Callo fibroso

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Quando parliamo di callo fibroso a cosa ci stiamo riferendo esattamente? Si tratta di un callo che in seguito a una frattura in una zona specifica dello scheletro di un uomo si forma. Successivamente, intorno alla terza settimana o alla quarta, il callo evolve e diventa osseo, in pratica inizia quel processo di calcificazione del tessuto che nel corso del tempo creerà i presupposti per la trasformazione del callo stesso in osso strutturato.

Possiamo anche definirla una fase chiamata di rimodellamento. Quanto dura? La tempistica precisa è di sei settimane successive alla frattura e potrebbe durare per un periodo di alcune settimane o in alcuni casi magari di mesi. Durante questo arco temporale l’osso tende ad avere un processo di rimodellamento.

Parliamo di fratture

Quando parliamo di frattura di un osso cosa si intende? In pratica si interrompe quella continuità nella struttura relativa al tessuto osseo. Questo riguarda uno specifico segmento osseo. Successivamente alla frattura il segmento coinvolto tende a perdere quella che era la sua forma in termini anatomici e le sue dimensioni specifiche.

Parliamo di frattura come un’unica forma specifica o dobbiamo invece parlare di varie tipologie di fratture? La risposta corretta è la seconda, una frattura può avere caratteristiche del tutto differenti, in tal senso si deve fare un approfondimento.

Parliamo di frattura composta

Una frattura potrebbe essere definita composta, si tratta di una frattura che come tale non fa cambiare quelle che sono le dimensioni del segmento colpito e la forma stessa. Quindi la frattura e il segmento stesso non subiscono alcun tipo di spostamento dalla propria sede originaria.

Parliamo di fratture scomposte

Si parla invece di una frattura scomposta quando il segmento interessato dalla problematica, tende a perdere le proprie caratteristiche in termini di forma. Si parla anche di un processo di alterazione che riguarda le dimensioni di natura anatomica che aveva in precedenza. Quando parliamo di scomposizione a cosa ci riferiamo esattamente? Vediamolo nel dettaglio:

  1. I frammenti di ossi che si sono prodotti in seguito alla frattura tendono a perdere contatto tra di loro;
  2. Potrebbe riguardare una deviazione del moncone interessato dalla frattura;
  3. Potrebbe trattarsi di una deviazione su quello che viene definito piano sagittale;
  4. Potrebbe esserci una forma di disassamento, in questo caso i monconi relativi alla frattura tendono a non incontrarsi nel punto specifico dove si è prodotta la frattura;
  5. Potrebbe esserci una scomposizione definita rotatoria, in questo caso un moncone rispetto all’altro si trova ruotato del tutto.

Parliamo di frattura incompleta

Si parla di frattura incompleta quando la circonferenza ossea non ha subito un’interruzione netta.

Parliamo di frattura tronca

Si parla di frattura tronca quando la superficie che occupa la frattura è minima ed è circostritta al segmento interessato.

Parliamo di frattura obliqua

Si parla di un particolare tipo di frattura nella quale la linea di frattura è ad angolo acuto.

Parliamo di frattura monofocale

Si parla di frattura monofocale quando c’è un punto solo nel quale la frattura si è originata.

Parliamo di frattura plurifocale

Si parla di frattura plurifocale quando nel medesimo segmento ci sono differenti punti.

Parliamo di frattura pluriframmentaria

Si parla di frattura pluriframmentaria quando i frammenti inerenti alle fratture sono anche più di due.

Parliamo di frattura chiusa

Si parla di una frattura chiusa quando non sono presenti in essa interruzioni relativi alla cute che si riferiscano alla frattura.

Parliamo di frattura esposta

Il termine frattura esposta indica una condizione particolare nella quale si produce un’interruzione della cute e quindi si crea una comunicazione che riguarda l’osso che si è fratturato e l’esterno. Se si tratta di fratture esposte potrebbe esserci perdita di:

  • La perdita potrebbe riguardare sostanza di natura cutanea;
  • Potrebbe essere una perdita che riguarda i tessuti molli quindi riferita a muscoli, tendini, vasi e nervi;
  • Potrebbe essere una perdita che riguarda la sostanza ossea.

Fratture e fattori che le producono

Da cosa sono provocate le fratture? Le fratture sono essenzialmente provocate da quelli che vengono chiamati vettori di forza che agiscono sull’osso. Per fare questo occorre una certa energia che è variabile a seconda di quello che risulta essere il tipo di trauma. Potrebbe trattarsi di flessione, di torsione, di sovraccarico definito assiale.

In tal senso si può parlare di:

  1. Fratture che come tali hanno una bassa densità;
  2. Fratture invece che hanno un livello di intensità maggiormente elevato. In tal senso la lesione che si può produrre riguarda:
  • Si tratta di una lesione che interessa i vasi;
  • Si tratta di una lesione che interessa i muscoli;
  • Si tratta di una lesione che interessa i nervi;
  • Si tratta di una lesione che interessa parti molli.

  Parliamo di differenti fratture

Le fratture come abbiamo visto in precedenza sono di natura differente e dipendono dalla parte specifica dell’osso che ne risulta coinvolta. Vediamo ora nel dettaglio le differenti tipologie di fratture:

  • Potrebbe trattarsi di una frattura definita ipofisaria;
  • Potrebbe trattarsi di fratture meta-epifisarie;
  • Potrebbe trattarsi di fratture definite diafisarie;
  • Potrebbe trattarsi di fratture definite articolari;
  • Potrebbe trattarsi di fratture definite distacchi epifisari nell’osso che era in crescita.

In tal senso è bene evidenziare le fratture che vengono definite articolari, infatti il danno piuttosto marcato che creano può creare delle problematiche a quella che risulta essere la funzione del movimento delle articolazioni. Altre tipologie di fratture molto problematiche sono quelle definite distacchi epifisari perchè riguardano il segmento osseo che è nella zona delle cartilagini.

Parliamo di guarigione dalle fratture

Ora approfondiamo per un attimo il processo di guarigione dalle fratture che riguarda l’osso che è a tutti gli effetti un organo attivo. Nell’osso è presente quella che viene definita componente minerale, molto importante, infatti subisce un processo di rimodellamento continuo legato alle cellule ossee.

Quali sono le cellule ossee? Vediamole insieme:

  • Si parla di osteoblasti;
  • Si parla di osteociti;
  • Si parla di osteoclasti.

Il loro lavoro è quello di un processo di rinnovamento continuo dell’apparato scheletrico nel corso della vita di una persona. Quindi non possiamo parlare dell’osso come di una struttura passiva ma bensì attiva. Per esempio se ci fosse un’interruzione in quella che risulta essere la struttura ossea, dall’ematoma in poi inizierà un processo riparativo che porterà l’osso a guarire in fasi differenti.

La prima fase è la frattura con conseguente ematoma. Nel coagulo formatosi dopo la frattura si insinueranno varie cellule tra cui macrofagi, globuli biachi, fibroblasti, emastoblasti. La zona del coagulo viene nutrita da vasi e cellule quali osteoblasti, prosteociti, condroblasti. In questa specifica fase si forma quello che viene definito callo fibroso.

Dopo quattro settimane la parte fibrosa diventa callo osseo. Successivamente il callo diventerà nuovamente osso strutturato.

Neurofibromatosi di tipo 1