Si parla in tal senso di cacciatori;
  • Si parla in tal senso di contadini;
  • Si parla in tal senso di fattori;
  • Si parla in tal senso di allevatori;
  • Si parla in tal senso di tecnici di laboratori microbiologici.

Quando parliamo di pazienti che hanno una Brucellosi acuta, tuttavia non complicata, tendono a guarire in un arco temporale pari a circa due o tre settimane.

Possibili complicazioni

Potremmo trovarci in presenza di possibili complicazioni? La risposta corretta è che si tratta di una condizione rara, tuttavia non è da escludere del tutto che un paziente possa sviluppare complicanze quali:

  • Potrebbe svilupparsi una complicanza rara definita endocardite batterica subacuta;
  • Potrebbe svilupparsi una neurobrucellosi ( in tal senso vengono comprese patologie come la meningite acuta e cronica, l’encefalite, la neurite);
  • Potrebbero svilupparsi quali l’orchite;
  • Potrebbero svilupparsi complicanze quali la colecistite;
  • Potrebbero svilupparsi complicanze quali la suppurazione epatica;
  • Potrebbero svilupparsi complicanze quali l’osteomielite ( di natura sacroiliaca e vertebrale).

Sintomi brucellosi

Qual’è il periodo di incubazione della brucellosi? La risposta corretta è che è compreso in un arco temporale che va da cinque giorni a diversi mesi. Può manifestarsi in maniera del tutto improvvisa con una serie di sintomi quali i brividi, la febbre, una forma di cefalea molto marcata, dolori di natura articolare, in alcuni casi malessere e talvolta diarrea.

Potrebbe anche manifestarsi con una sintomatologia che risulta essere maggiormente sfumata con una sindrome dolorosa a livello muscolare, una cefalea, una sindrome dolorosa che interessa la regione cervico-dorsale. Nel corso della fase progressiva della patologia, la febbre può arrivare fino a valori compresi tra i 40 e i 41 gradi. Nel corso del tempo potrà tornare in forma graduale normale o vicina a una condizione del tutto normale. Il paziente potrebbe avere delle sudorazioni che interessano il momento della mattinata.

Nelle condizioni tipiche della malattia, un sintomo come la febbre intermittente, tende a persistere in un arco temporale che è compreso tra una settimana e le cinque settimane. Ci sono poi dei pazienti nei quali la febbre potrebbe ricorrere per più e più volte tramite ondate e remissioni nell’arco di mesi e in alcuni casi anche di anni.

Dopo quella che viene definita fase iniziale della febbre, potrebbero fare la loro comparsa altri sintomi quali:

  • Il paziente potrebbe soffrire di anoressia;
  • Il paziente potrebbe andare incontro a una perdita di peso;
  • Il paziente potrebbe avere un dolore localizzato nella zona dell’addome;
  • Il paziente potrebbe avere la cefalea;
  • Il paziente potrebbe avere la lombalgia;
  • Il paziente potrebbe soffrire di debolezza;
  • Il paziente potrebbe essere irritabile;
  • Il paziente potrebbe soffrire di insonnia;
  • Il paziente potrebbe soffrire di depressione;
  • Il paziente potrebbe soffrire di instabilità a livello emotivo;

Approccio diagnostico

Qual’è il corretto iter diagnostico per una problematica del genere? Per prima cosa si procederà con un’emocoltura che è una fase molto importante, in tal senso la crescita potrebbe richiedere fino a sette giorni. Se si tratta invece di sottoculture che utilizzano in tal senso terreni di coltura ad hoc, potremmo arrivare ad un arco temporale pari a 3-4 settimane.

In tal senso è bene dire che gli stessi campioni relativi al midollo osseo e al liquido cerebrospinale possono essere coltivati. Quando vanno effettuati i prelievi? La risposta corretta è che andranno fatti in fase acuta, a distanza di un periodo di tre settimane. Un altro esame molto importante in tal senso è l’analisi PRC, questa può essere fatta su sangue o tessuto di natura corporea e potrebbe essere positiva in un periodo di dieci giorni dopo che è avvenuta l’inoculazione.

Approcci terapeutici

Quali sono gli approcci di natura terapeutica inerenti alla febbre ondulante? La risposta corretta è che verrà utilizzata la Doxiciclina, aggiungendo rifampicina. Se si tratta di una casistica molto marcata (definita in tal senso acuta) l’attività dovrà essere ridotta. Se il paziente soffre di dolori di natura muscolo-scheletrica molto marcati, lungo la colonna vertebrale, potrebbe rendersi necessaria l’analgesia.

Se il paziente dovesse soffrire di una forma di endocardite da Brucella, oltre alla terapia di natura antibiotica, si dovrà intervenire con un approccio chirurgico. Se si tratta di bambini che hanno un’età inferiore agli otto anni, vengono utilizzati trimetoprim, sulfametossazolo, rifampicina per via orale.

Questo viene fatto per un periodo compreso tra le quattro settimane e le sei settimane. Se si tratta di neurobrucellosi e endocardite, il trattamento dovrà essere prolungato nell’arco del tempo. Nel caso di antibiotici, in una percentuale oscillante tra il cinque per cento e il quindici per cento, potrebbe esserci una recidiva, motivo per cui i pazienti dovranno essere clinicamente seguiti e per un anno andranno ripetuti titoli sierologici.

Broncopneumopatia