Vasculopatie cerebrali

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Quando parliamo di vasculopatie cerebrali a cosa ci stiamo riferendo? Si tratta essenzialmente di patologie che in quanto tali riguardano un ridotto afflusso sanguigno che arriva alla zona del cervello. Abbiamo detto ridotto ma potrebbe anche essere del tutto assente. Da questo punto di vista possiamo anche dire che si tratta di una forma molto simile a quella che si può manifestare nel momento in cui il cuore riceve una quantità di sangue inferiore rispetto alla media. Quindi potremmo parlare di:

  • Se avviene un problema del genere relativo al muscolo cardiaco si parla a tutti gli effetti di angina;
  • Se avviene un problema del genere relativo al muscolo cardiaco si parla a tutti gli effetti di infarto del miocardio.

Parliamo di Ta

L’abbreviativo Ta di fatto si riferisce a una condizione che viene anche indicata con attacco ischemico di natura transitoria. La sintomatologia manifestata dal soggetto in tal senso è di natura del tutto transitoria e in quanto tale dovrebbe avere una fase di regressione entro le 24 ore successive all’attacco stesso.

Quali sono le cause di questa manifestazione? Si tratta in generale di lesioni che hanno un’origine cerebrovascolare o in presenza di piccoli emboli o di un evento emorragico. Tuttavia questa problematica potrebbe anche presentarsi quando la persona ha manifestazioni quali:

  • Potrebbe trattarsi di una problematica che si manifesta in seguito alla presenza di lesioni di natura aterosclerotica;
  • Potrebbe trattarsi di una problematica che si manifesta in seguito alla presenza di malformazioni di natura vascolare.

Potrebbe essere legato a una forma di ictus o di un’ischemia che come tale si presenta quando avviene un’improvvisa interruzione nel normale flusso sanguigno che dovrebbe irrorare la zona del cervello.

Origine della problematica

Volendo parlare di cause che si possono innescare in una persona una problematica del genere, per prima cosa è bene specificare che la motivazione principale è essenzialmente legata a un ridotto afflusso di sangue nella zona del cervello. In alcuni casi non si può parlare di un ridotto afflusso ma di una interruzione completa. Questa protrebbe essere collegata a una forma di aterosclerosi che si manifesta in maniera particolare nella zona delle carotidi.

Si tratta di una patologia che in quanto tale si caratterizza per:

  • Presenza di accumuli di grasso che ostruiscono le pareti delle vene;
  • Presenza di altro materiale che tende ad ostruire le pareti delle vene;
  • Questa ostruzione di fatto impedisce che ci sia un corretto apporto di sangue nella zona del cervello.

 Parliamo di ictus

Riferendoci ora all’ictus è bene dire che questo può insorgere se sono presenti:

  • Potrebbe insorgere in seguito alla presenza di trombi;
  • Potrebbe insorgere in seguito alla presenza di emboli.

Parliamo di fattori di rischio

Ci possono essere dei fattori di rischio che in quanto tali influiscono sulla manifestazione di questa problematica? La risposta è si, analizziamo insieme le casistiche:

  • Un fattore di rischio che va considerato in tal senso è legato all’età del paziente;
  • Un altro fattore di rischio che va considerato in tal senso è legato al sesso del paziente;
  • Un altro fattore di rischio da considerare è la familiarità;
  • Un fattore di rischio che non va sottovalutato è l’obesità;
  • Un altro fattore di rischio che va considerato è la presenza del diabete;
  • Non dimentichiamo poi di un fattore di rischio come l’ipertensione.

 Sintomi specifici

Parlando di sintomatologia è bene dire che possono decisamente avere manifestazioni differenti in base a quella che risulta essere grave la carenza di sangue che dovrebbe irrorare in maniera adeguata la zona del cervello. Se si tratta di una forma come l’ictus, i sintomi hanno una comparsa del tutto improvvisa, potrebbero esserci problemi legati alla vista, il soggetto potrebbe lamentare una cefalea del tutto improvvisa.

Altri sintomi importanti che il soggetto potrebbe avere sono legati alla perdita di conoscenza. Il soggetto potrebbe avere:

  • Il paziente potrebbe avere la nausea;
  • Il paziente potrebbe avere il vomito.

Se il soggetto dovesse avere una forma grave, la sintomatologia potrebbe avere un carattere del tutto permanente. Se si tratta invece di sintomi che hanno una reversibilità, allora la sintomatologia lamentata potrebbe risolversi in alcune ore.

Approccio diagnostico

Qual’è il corretto iter diagnostico al quale dovrà essere sottoposto il paziente? Nel caso di vasculopatie cerebrali il processo di diagnosi richiederà:

  • Il paziente potrebbe essere sottoposto a una tomografia computerizzata cerebrale;
  • Il paziente potrebbe essere sottoposto a una risonanza magnetica cerebrale;
  • Il paziente potrebbe essere sottoposto ad un eco-color doppler dei tronchi sovra-aortici.

Approcci terapeutici

Quali sono invece gli approcci di natura terapeutica che si possono mettere in campo per curare problematiche del genere? Quando si parla di lesioni cerebrovascolari, la cura mira essenzialmente a fare in maniera tale che venga ripristinato il normale flusso sanguigno che dovrebbe irrorare la zona interessata. La terapia là dove questo sia possibile sarà messa in atto anche per cercare di porre un limite o migliorare i danni di natura fisica che si sono innescati in seguito all’evento.

Tuttavia parliamo essenzialmente di due tipologie specifiche di trattamenti, vediamo quali sono:

  1. Nel primo caso di parla di un trattamento di tipo conservativo nel quale se si tratta di casistiche che hanno una gravità minore, si somministreranno al soggetto dei farmaci che consentano di ripristinare il maniera corretta il flusso sanguigno e come deve essere irrorata la zona del cervello. In tal senso potrebbero essere prescritti:
  • Al paziente potranno essere somministrati degli antibiotici;
  • Al paziente potranno essere somministrati degli anticoagulanti.

Se il caso avesse un livello di gravità maggiore e quindi non si potesse puntare su una terapia di natura conservativa, allora si dovrà optare per un intervento di natura chirurgica nel quale si posizionerà uno stent che aiuterà a ripristinare il corretto flusso sanguigno nel vaso oggetto di ostruzione.

Approcci preventivi

Quali sono invece gli approcci di natura preventiva che potranno essere messi in campo per cercare di ridurre i rischi che in un soggetto possa manifestarsi una problematica del genere? Per prima cosa sarà bene cercare di cambiare in maniera abbastanza radicale il proprio stile di vita, facendo in maniera tale che si riducano i possibili rischi che si possa manifestare una forma come l’aterosclerosi.

Per questo motivo a livello alimentare si dovranno operare scelte drastiche basate sull’eliminazione di quegli alimenti che grassi che sono di fatto responsabili nell’insorgenza di placche aterosclerotiche.

Un’altra abitudine molto importante per fare in maniera tale che si possa ritardare la comparsa di patologie quali l’ipertensione, il colesterolo, il diabete è svolgere quotidiana attività di natura fisica.

Emorragia subaracnoidea