Extrasistole frequenti

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Quando parliamo di extrasistole frequenti ci stiamo essenzialmente riferendo a un’anomalia nel battito cardiaco. L’alterazione non deve destare nel soggetto allarme in quanto spesso è una condizione del tutto benigna. Cerchiamo di capire meglio di cosa si tratta, si parla di una contrazione cardiaca che a tutti gli effetti è in ancitipo rispetto al ritmo normale. Il soggetto avverte questa contrazione anomala? Si, la percezione potrebbe essere quella di un battito aggiunto o irregolare rispetto a quello che risulta essere il ritmo normale. Tuttavia solo attraverso specifici esami si può arrivare e rilevare una problematica del genere.

Parliamo di extrasistole

Quando si parla di aritmie che investono il cuore l’extrasistole è sicuramente la più comune. Si tratta di una condizione che è abbastanza frequente e potrebbe riguardare sia persone che sono sane, sia persone che invece hanno magari problematiche al cuore quali cardiopatie o altre specifiche condizioni. Da dove parte il battito cardiaco? La zona di origine è quella definita del nodo seno-atriale che si trova nella zona superiore dell’atrio destro. In questa zona specifica ha origine l’impulso elettrico che passando prima per gli atri e poi la zona dei ventricoli, fa in maniera tale che il cuore si contragga. In questo modo il muscolo cardiaco può assolvere alla sua funzione pompando il sangue nell’organismo di una persona.

Se il soggetto soffre di extrasistole l’impulso che consente la contrazione non è nella zona seno-atriale ma è localizzato in altro luogo, si parla in tal senso di atri, ventricoli, giunzione Av. In questo caso si crea un’interferenza nel normale impulso elettrico con possibili conseguenze. Quali sono? In tal senso potrebbe esserci una riduzione nella portata di quella che viene definita gittata cardiaca. In maniera particolare se le extrasistole sono frequenti o tendono a ripetersi.

Tuttavia quando parliamo di extrasistole è bene dire che potremmo averne di forme differenti a seconda di dove si origina lo stimolo, quindi potremmo avere:

  1. Si parla di extrasistole atriale quando lo stimolo si origina nella muscolatura dell’atrio;
  2. Si parlerà di extrasistole ventricolare quando si origina dalla muscolatura del ventricolo;
  3. Si parlerà di extrasistole atrioventricolare quando lo stimolo proviene dal nodo atrio-ventricolare.

Parliamo di sintomi

Qual’è la sintomatologia che percepirà il paziente che soffre di questa problematica? In tal senso è bene parlare di pulsazioni che potranno essere di due tipologie differenti, vediamo quali:

  1. Si parla di pulsazioni estemporanee;
  2. Si parla di pulsazioni frequenti quando hanno una certa regolarità.

Non è necessariamente detto che il soggetto avverta le extrasistole, infatti spesso è una condizione che come tale può avere un decorso del tutto asintomatico. Se invece dovesse dare origine a dei sintomi il soggetto potrebbe avvertire:

  • Una sorta di vuoto nella zona del cuore;
  • Una sorta di momentaneo arresto nel normale battito cardiaco;
  • Una sensazione che viene definita :” Tuffo al cuore”

Se le extrasistoli dovessero ripetersi e ripresentarsi nel soggetto con una certa frequenza, il paziente potrebbe percepire dei sintomi quali le palpitazioni. Questo non esclude che si possano presentare sintomi più marcati soprattutto se il paziente dovesse avere una tachicardia che tende a protrarsi nel tempo. In tal senso potrebbe avere:

  1. Il paziente potrebbe percepire come una mancanza di respiro (definita anche dispnea);
  2. Il paziente potrebbe percepire un senso di affaticamento più marcato ( definita anche astenia);
  3. Il paziente potrebbe avere le vertigini.

Se si tratta di una forma benigna, si potrebbe assistere a un peggioramento che si manifesta quando il soggetto è a riposo, magari mentre è sdraiato a letto o dopo aver mangiato. Se si fa dell’esercizio fisico questa problematica dovrebbe avere un miglioramento. Se invece con l’esercizio fisico la problematica tende a incrementarsi, allora si dovrà presupporre che il paziente possa soffrire di una patologia più importante. In tal senso si dovrà intervenire magari con una terapia di natura farmacologica cercando di curare la malattia.

Approccio diagnostico

Quali sono in tal senso gli approcci di natura diagnostica che servono a determinare se il soggetto soffre di extrasistole? Per prima cosa si sottoporrà il paziente a una visita medica molto dettagliata, oltre che ad un’anamnesi. Il primo esame al quale verrà sottoposto il paziente è un elettrocardiogramma. Tuttavia se si tratta di un extrasistole che ha carattere sporadico e non risulta prevedibile, un esame del genere difficilmente sarà in grado di poter aiutare il medico a formulare una diagnosi corretta.

Se l’extrasistole dovesse avere una natura del tutto sporadica, servirà un esame maggiormente approfondito che si chiama elettrocardiogramma dinamico secondo Holter dove verrà monitorato il battito cardiaco nelle 24 ore successive. In tal modo sarà possibile individuare i battiti irregolari per valutarne frequenza e ripetitività. In tal modo si potrà anche stabilire se la loro comparsa è per esempio collegata allo svolgimento di attività quotidiane quali:

  1. Battiti collegati al lavoro;
  2. Battiti collegati al momento del pasto;
  3. Battiti collegati allo svolgimento di uno sport;

Se il medico dovesse avere dubbi in tal senso, sarà sempre possibile richiedere un ecocardiogramma color doppler per capire se il muscolo cardiaco ha eventuali patologie e indagarne a fondo la struttura.

Quando si può manifestare?

La problematica come l’extrasistole potrebbe presentarsi a qualsiasi età tuttavia in linea generale si tratta di una problematica che tende a manifestarsi con l’avanzare dell’età. Se si tratta di un soggetto sano questa problematica potrebbe presentarsi in presenza di problematiche di stress, se il soggetto consuma in maniera eccessiva sostanze alcoliche, bevande gassate. L’extrasistole potrebbe essere legata a patologie che non necessariamente coinvolgono il cuore ma magari la tiroide, l’anemia, l’ipertensione, il reflusso gastro-esofageo.

Tuttavia potrebbe anche essere legata a patologie di natura cardiaca quali:

  1. L’insufficienza cardiaca;
  2. L’infarto del miocardio;
  3. Le cardiopatie valvolari;
  4. I processi infiammatori cardiaci quali miocarditi, endocarditi, pericarditi.

Se si tratta di soggetti sani non sono necessarie terapie ma ci si potrà limitare alla modifica del proprio stile di vita riducendo il consumo di caffeina, nicotina. Se si tratta si soggetti ansiosi, il battito cardiaco si potrà ridurre tramite l’utilizzo di farmaci beta-bloccanti o farmaci di natura ansiolitica.

Se la terapia farmacologica non dovesse risultare efficace si potrà intervenire con:

  • La coronarografia;
  • La sostituzione valvolare;
  • L’ablazione a radiofrequenza;
  • Un impianto di un pacemaker.

Se si tratta di soggetti che non hanno patologie di natura cardiaca, le extrasistole frequenti possono essere ridotte se si tratta di una condizione benigna con un regolare esercizio fisico il soggetto trarrà sicuramente dei benefici. Se invece il soggetto dovesse avere una cardiopatia dovrà limitare l’intensità dell’attività fisica.

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Alessandro Baldini
Web content writer senior, specializzato nella redazione di contenuti nel settore medico, laureato in filosofia a Bologna, corso di specializzazione conseguito allo Ial Web di Udine nel content management, corso conseguito al Cfa di Milano nel 2020, sul web marketing.