Calcificazione alla spalla

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Se parliamo di calcificazione alla spalla a cosa ci stiamo esattamente riferendo? Si tratta di una patologia che comporta un certo grado di dolore che in realtà è più comune di quello che si possa pensare. Di cosa stiamo esattamente parlando? In sostanza si tratta di accumuli di calcio che sono presenti nella zona compresa tra il muscolo deltoide, la scapola e il sovraspinato. Si tratta di una condizione patologica sulla quale è bene fare subito delle specifiche importanti. Per prima cosa è bene dire che in molti soggetti che soffrono di questa problematica, nel corso del tempo questa problematica può avere una fase regressiva del tutto spontanea. In altri soggetti invece gli accumuli di calcio nella zona della spalla permangono per un lungo periodo. In questo secondo caso la sindrome dolorosa associata può manifestarsi per lungo tempo.

C’è un’età specifica nella quale un soggetto di sesso maschile o femminile può andare incontro a una problematica del genere? Si, l’età in cui si può manifestare questa patologia è circa verso i 30 anni di età, in prevalenza colpisce soggetti di sesso femminile. I pazienti che sono stati sentiti in merito a questa sindrome dolorosa riferiscono quanto segue:

  • Il soggetto percepisce un dolore molto pronunciato nella zona della spalla
  • Nel corso del tempo può perdere mobilità nella zona oggetto del dolore
  • Tuttavia è bene anche ricordare che il processo di calcificazione non necessariamente causa al soggetto una sintomatologia associtata. Potrebbe quindi essere del tutto asintomatica ( priva di sintomi)

Quali sono i trattamenti che si possono mettere in campo per curare una patologia del genere? Vediamoli insieme:

  • Un soggetto che soffre di questa problematica potrebbe trarre beneficio da sedute di fisioterapia
  • Si potrebbe intervenire con una procedura chiamata lavaggio ecoguidato dove vengono introdotti degli aghi nella zona oggetto della calcificazione per cercare di rimuovere il calcio in eccesso o cercare di stimolare una fase di riassorbimento dello stesso
  • Tuttavia ci sono anche casi in cui la sindrome è talmente accentuata e radicata nel soggetto al punto tale che gli interventi citati non risultano efficaci, allora si procede per via chirurgica

Specifiche sulla patologia

Se dovessimo tracciare un identikit di un paziente tipico che può andare incontro a questa problematica, quali sono gli elementi di cui dovremmo tenere conto? Per prima cosa dovremmo avvalerci di dati statistici che ci dicono che in termini percentuali dal 10 al 20 per cento dei pazienti che hanno questo problema, questo tende a manifestarsi coinvolgendo entrambe le spalle. Per quanto invece quello che riguarda la vita di queste persone, nella maggior parte dei casi si tratta di casalinghe o lavoratori sedentari.

Per quanto invece riguarda l’età all’inizio abbiamo detto che compare intorno ai 30 anni, per dare un dato maggiormente attendibile possiamo dire che si tratta di una forma che si manifesta in un’età varabile tra i 30 anni e i 50 anni. Colpisce con una prevalenza maggiore le donne, in termini percentuali siamo circa al 70 per cento dei casi ricontrati.

Sempre utilizzando come parametro delle percentuali, possiamo dire che nel circa 20 per cento dei casi questa patologia presenta un decorso del tutto asintomatico nel quale il paziente non percepisce dolori o altro.

Probabili cause

Ad oggi, la scienza moderna non è ancora riuscita a determinare quali potrebbero essere le cause probabili di una problematica del genere, in tal senso nel corso del tempo sono state avanzate delle ipotesi per cercare di spiegarne l’origine. Quello a cui si è riusciti ad arrivare nel corso del tempo grazie a Uhthoff è una sorta di distinzione nelle fasi di sviluppo della patologia che vediamo insieme:

  • Possiamo parlare di una fase definita precalcifica nella quale il soggetto non avverte alcun tipo di sintomatologia ma stanno avvenendo nella zona interessata delle mutazioni in termini di cartilagini
  • Possiamo poi sicuramente parlare di una fase che definiremo calcifica nella quale il soggetto inizia a percepire una sindrome dolorosa intensa
  • Possiamo poi individuare la fase post calcifica nella quale il soggetto tende a guarire perchè il corpo riassorbe il calcio presente in eccesso

Predisposizioni del soggetto

Si possono individuare delle predisposizioni del soggetto o dei fattori di rischio che come tale possono causare l’insorgenza di questa patologia? Si, andiamo a vedere quali:

  • Il rischio di sviluppo di questa patologia è più elevato se il soggetto è di sesso femminile
  • Il rischio di sviluppo è maggiormente elevato se il soggetto ha problemi legati al funzionamento della tiroide
  • Il rischio di poter sviluppare una patologia del genere si accresce nel caso di problematiche legate al livello degli estrogeni
  • Se il soggetto ha problemi di ipertensione il rischio si alimenta
  • Problemi di natura genetica
  • Soggetti che hanno il diabete

Sintomatologia

Parliamo ora della sintomatologia associata a questa patologia specifica. I pazienti lamentano un dolore piuttosto pronunciato nella zona della spalla e con il tempo una ridotta capacità di muovere l’arto. Un dato positivo è quello legato al fatto che in molti casi i dolori che avverte il paziente o le problematiche legate alla ridotta mobilità dell’articolazione hanno un processo di guarigione spontaneo senza che servano in tal senso interventi di natura terapeutica.

Se invece la sindrome dolorosa dovesse persistere allora si potrebbero sviluppare due forme distinte e differenti relative a questa patologia, potremmo quindi avere:

  • Una fase acuta nella quale il paziente avverte un dolore intenso e ha problemi all’articolazione della spalla, seguita da una fase cronica nella quale avverte una sindrome dolorosa meno acuta e possono esserci periodi nei quali non ha dolore alternati ad altri nei quali il dolore tende a riacutizzarsi

In molti casi i pazienti che hanno questa calcificazione riferiscono di non avere alcun tipo di dolore, sono quindi pazienti del tutto asintomatici.

Processo diagnostico

Come si fa a diagnosticare una patologia del genere e ad escludere possa essere collegata a altre malattie? Sostanzialmente ci si baserà su una serie di esami, vediamo quali:

  • La radiografia consente di avere una panoramica chiara della zona soggetta al processo di calcificazione, mettendo anche in evidenza la consistenza e la forma dei depositi di calcio presenti
  • Al paziente potrà anche essere prescritta un’ecografia che è un altro esame utile ai fini della diagnosi
  • La risonanza magnetica viene prescritta di meno perchè in linea generale non fornisce informazioni aggiuntive rispetto a quelle già date con gli altri esami diagnostici

Possibili cure

Per prima cosa è bene dire che non è detto che il soggetto si debba sottoporre a delle cure, in molti casi avviene un processo di guarigione spontaneo che non necessita di alcun tipo di intervento. Se invece il paziente lamenta un dolore persistente si potrà intervenire in vari modi:

  • Prescrivendo al paziente riposo
  • Assunzione di farmaci antinfiammatori
  • Utilizzo della fisioterapia per lenire il dolore e recuperare la funzionalità dell’articolazione
  • Utilizzo di cortisone tramite infiltrazioni per ridurre il dolore

Se i trattamenti appena citati non dovessero migliorare la situazione del paziente dopo circa sei mesi di trattamenti, si ricorrerà allora all’intervento chirurgico che prevede la rimozione dei depositivi di calcio nella zona interessata. Successivamente all’intervento ci sarà un periodo di riabilitazione per aiutare il paziente a recuperare l’arto. Tuttavia è anche bene specificare che l’intervento chirurgico per la calcificazione alla spalla potrebbe dare un dolore che si mantiene nel tempo. Come sempre le valutazioni sui pro e i contro andranno fatti dal paziente assieme al medico specialista.