Gonfiore in sede anale

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Quando parliamo di una problematica di gonfiore in sede anale a cosa ci stiamo riferendo? Si tratta di una condizione definita di distensione che interessa la zona vicina all’ano. Si tratta di una problematica diffusa o circoscritta? La risposta corretta è dipende, potrebbe presentarsi sia in maniera diffusa che in maniera circoscritta. Tende a manifestarsi con ulteriori sintomatologie? Si, in tal senso il paziente potrebbe percepire:

  • Un prurito;
  • Una sindrome dolorosa che interessa la zona dell’ano;

Si tratta di dolori che in quanto tali possono manifestarsi in determinati momenti o sono legati a specifiche attività? Il dolore nella zona dell’ano non dipende necessariamente dal fatto che il soggetto stia espellendo del materiale fecale ma potrebbero anche essere percepiti come tali in completo riposo.

Parliamo di cause

Quali possono essere le cause che portano un paziente a manifestare queste problematiche? La risposta corretta è che il gonfiore nella zona dell’ano potrebbe anche essere collegato a patologie tra le quali abbiamo:

  • Potrebbe essere collegato a emorroidi;
  • Potrebbe essere collegato a condilomi;
  • Potrebbe essere collegato a una patologia come il morbo di Crhon;
  • Potrebbe essere collegato ad un ascesso perianale;
  • Potrebbe essere collegato a un problema come la stitichezza;
  • Potrebbe essere collegato a una patologia tumorale legata all’ano;
  • Potrebbe essere collegata a una patologia della zona del colon e del retto.

 Parliamo di ascesso ano-rettale

Quando parliamo di ascesso ano-rettale ci stiamo riferendo a una condizione nella quale c’è una raccolta di pus che si localizza nello spazio perirettale. Quali sono i sintomi che il paziente percepisce? I sintomi classici sono legati a una sindrome dolorosa oltre ad avere la tumefazione.

Qual’è il corretto iter diagnostico? Generalmente ci si basa con un esame obiettivo e se si dovesse essere in presenza di un ascesso che è maggiormente profondo, si potranno utilizzare esami quali:

  • Si potrà sottoporre il paziente a un esame quale la tomografia computerizzata;
  • Si potrà sottoporre il paziente a un esame quale la risonanza magnetica.

Quando si parla di ascesso potremmo trovarci in presenza di uno superficiale o uno profondo.

Sintomi

Se si tratta di un ascesso che si trova in superficie è bene dire che potrebbero essere molto dolorosi. Da questo punto di vista possiamo parlare di sintomi caratteristici? Si, vediamo quali sono:

  • Un sintomo è il gonfiore che interessa la zona perianale;
  • Un altro sintomo specifico è l’arrossamento;
  • Un altro sintomo è caratterizzato dalla sindrome dolorosa che percepisce il paziente.

Il paziente potrebbe avere la febbre? Si anche se di fatto si tratta di una condizione rara. Se al contrario stiamo parlando di un ascesso profondo, il paziente potrebbe percepire un dolore meno intenso ma potrebbero innescare altri sintomi quali:

  • Il paziente potrebbe diventare piretico;
  • Il paziente potrebbe avere brividi;
  • Il paziente potrebbe percepire un senso di malessere.

Ascessi pelvirettali

Quando si tratta di ascessi pelvirettali i sintomi che il paziente potrebbe avere interessano la zona inferiore dell’addome, vediamo quali sono:

  • Il paziente potrebbe percepire dolore;
  • Il paziente potrebbe avere la febbre;
  • Non ci sono in tal senso sintomi che interessano il retto.

In alcuni casi il paziente potrebbe avere come sintomi solo la febbre.

Approccio diagnostico

Qual’è il corretto approccio di natura diagnostica a una problematica del genere? Per prima cosa ci si baserà su una valutazione di natura clinica. Se dovesse rendersi necessario, verranno eseguiti degli esami somministrando al paziente un anestetico. In forma del tutto rara si effettuerà un esame come la tomografia computerizzata.

Quando è bene sottoporre il paziente a un esame come la tomografia computerizzata? Questo esame risulta essere utile nel momento in cui si ritiene che il paziente potrebbe avere un ascesso profondo o il morbo di Crohn. Tutti i pazienti per i quali si pensa ci possa essere il sospetto di un ascesso profondo o del morbo di Crohn dovranno essere sottoposti a un esame diagnostico. Se si renderà necessario gli dovrà essere somministrata l’anestesia con un drenaggio.

Approccio terapeutico

Quali sono gli approcci terapeutici che si possono mettere in campo? Vediamoli insieme:

  • Il paziente verrà sottoposto a drenaggio e incisione;
  • Dovranno essere somministrati antibiotici se si parla di pazienti che hanno un rischio elevato.

Come si deve intervenire? Il drenaggio deve essere effettuato in maniera rapida e adeguata, in tal senso si dovrà essere tempestivi evitando che l’ascesso si possa aprire in maniera del tutto spontanea. Se si tratta di ascessi profondi si dovrà effettuare il drenaggio in sala operatoria. Se parliamo di pazienti piretici, con un sistema immunitario indebolito o compromesso, pazienti che soffrono di una patologia come il diabete, dovranno avere una terapia di natura antibiotica.

Quali sono i farmaci che verranno somministrati? Vediamoli insieme:

  • Al paziente potrebbe essere somministrata la ciprofloxacina da 500 mg ogni dodici ore;
  • Al paziente potrebbe essere somministrato il metronidazolo da 500 mg ogni otto ore;

La terapia antibiotica è adatta per pazienti che hanno un ascesso superficiale? No, potrebbero esserci delle conseguenze in seguito al drenaggio? La risposta è si, il paziente potrebbe sviluppare una fistola anorettale.

Fistola anorettale

Quando parliamo di fistola anorettale a cosa ci stiamo riferendo? La definizione corretta è quella di un canale del tutto anomalo che tende a collegare l’ano con il retto e potrebbe mettere in comunicazioni altri organi, nel caso della donna per esempio la vagina. Ci sono pazienti più soggetti rispetto ad altri? Si, pazienti che hanno un ascesso anorettale, pazienti che hanno il morbo di Crohn, pazienti che hanno la tubercolosi.

Quali sono le problematiche alle quali potrebbe andare incontro un paziente che ha una fistola anorettale? Il paziente potrebbe avere;

  • Una sindrome dolorosa;
  • Potrebbe produrre pus.

Come avviene la diagnosi? Essenzialmente tramite una valutazione di natura medica nella quale il medico potrà scorgere una o più aperture presenti relative alla fistola. Potrebbe avvalersi di un anoscopio per capire quale sia la profondità della fistola e la direzione. Quali sono i trattamenti possibili? Ad oggi l’intervento chirurgico resta l’unico approccio efficace per aprire la fistola. Durante l’intervento potrebbe essere sezionato lo sfintere? Si solitamente in maniera parziale, se dovesse essere sezionato eccessivamente, il paziente potrebbe avere delle difficoltà in fase di evacuazione.

Considerazioni finali

Quali sono gli approcci che si possono mettere in campo per curare il gonfiore in sede anale? Molto dipende da quale sia la causa, tra i consigli applicabili ci sarà quello di mangiare in maniera sana e equilibrata per aiutare il processo di digestione e la fase di evacuazione.

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Alessandro Baldini
Web content writer senior, specializzato nella redazione di contenuti nel settore medico, laureato in filosofia a Bologna, corso di specializzazione conseguito allo Ial Web di Udine nel content management, corso conseguito al Cfa di Milano nel 2020, sul web marketing.