Quando parliamo di psiconeuroimmunologia a cosa ci stiamo riferendo? Per prima cosa, per cercare di capire meglio di cosa si occupa questa disciplina, dobbiamo per forza parlare del sistema immunitario di una persona, partendo dal presupposto che possiamo vedere in questo un autentico sistema di natura biologica nel quale tende a reagire e può modificare il proprio modo di reagire in funzione non solo di meccanismi di natura interna con la caratteristica di essere automatici e programmati da un punto di vista di natura genetica.
Questa programmazione è anche legata a stimoli di natura esterna, sia fisici che di natura emozionale, sia di natura psicosociale. Al medesimo tempo il sistema immunitario di una persona ha la capacità di innescare, nel momento in cui avviene un processo di individuazione di stress di natura interna, quella che viene definita una reazione basata sullo stress.
Quando parliamo del raggruppamento di queste nuove conoscenze, ci stiamo riferendo all’oggetto specifico che studia la disciplina definita neuropsicoimmunologia. L’organismo umano viene concepito da questo punto di vista in maniera del tutto differente, non sulla base di convinzioni che si riferiscono alla filosofia o ad approcci di natura empirica per quanto riguarda le terapie, si parla invece di scoperte che mettono in evidenza come differenti aree dell’organismo umano, hanno tuttavia la caratteristica comune di riuscire a funzionare con le medesime sostanze.
In questo senso è molto importante rilevare come lo sviluppo di quelle che risultano essere le moderne tecniche di indagini, ha consentito la scoperta di molecole che hanno una funzione alla stregua di parole, di consentire la comunicazione tra il cervello di un soggetto e altre zone del corpo.
Come si chiamano queste molecole? La risposta corretta è che il loro nome è neuropeptidi, da quali zone del corpo vengono prodotte? La risposta corretta è che vengono prodotte da:
- Dal sistema definito nervoso.
- Dal sistema definito endocrino.
- Dal sistema definito immunitario.
Avvalendosi del loro supporto, questi sistemi tra di loro differenti sono in grado di comunicare, in una forma che potremmo definire bidirezionale e diffusa. Tuttavia non dobbiamo dimenticare in tal senso che sono state fatte anche recenti scoperte che riguardano il sistema connettivo del quale si deve tenere conto.
Psicobiologia e stress
Cosa sappiamo di questi due fattori? Per prima cosa che la psicobiologia legata allo stress è molto più complessa di quello che si poteva pensare. In tal senso il fatto che si studino quelle che sono le modificazioni di natura somatica che possono essere collegate a processi di natura emozionale ha consentito di avere sicuramente una conoscenza più approfondita di quelle che sono le basi di natura cerebrale collegate alla capacità di essere reattivi in termini di emozioni oltre che a conoscere più a fondo le connessioni legate alle zone periferiche dell’organismo.
Civiltà occidentale e livello di stress
Se dovessimo fare un’analisi dei livelli di stress che un individuo manifesta nella società occidentale, potremmo anche dire che la resistenza stessa al livello di stress, diventa a tutti gli effetti una pratica quotidiana. Questa approccio di natura mentale che ci vede sempre pronti ad un evento negativo, ad una condizione che tende a peggiorare invece che migliorare è a tutti gli effetti un fenomeno di natura sociale.
Da questo punto di vista è importante sapere che questo è in rapida espansione, questo è sicuramente anche legato all’attuale situazione di natura economica che risulta essere sempre più incerta. Questa a sua volta crea i presupposti perchè una persona, un individuo, un soggetto siano in una condizione mentale dove regna una costante incertezza legata al proprio futuro.
Proprio per le motivazioni appena riportare, un soggetto si potrebbe trovare in una condizione di stress costante e cronico, tuttavia è anche bene sapere che resistere allo stress in forma continua a prolungata, può creare dei danni che interessano il sistema immunitario, in maniera particolare interessano una zona come quella del timo.
Quando parliamo di timo ci stiamo essenzialmente riferendo ad una tipologia di ghiandola che in quanto tale nelle 48 ore ad una reazione legata ad uno stress molto marcato, collegato magari ad eventi quali delle malattie, degli incidenti di gravità elevata, delle emozioni molto forti, tende a ridurre le sue dimensioni alla metà.
Quali sono le conseguenze? La risposta corretta è che purtroppo tendono ad annullarsi in termini di efficacia milioni di linfociti definiti B e definiti T.
Se la fase che possiamo definire pericolosa che ha innescato questo stress, tende ad esaurirsi o comunque viene superata, ci sarà una fase definita conclusiva nella quale l’obiettivo sarà quello di consentire all’organismo di avere un periodo di riposo adeguato.
Fase di resistenza
Se la fase definita di resistenza tende a terminare in un momento precedente all’esaurimento di tutte le riserve di energia impegnate a combattere questa forma di stress, la fase successiva che un paziente potrebbe vivere è quella di avere un percepito nel quale ci si accorge di avere avuto un calo di energia marcato, sensazione che potrebbe essere associata a quella di percepire un sollievo profondo o quella di percepire un torpore che risulta piacevole da questo punto di vista.
Al contrario se la fase di resistenza allo stress è durata per un periodo di tempo piuttosto prolungato, potrebbe esserci come conseguenza un periodo successivo debilitante piuttosto lungo, oppure potrebbe esserci un periodo che possiamo definire di esaurimento fino a quando l’organismo ne avverte la necessità.
Se parliamo di soggetti che rimangono in questa fase di resistenza allo stress per un periodo piuttosto prolungato, costringendo il loro organismo a sottoporsi a sforzi che possiamo definire da questo punto di vista del tutto innaturali e eccessivi, potrebbero essere costretti ad utilizzare dei sedativi di natura artificiale, quali ad esempio degli alcolici.
La fase definita di esaurimento tende a caratterizzarsi per una diminuzione nella presenza degli ormoni definiti surrenalici quali ad esempio l’adrenalina, la noradrenalina, in maniera particolare riferendoci al glucocorticoide cortisolo oltre alle riserve di natura energetica.
Quali sono le conseguenze? La risposta corretta è che si va incontro ad un’azione di natura depressiva dove avviene un’inversione dei processi di natura organica legati alle reazioni da stress. Quindi all’effetto di natura stimolante del sistema nervoso simpatico, viene a sostituirsi quello più calmante del parasimpatico. Intervenendo il parasimpatico, viene ripristinato il normale flusso sanguigno nell’apparato digerente, nella zona del cervello e nella zona cutanea.
Quindi un approccio basato sulla psiconeuroimmunologia è molto importante per comprendere meglio i meccanismi che regolano il nostro sistema immunitario e le nostre difese, nel momento in cui un soggetto è sottoposto ad uno stress molto marcato per un periodo di tempo piuttosto lungo.